HISTORICAL CATALOG OF MAJOR EXPLOSIONS AND PAROXYSMS AT STROMBOLI (ITALY) – DATA BASE
Source | Type | Date | Summary | Original historical document | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Year | Month | Day | Noise/earthquake | Ash plume | Large ejecta | PDC/tsunami | Lava flows | |||
Mercalli (1881) Riccò and Mercalli (1891) | X | 1879 | 2 | 4 | strong rumble | much smoke on the craters | - | - | - | [Mercalli] Il giorno 4 febbraio verso le 10 a., gli abitanti di Stromboli sentirono un forte rombo e videro fumo straordinario sul cratere. [Riccò and Mercalli] eruzione allo Stromboli il 4 febbraio e dal 3 all'8 giugno. |
XX | 1879 | 2 | 5 | very strong rumble, heard 45 km far. | immense | thick rain of pumice. sea totally covered. | rough sea and sea current perceived by a boat 6 km away | - | [Mercalli] Il giorno 5 poi all'istessa ora si ripeté il rombo, ma con una forza ancor maggiore, tantoché fu udito fino a sud di Vulcano, a 45 chilometri di distanza: il fumo usciva con veemenza mentre una fitta pioggia di pietre pomici si riversò sul mare, ed in tanta quantità che riferiscono "esserne stato pieno il mare da sembrare all'occhio una terra estesa e piana". Alcuni barcaioli che nel momento dell'eruzione del 5 si trovavano in mare così la descrivono: "verso le 10 a. avvertimmo un forte tuono, guardammo Stromboli e vedemmo un immenso fumo, contemporaneamente il mare si agitò e fino a che non arrivammo a Panaria avvertimmo sempre come un passaggio di una corrente sott'acqua che da Stromboli dirigevasi a ponente. Allorquando avvenne l'eruzione noi eravamo circa 4 miglia distante da Stromboli." | |
XX | 1879 | 6 | 8 | strong rumble | - | hot blocks to the East. Fire. | - | - | [Mercalli] Nel Giugno poi lo Stromboli dal giorno 3 al 6 gettò cenere, ed il mattino dell'8 alle ore 2 a. dopo un forte rombo eruttò pietre incandescenti sul versante est per fortuna incolto; tutte le rare piante boschive sparse su quel lato vennero bruciate, tantoché i naturali sul principio credettero essersi aperte nuove bocche e ne ebbero spavento. | |
X? | 1881 | 10 | 18 | - | ashfall | small blocks. | - | - | [Mercalli] Dopo tre giorni di leggera maggiore attività, il giorno 18 eruttò in abbondanza cenere e piccole pietre. [Riccò and Mercalli] Ottobre 15-18, eruzione allo Stromboli. |
|
Source | Type | Year | Month | Day | Noise/earthquake | Ash plume | Large ejecta | PDC/tsunami | Lava flows | Original historical document |
Mercalli (1884) | X | 1882 | 1 | 30 | earthquake | ashfall | blocks | - | - | Lo Stromboli fece eruzione piuttosto forte, con getti di pietre arena e ceneri e con rombi sotterranei. |
X? | 1882 | 3 | 13 | earthquake | - | blocks | - | - | Eruzione di pietre e scosse allo Stromboli. | |
X? | 1882 | 4 | 25 | rumble earthquake | - | blocks | - | - | E nel 25, alle 4 pom. si sente un altro rombo ed una scossa, ed il cratere getta pietre. | |
X? | 1882 | 11 | 17 | loud explosion | - | - | - | - | [Mercalli] Alle 10 e 1/2 pom. del 17 novembre dopo una violenta detonazione, si mise in forte attività, la quale cessò dopo pochi minuti. [Riccò and Mercalli] Attività maggiore allo Stromboli il 30 gennaio, il 13 marzo e il 17-18 e 25 aprile, e forte eruzione il 17-30 novembre. |
|
XX | 1882 | 11 | 18 | very loud explosion intense shock wave. | - | infinite fiery blocks. blocks and scoria cover the South flank. one meter sized block fell near Ginostra. | - | no lava flows. | [Mercalli] Alle 2 di notte si sentì una leggiera scossa di terremoto in senso sussultorio; ed alle 6 e 3/4 si vide illuminata la montagna, ed elevarsi su di essa a considerevole altezza un'infinità di pietre infuocate: contemporaneamente si sentì una scossa ed una detonazione forte, precisa, che dava nell'acuto, simile a mille cannoni che avessero esploso in una volta. Nessuno a Stromboli rammenta una detonazione così forte; tutte le porte ed i balconi si aprirono. Era scoppiata un'eruzione laterale. Sul fianco Nord-Ovest dello