Page 19 - I numeri del TERREMOTO
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Sismicità Italiana


                SISMICITà STRUMENTALE. I dati di tutte le localizzazioni dei terremoti effettuate
                dai turnisti e riviste da operatori specializzati per compilare il Bollettino Sismico Italia-
                no, sono raccolti nel catalogo della sismicità strumentale ISIDe (Italian Seismological
                Instrumental and Parametric Data-basE). Il catalogo è completo solo dal 1 gennaio
                1985, ovvero da quando esiste una rete sismica moderna ed efficiente.
                negli ultimi 30 anni la rete ha localizzato più di 330.000 terremoti. Ma non bisogna
                lasciarsi impressionare da questo numero! L’89% circa di questi eventi infatti ha una
                magnitudo piccola, oppure l’ipocentro è molto profondo e noi non siamo in grado
                di percepirli. Le scosse con M  ≥ 2.5 che potrebbero essere state avvertite dalla po-
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                polazione sono approssimativamente 37.000. I terremoti di M  ≥ 5.0, sono stati 51;
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                in media 1 ogni 7 mesi. Molti di questi fanno parte di sequenze sismiche legate ad
                eventi più forti, come è accaduto durante la sequenza dell’Italia centrale del 2016.
                Alla data di pubblicazione del presente opuscolo, il terremoto più forte degli ultimi
                30 anni è quello del 30/10/2016, con M  6.5, di Norcia che fortunatamente non ha
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                provocato vittime. Questo perché è avvenuto dopo due forti terremoti occorsi nei
                mesi precedenti nella stessa zona. L’area era già stata evaquata e i tecnici incarica-
                ti della valutazione dei danni non avevano ancora preso servizio per il passaggio
                dall’ora legale a quella solare.
                Il più forte terremoto registrato dalla RSN è il terremoto dell’Irpinia-Lucania del
                23/11/1980 di M  = 6.9 che distrusse decine di paesi e provocò quasi 3.000 morti.
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                Nel Tirreno meridionale è presente una sismicità di magnitudo elevata, ma profonda,
                legata al processo di subduzione in atto al di sotto della Calabria.

                SISMICITà STORICA. Il catalogo dei terremoti storici comprende oltre 4500
                eventi che dall’anno 1000 in poi hanno interessato tutte le regioni italiane. Questo
                numero, che può sembrare sorprendentemente piccolo se confrontato col numero
                di terremoti registrati attualmente, non deve trarre in inganno. Il catalogo infatti è co-
                struito a partire dal recupero di documenti originali e dall’analisi delle testimonianze
                che descrivono gli eventi. Oltre al fatto che questi documenti devono essersi conser-
                vati fino a noi, bisogna considerare che gli unici eventi di cui troviamo testimonianze
                scritte sono quelli più forti avvenuti in aree abitate.
                Se consideriamo i terremoti di M  ≥ 5, cioè quelli in grado di provocare danni e
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                vittime, nel catalogo troviamo oltre 700 eventi, con una media di un evento ogni 16
                mesi. I terremoti di M  ≥ 6, paragonabili a quello dell’Aquila del 2009 e di Amatrice
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                del 2016, sono stati 88: in media 1 ogni 11 anni. Il catalogo riporta anche 9 terremoti
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                1693 in Sicilia Orientale (M  7.3) e del 5 dicembre 1456 (M  7.2) in Appennino Me-
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                ridionale. Oltre a questi troviamo il terremoto di messina e Reggio calabria del 28
                dicembre 1908 (M  7.1), il più forte terremoto avvenuto in Italia negli ultimi 150 anni,
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                che provocò circa 80.000 vittime anche a causa del maremoto che si generò subito
                dopo. Il terremoto della Marsica del 13 gennaio 1915 (M  7.1) ha provocato il mag-
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                gior numero di vittime della storia sismica italiana in proporzione alla popolazione:
                ad Avezzano morirono circa 10.000 persone, pari al 95% della popolazione.
                La stima della magnitudo dei terremoti del passato, quando cioè non esistevano gli
                strumenti, si basa sull’entità e sulla distribuzione areale dei loro effetti. La verifica con-
                dotta dal confronto con i terremoti recenti dimostra che, per quanto approssimata,
                tale misura è comunque molto verosimile.

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