Stromboli, 100 metri circa al di sotto del cratere ordinariamente attivo si aprirono 5 bocche, le quali eruttarono pietre e detriti, con una attività e violenza maggiore di quella che suole avere il cratere centrale; il quale intanto stava quasi perfettamente tranquillo. Le pietre eruttate si rovesciavano sul fianco Sud del monte, ed una, del peso di alcune tonnellate, cadde alla contrada Ginostra. Durante il giorno 18 parve che l'eruzione fosse cessata; ma verso le 9 e 25 minuti pom. ricominciarono le scosse leggiere e continue e si ripeté l'eruzione come nel giorno precedente per circa mezzora. E similmente replicarono le eruzioni ad intervalli nei giorni seguenti. [...] Tutta la parte Sud del monte si trovò ricoperta di dalle scorie e dalle pietre eruttate: non venne alla luce lava in corrente. | |
X? | 1882 | 11 | 24 | two earthquakes after the major explosion | - | - | - | - | Quelle [le eruzioni] del 24 furono assai violente, e seguite nella notte da due forti scosse di terremoto. Replicarono le esplosioni ora più ora meno fortemente per circa 18 giorni. finalmente in principio di dicembre le bocche laterali si chiusero ed il cratere centrale riprese la sua attività ordinaria. | |
X? | 1883 | 2 | 8 | - | - | - | - | - | Lo Stromboli nel giorno 8 fece eruzione… | |
X | 1883 | 2 | 9 | strong rumble | red ash covering the sea. | blocks | - | - | ..., ad all'una ant. del giorno 9, dopo un forte rombo, una seconda [eruzione] con getti di pietre e di una polvere rossiccia finissima, di cui si trovò ricoperto il mare per più miglia dall'isola. | |
XX | 1883 | 3 | 16 | strong rumble | pumice covering the sea. | - | - | - | Alle 11 ant. a Stromboli si avverte un forte rombo, e più tardi si trova il mare coperto di pomici. | |
X? | 1883 | 7 | 3 | - | - | - | - | - | [Riccò and Mercalli] Eruzione allo Stromboli l'8-9 febbraio, il 16 marzo e il luglio 3-4. | |
Source | Type | Year | Month | Day | Noise/earthquake | Ash plume | Large ejecta | PDC/tsunami | Lava flows | Original historical document |
Mercalli (1886) | X? | 1885 | 6 | 28 | - | ashfall | blocks far away | - | - | [Mercalli] Giugno 28 verso mezzodì, allo Stromboli avvengono due eruzioni maggiori delle ordinarie lanciando pietre e ceneri in lontananza. |
X? | 1886 | 1 | 22 | strong rumble | - | blocks | - | - | [Mercalli] Verso le 8 pom., lo Stromboli diede un forte rombo con gettito di pietre. Poi si rimise in quiete. [Riccò and Mercalli] Il 22 gennaio brevissimo parossismo allo Stromboli. |
|
Source | Type | Year | Month | Day | Noise/earthquake | Ash plume | Large ejecta | PDC/tsunami | Lava flows | Original historical document |
Mercalli (1888a, b) | XX | 1887 | 1 | 31 | very loud rumble maybe shock wave earthquake during the paroxysm | - | large blocks towards West, and one towards East. | - | - | [Mercalli_a] 7 ant. violenta eruzione allo Stromboli il quale diede un boato come di parecchie centinaia di colpi di cannone e lanciò massi di enorme mole verso Ovest (uno solo dalla parte di Est). Nell'isola di Stromboli al momento dell'eruzione tutta l'isola si scosse, le porte scricchiolarono. |
XX | 1887 | 3 | 31 | strong rumble heard coming from the sea at 20 km from the island | much smoke | large fiery blocks launched at great height. many spatter bombs on the flanks. | a boat hears a rumble from the sea bottom. | - | [Mercalli_a] Verso le 9 pom. violentissima eruzione allo Stromboli ripetuta dopo un minuto di intervallo. Subito dopo si rimise nello stato normale. […] Fu questa [eruzione] brevissima, come sogliono essere i momentanei parossismi con cui lo Stromboli, ad irregolari intervalli, suole interrompere la sua ritmica e moderata attività. La forza però dell'esplosione del 31 Marzo si può argomentare da ciò che i massi infuocati vennero lanciati ad altezza enorme, poiché, dopo finita l'esplosione e disperso gran parte del del fumo, se ne vedevano ancora parecchi scendere dall'alto come stelle cadenti. Ed i marinai di una barca proveniente dalla Calabria, trovandosi a 20 chilometri di distanza, si accorsero dell'eruzione, avendo visto i fianchi dello Stromboli illuminati da una grande quantità di punti incandescenti, ed udito un forte rombo che pareva provenisse dal fondo del mare. | |
XX | 1887 | 11 | 18 | - | pumice covering the sea. | maybe large pumice | - | - | [Mercalli_a] Allo Stromboli eruzione mediocre, ma molto più forte delle ordinarie. [Platania] Nel Novembre 1887 vi fu una violenta eruzione esplosiva che coprì il mare di scorie pumicee, e si formò una nuova bocca all'orlo del cratere, la quale però scomparve dopo alcuni giorni. [Riccò and Mercalli] Gennaio 31, marzo 31, e novembre 18, tre eruzioni allo Stromboli. |
|
X | 1888 | 10 | 23 | maybe shock wave earthquake | - | - | - | - | [Mercalli_b] Il cratere dello Stromboli continuò nel suo stato ordinario di attività fino alla notte 23 al 24 Ottobre, in cui, verso le 9 pom., fece una eruzione molto forte, accompagnata da movimento del suolo sensibile in tutta l'isola. [Riccò and Mercalli] l'ultima di queste fasi eruttive [...] è cominciata la notte 23-24 ottobre 1888 con una violenta esplosione accompagnata da un sensibile terremoto avvertito in tutta l'isola. Tre nuove bocche si sono aperte sull'orlo superiore esterno della SdF attorno alle quali si sono formati tre conetti. |
|
X? | 1888 | 11 | 5 | maybe shock wave light earthquake | - | - | - | effusive eruption starting after the explosive event lava flow in SdF observed two months later | [Mercalli_b] Nella notte dal 5 al 6 novembre, verso l'1 ant. un'altra leggera scossa di terremoto si udì nell'isola, e nei giorni successivi, cominciarono ad apparire ed a crescere mano mano in grandezza i tre conetti avventizi [...] In seguito (pare nei primi giorni di gennaio), poco sotto il conetto occidentale si aprì una piccola bocca laterale, da cui di tanto in tanto usciva lava fluida che piano piano discese fino al mare. Il signor renda osservò questa colata nel 15 gennaio, e la rivide più sviluppata nel 19, nel qual giorno tre correnti discendevano fino al mare. [Riccò and Mercalli] Ottobre 23-24 e notte 5-6 novembre, eruzioni forti seguite da periodo eruttivo durato fino a giugno 1889. [...] la lava fluida incandescente riempiva permanentemente la gola del conetto centrale fino poco al di sotto del suo orlo superiore [...] e sgorgava lentamente all'esterno da una piccola bocca laterale aperta nel fianco rivolto a mare. [...] Lo Stromboli continuò in questo stato di forte attività, con replicati sgorghi di lava, fino al giugno 1889. |
|
Source | Type | Year | Month | Day | Noise/earthquake | Ash plume | Large ejecta | PDC/tsunami | Lava flows | Original historical document |
Riccò and Mercalli (1891) | XX | 1891 | 6 | 24 | very strong rumble, heard 40 km far intense shock wave. earthquake and large landslide at Filo del Cane. | two columns of ash. Fallout towards NE. a large ship is caught in the ash cloud. ashfall on the entire island, a few mm thick in San Vincenzo. | large blocks. large scoria towards North ignite fires. lapilli at 1 km from the vent. a large block fell in the sea at Pta Labronzo. light pumice covers the ground at the top. decimetric spatter and many blocks at 750 m elevation. | - | lava flow in the west side of SdF soon after the paroxysm | [Riccò and Mercalli] Poco dopo mezzogiorno del 24 Giugno del corrente anno, un terremoto sensibile ed una violenta esplosione vulcanica spaventarono gli abitanti dell'Isola Stromboli e specialmente gl'impiegati dell'Ufficio semaforico che si trovano più degli altri vicini al cratere attivo. [...] Alle 12:45 meridiane due scosse molto sensibili si avvertirono in tutta l'isola di Stromboli a pochi secondi d'intervallo una dall'altra. Forti boati e due violente esplosioni vulcaniche seguirono immediatamente le due scosse [...] Tanto i boati come le scosse si sentirono non solo in tutta l'isola, ma fino in Salina, che si trova a circa 40 chilometri di distanza. Infatti il signor ingegnere Cerati che si trovava, nel giorno 24, in Salina, ritirato in camera a riposare e quindi in perfetta quiete, verso l'una pom., avvertì a pochi secondi di intervallo due tremiti del suolo, brevissimi, ma sensibili, ed accompagnati da un boato simile a una cannonata. A Lipari non si avvertì nulla e tanto meno in regioni più lontane. [...] La prima scossa e la prima esplosione furono più forti di tutte le altre che seguirono. Al Semaforo il boato parve assai più forte di quello d'un cannone da cento e l'aeremoto fece rompere sette vetri delle finestre, specialmente di quelle rivolte verso il vulcano. Le due scosse furono molto più sensibili al Semaforo che a san Vincenzo, in proporzione della loro rispettiva lontananza dal cratere [...] Infatti, al semaforo la scossa cagionò spavento e delle piccole fessure quasi verticali in tutti gli architravi delle finestre del piano superiore dell'edificio. A San Vincenzo, invece, gli effetti della scossa si limitarono al sensibile tremolio del suolo e allo scricchiolio delle porte. L'urto del suolo fece staccare una grossa frana dalle rocce a picco sul mare della località detta il Filo del Cane, tra il Labronzo e San Vincenzo. Parecchie frane minori si staccarono nella stessa località nei giorni successivi. Le prime due esplosioni con cui cominciò la presente fase eruttiva dello Stromboli furono così forti che quelli del luogo affermano di non ricordarne altre più violente. Sul cratere si alzarono due potenti colonne di fumo e di materie infuocate, tanto alte da superare notevolmente la cima più elevata dell'isola. Dall'abitato di San Vincenzo, dove il signor renda osservava il fenomeno, i massi proiettati apparivano di notevole grandezza nonostante la lontananza di circa 2 chilometri e mezzo. Per un certo tempo, dopo queste eruzioni la montagna apparve ricoperta di materie infuocate. Alcune scorie grosse giunsero fino alla parte coltivata dell'isola, verso N, e bruciarono delle erbe ed alcune piante di fico. Al momento delle prime esplosioni passava, per caso, presso lo Stromboli, NE, un bastimento, il quale si trovò avvolto dal fumo e dalla cenere in tal modo da non poter scorgere i segnali dell'ufficio semaforico. Fino ad un chilometro e mezzo circa dalle bocche giunse in piccola quantità il lapillo formato da pezzetti di lave di qualche centimetro di grossezza. Gli impiegati del Semaforo attestano di aver pur visto un proietto piuttosto grosso lanciato in mare, passando vicino al loro edificio. Una fina cenere bigio-scura è piovuta su tutta l'isola appena dopo le esplosioni e durante il giorno 24, ma cessò nei giorni seguenti. A San Vincenzo formò sui tetti e sui balconi uno straterello di pochi millimetri di spessore. Nelle parti elevate dell'isola caddero in abbondanza delle pomicette assai leggere, le quali, però non giunsero che a poca distanza dal cratere attivo. [...] subito dopo cominciò a sgorgare lava in corrente da un punto della SdF prossimo alla bocca più occidentale e più bassa segnata n. 5; ed in corrispondenza a questo punto di emissione della lava, l'orlo superiore della Sciara su notevole estensione si squarciò formandosi una profonda slabbratura, come era già avvenuto, press'a poco nello stesso punto, nel Novembre 1882. Per due giorni continuò lo sgorgo della lava, e replicarono le esplosioni forti, sebbene decrescenti di intensità. I boati erano quasi continui e sentiti con forza fino a San Vincenzo. I tremiti che accompagnavano queste esplosioni molte volte si avvertirono al Semaforo, ma non fino a san Vincenzo. Nel giorno 26 cessò l'emissione della cenere, almeno in quantità sufficiente per giungere fino alla distanza del semaforo, ma continuarono fino a tutto il 27 le esplosioni abbastanza forti con deiezione di pietre e scorie incandescenti. Nel 28 e 29 lo Stromboli ritornò nella sua solita calma e lasciava sperare che fosse tutto finito. |
[Riccò e Mercalli, continued] La mattina del giorno 7 luglio, alle 5, ci avviammo verso la cima della montagna, salendo pel fianco di nord est [...] Tra i 400 ei 550 metri circa di altezza attraversammo grandi banchi di arene vulcaniche nerastre, evidentemente lavate dalle piogge, mancando quasi totalmente la parte fina e polverulenta. Ciò dimostrava anche ad una superficiale osservazione che non erano il prodotto delle recenti ma di antiche eruzioni. Esaminata poi alla lente ed al microscopio questa arena, vi trovammo appena tracce della cenere delle recenti esplosioni, caratterizzata da minutissimi frantumi di lava vitrea scoriacea. Saliti più in alto, tra i 750 e gli 800 metri di altezza, cominciammo a trovare sparsi al suolo, non però molto frequenti, i materiali di recente eruzione, cioè scorie e proietti evidentemente lanciati dalle ultime esplosioni. Giunti poi presso la cima settentrionale dell'isola (918 metri secondo la carta dello Stato Maggiore) trovammo il suolo tutto ricoperto da uno straterello di lapillo e di scoriette delle recenti esplosioni.[...] Tre volte lo Stromboli, durante il recente periodo eruttivo, emise lava in corrente. Abbiamo detto che una prima colata di lava sgorgò nel 24 giugno, subito dopo le prime due esplosioni, dalla parte più occidentale della Sciara; una seconda venne emessa dalla bocca n.3, nel giorno 30 giugno, e una terza il giorno 16 luglio alle ore 9 ant. discese verso la parte centrale della Sciara tra le prime due colate. [...] Presso il Filo del Fuoco, tra i 750 e gli 800 metri di altezza, trovammo sparsi qua e là diversi pezzi isolati di piccole e grosse scorie nerastre, che per la freschezza loro e per non essere ricoperte di arena vulcanica, mostravano chiaramente di essere state deiettate delle ultime forti esplosioni. Una di queste scorie, che ha un decimetro cubo circa di volume, presenta esternamente una leggera crosta completamente vetrosa, simile affatto a vernice, di colore nerastro ed in alcuni punti bruno-rossastro, in altri volgente all'azzurro iridescente. Nell'interno è rugosa, mediocremente porosa, e nelle porosità o interruzioni più grandi presenta la lava ridotta in fili sottilissimi, talvolta veramente capillari e appena visibili a occhio nudo. Assai interessante è una scoria più grossa a forma di focaccia, di 4 a 5 decimetri di diametro per 3 a 4 cm di spessore; la sua parte centrale per due centimetri circa ha aspetto litoide, simile a quello della lava in colata; soltanto ne differisce per la minore compattezza; ma tutta la parte superficiale è assai scabra, porosa e ricoperta da uno straterello vitreo-lucente, il quale nella parte inferiore, ove poggiava sul suolo infossato nella sabbia, è bigio nerastro; superiormente invece, è di un nero splendente volgente all'azzurro e con sensibile iridescenza. [...] Nella porosità presenta, come la precedente, la parte vitrea della lava ridotta in fili sericei.[...] Lo Stromboli nelle sue forti esplosioni del 24 e del 30 giugno lanciò anche un buon numero di proietti formati da pezzi informi di lave basaltiche antiche, più o meno profondamente alterate dalle esalazioni gazose a cui rimasero esposti nella gola del vulcano. [...] Presso il Filo del Fuoco, a circa 800 metri di altitudine abbiamo trovato diversi di questi proietti ricoperti esternamente ed entro le porosità da una materia rossastra mista a sali molto igroscopici e deliquescenti, tanto che mentre il terreno sabbioso su cui poggiavano era perfettamente secco, il proietto era tutto pregno di acqua fortemente acida e di sapore salato-astringente. La roccia stessa del proietto è profondamente decomposta, tanto che si sgretola facilmente nelle mani. [...] Il giorno 24 giugno le esplosioni forti dello Stromboli erano accompagnate dalla proiezione di una fina cenere che fino a S. Vincenzo si depose con uno spessore di alcuni millimetri e, in generale arrivò più o meno abbondante in tutte le parti dell'isola. | ||||||||||
X | 1891 | 6 | 30 | rumble maybe shock wave earthquake | high column | - | - | lava flow in the east side of SdF. another lava flow two weeks later in the central part of SdF. | [Riccò and Mercalli] Il 30 Giugno replicarono terremoto ed eruzione. […] la mattina del 30 Giugno si avvertì in tutta l'isola una scossa con sensibile movimento del suolo e con scricchiolio delle porte, e, dopo pochi istanti, altra scossa forte accompagnata da boato e da violenta esplosione vulcanica. Queste scosse non si propagarono sensibilmente nelle altre isole eolie; solo a Lipari si scaricarono i sismografi a verghetta. [...] L'eruzione della mattina del 30 fu meno forte della prima esplosione del giorno 24 e più forte della seconda; lo stesso dicasi delle scosse. Un impiegato del Semaforo che, per caso, alle 6.45 ant. aveva appunto rivolto lo sguardo al cratere, vide cominciare la nuova eruzione coll'alzarsi di un'altissima colonna di vapori e di materie incandescenti, che sgorgarono dalla bocca più orientale segnata al n.2 [...]. Subito dopo l'esplosione, un'abbondante corrente di lava principiò a sgorgare da un punto situato un poco più in basso e più ad ovest della bocca da cui avvenivano le esplosioni [...] Per tutto il giorno 30 le esplosioni forti si ripeterono a brevi intervalli con tremiti del suolo sensibili fino al semaforo. I boati erano quasi continui. Verso le 11 ant. dello stesso giorno un movimento del suolo molto più sensibile degli altri si avvertì al Semaforo, senza essere accompagnato da una corrispondente recrudescenza delle esplosioni; le quali continuarono a replicarsi abbastanza forti e con molta frequenza fino a tutto il 2 luglio. | |
[Arcidiacono, appendix] | XX | 1891 | 8 | 31 | very loud explosion, like a heavy cannon maybe shock wave earthquake | dense eruptive column. Fine red ashfall, some centimeters thick at most. | large scoria and blocks even at significant distance. Small fires. | - | no lava flows. | [Arcidiacono - appendix of Riccò and Mercalli] Nei giorni 29 e 30 del predetto mese di agosto lo Stromboli rimase quasi in calma perfetta. Si vedeva, però, qualche debole emanazione di vapori bianchi dai fumaiuoli che facevano corona sul bordo del cratere. Il giorno 31, di buon mattino, alle ore 7.48, ebbe luogo una violenta esplosione, preceduta, di pochi istanti, da forti e rapide vibrazioni del suolo, che produssero dei movimenti ai vetri delle finestre, alle imposte, ai soprammobili e misero in grande preoccupazione gli abitanti del villaggio, i quali, subito dopo, furono addirittura spaventati dallo scoppio del vulcano, che fu paragonato al colpo di un grosso cannone da 100 tonnellate. [...] Colla esplosione lo Stromboli lanciò in aria una densa colonna di fumo eruttivo, misto a sabbia, cenere e accompagnato da brandelli di lava infuocata, bombe ed altri proiettili più o meno grossi, che furono sparsi a distanze relativamente considerevoli, suscitando qualche piccolo incendio negli estremi limiti della regione coltivata e producendo qualche danno insignificante nelle vigne più avvicinate al cratere. Poco dopo l'esplosione, quasi in tutto il circuito dello Stromboli, ebbe luogo una spessa pioggia di sabbia finissima, di color rosso-oscuro, la quale raggiunse in alcuni punti lo spessore di qualche centimetro. [...] Anche le forti esplosioni del 31 agosto furono accompagnate da una pioggia di cenere su tutta l'isola di Stromboli. |
Source | Type | Year | Month | Day | Noise/earthquake | Ash plume | Large ejecta | PDC/tsunami | Lava flows | Original historical document |
Riccò (1907) Platania (1910) | X? | 1892 | 5 | 11 | Terremoto fortissimo e parossismo | |||||
X? | 1893 | 1 | 30 | Terremoto locale e parossismo spaventevole | ||||||
X? | 1893 | 8 | 11 | Terremoto forte e parossismo violentissimo | ||||||
Arcidiacono (1896a,b,c) | X | 1895 | 3 | 29 | very loud explosion earthquake felt in Calabria | - | - | - | - | [Riccò] Parossismo; [Arcidiacono] il giorno 29, verso le ore 11, ebbe luogo una fortissima esplosione, in concomitanza con una sensibile scossa di terremoto, avvertita in parecchie località delle Calabrie. |
Arcidiacono (1897a,b) | X | 1896 | 7 | 13 | loud explosion, heard at Lipari earthquake, lasting 3s and felt in Calabria | dense ash plume. ashfall over the island | scoria and lava fragments at great distance | - | - | [Riccò] Parossismo; [Arcidiacono] allo stato normale per tutto il mese tranne che per il giorno 13, in cui, ad ore 16,7m, ebbe luogo una forte esplosione del vulcano: furono lanciati a grande distanza brandelli di lava e scorie incandescenti che suscitarono qua e là parziali incendi e lievi danni. La momentanea manifestazione eruttiva fu accompagnata da un fortissimo rombo il quale fu avvertito fino a Lipari. L'isola di Stromboli, dopo l'esplosione, fu coperta da densissimo fumo e si ebbe anche una pioggia di cenere. Contemporaneamente all'esplosione fu avvertita una leggera scossa ondulatoria in direzione SE-NW, della durata di 3 secondi circa, quale scossa fu anche avvertita in alcuni paesi della vicina Calabria. [Platania] Nel 1896 e 97 il vulcano fu relativamente più calmo, salvo le forti esplosioni del 13 Luglio 1896… |
Arcidiacono (1898a,b) | X | 1897 | 7 | 17 | - | eruption of ash and smoke | many hot blocks and scoria. some fires ignited by the ejecta. | - | - | [Riccò] Parossismo; [Arcidiacono] il giorno 17, alle ore 15,32m, preceduta da un sensibile terremoto, ebbe luogo in quel vulcano una forte eruzione di fumo misto a cenere ed accompagnato di una grande quantità di massi incandescenti e di scorie; si ebbe qualche parziale incendio nelle macchie che rivestono qua e là i fianchi del monte, provocato dai proiettili infuocati. Alle ore 17 circa, avvenne un'altra eruzione, meno forte della precedente; nel corso della notte poi fu osservata una viva luca che risplendeva in cielo, al di sopra del cratere. [Platania] … e 17 Luglio 1897. |
X? | 1897 | 7 | 18 | - | - | - | - | - | [Arcidiacono] Nel giorno 18, alle ore 5, si ebbe una terza eruzione, presso a poco come quella del giorno precedente delle ore 17. | |
Arcidiacono (1899a,b) | X? | 1898 | 8 | 24 | continuous rumble | significant mass of ash and smoke a week after the explosion plumes 300 m high | blocks, scoria, and lava fragments | rockfalls in SdF. | small lava flows in SdF, but not reaching the sea. | [Riccò] Parossismo; [Arcidiacono] nella notte fra il 24 ed il 25 ebbe uno dei soliti parossismi consistente in una serie di eruzioni di brandelli di lava incandescente, scorie, notevoli masse di fumo misto a cenere, accompagnate da continui rombi. Il materiale lavico eruttato allo stato pastoso, formava delle piccole colate di lava incandescente che, giunte ad un certo punto del ripido pendio della SdF, si rapprendevano, e lasciavano liberi massi che, rotolando, andavano a cadere nel mare sottostante. Il sig. Giuseppe renda, che ci comunicò le superiori notizie, aggiunge che tale risveglio eruttivo fu più breve e meno intenso di quelli che si erano avuti negli anni precedenti. […] L'ing. Semprini si trovò sulla cima del monte la mattina del 30 agosto, e la fase eruttiva cominciata nella notte tra il 24 ed il 25 del predetto mese, e della quale più sopra abbiamo dato qualche breve cenno, volgeva già al suo termine. Ciò malgrado, egli trovò che la bocca, n. 4 faceva delle eruzioni quasi continue di fumo grigiastro, di massi incandescenti, scorie e cenere, accompagnate da un rumore caratteristico che l'Ing. Cortese paragonò assi bene a quello prodotto dallo schiantarsi di molte tavole o di un assito. I prodotti di tali eruzioni formavano al di sopra della predetta bocca dei pini giganteschi che spesso raggiungevano l'altezza di m. 300; il materiale solido o pastoso, in gran parte ricadeva nell'interno del cratere, il resto formava delle pseudo correnti di lava incandescente lungo il pendio della Sciara del Fuoco, o rotolava, con grande fracasso, fino al mare. |
X? | 1898 | 10 | 20 | rumble, 10 m long shock wave | - | - | - | - | [Arcidiacono] Nel mese di ottobre, l'attività eruttiva di quel vulcano (Stromboli) era alquanto aumentata in confronto a quella del mese precedente, durante il quale era ridotta quasi al minimo. Di notevole nel mese [di ottobre] fu registrata una fortissima scossa nell'edifizio del semaforo, cagionata dalla esplosione di una delle bocche eruttive, probabilmente la n. 4, avvenuta nel giorno 20, ad ore 22; il rumore durò per ben 10 minuti primi. | |
X | 1898 | 10 | 25 | shock wave | ash plume 300 m high | - | rockfalls in SdF. | lava flows in SdF reaching the sea. | [Arcidiacono] Inoltre il giorno 25, ad ore 9.20m avvenne una fortissima eruzione nella bocca n.5, dalla quale s'innalzò un pino eruttivo imponente, dell'altezza di oltre m. 300; oltre al fracasso prodotto dal precipitare delle pietre lungo il pendio della Sciara del Fuoco, non si avvertì nessuna detonazione; si ebbe bensì una forte scossa dell'edifizio, nel quale, per le violenti vibrazioni dell'aria, furono spalancate parecchie porte e finestre. La mattina del 28 il predetto prof. Riccò, ad ore 7 circa, si trovava sulla cresta dei faraglioni di levante, in vista della Sciara del Fuoco. Le correnti di lava, su quel ripido piano inclinato, erano poco rilevate, e le punte delle loro testate, mentre prima erano sporgenti sul mare, allora erano completamente scomparse. [...] Nel mese (di novembre Stromboli) ha attraversato un periodo di calma straordinario, tanto che negli ultimi giorni è stato possibile al prof. Matteucci, dell'Università di Napoli, in compagnia del signor A. Semprini Capo-posto del semaforo, di spingersi proprio fra le bocche dell'apparato eruttivo. | |
Arcidiacono (1900) | X? | 1899 | 11 | 10 | rumble, 40s long | fog hides the summit during the main explosion | fog hides the summit during the main explosion | large blocks and rockfalls in SdF. | - | [Riccò] Recrudescenza; [Arcidiacono] Nella prima decade (di novembre) lo Stromboli attraversò una fase di debolissima attività; il 10, a 7h.55m […] ebbe luogo una fortissima esplosione che si ripercosse per tutta l'isola. La nebbia che avvolgeva la cima del vulcano non permise di notare quale delle bocche dell'apparecchio eruttivo era in attività; l'eruzione durò per circa 40 s. Si sentiva il fracasso del materiale eruttato rotolante lungo il pendio della Sciara del Fuoco, verso la cui metà, al dileguarsi della nebbia, furono visti grossi massi precipitare verso il mare tra nugoli di polvere sollevata dalla loro corsa sfrenata. A sera furono osservate le bocche 4 e 4bis in attività quasi continua, lanciando in aria fumo nero misto a scorie e pietre facendo forti detonazioni. La 5a bocca anch'essa, con l'intervallo di 40m, circa, faceva delle eruzioni di fumo nero e molte pietre, accompagnate pure da forti detonazioni. Nei primi giorni della seconda decade le bocche 4 e 4bis conservarono ancora la loro attività, ma dopo il 1 5 essa declinò sensibilmente. |
Arcidiacono (1901) | X | 1900 | 4 | 10 | long rumble light earthquake | much grey smoke ash fall and sulfur gases over all the island | - | rockfalls in SdF. | small lava flows near the craters one month before the explosion | [Arcidiacono] In questo mese (marzo) si constatò un sensibile aumento nell'attività dell'apparato eruttivo di Stromboli [...] si ebbero dei massimi relativi il 7 e l'11, nei quali furono pure osservati dei deboli trabocchi di lava fluida dalle bocche 4 e 4 bis predette. [...] Nella prima decade del mese (di aprile) il vulcano rimase in uno stato di debole attività; il giorno 10, a 12h55m fu inteso da tutti gli abitanti di Stromboli un forte e prolungato boato, seguito immediatamente da una formidabile eruzione di fumo grigio misto a molto materiale frammentario, fatta dalla bocca 4bis: il fumo ben presto si estese su tutta l'isola facendo cadere un'abbondante pioggia di cenere e spandendo ovunque un acuto odore di anidride solforosa; il materiale solido e grosso rotolando lungo il pendio della Sciara del Fuoco sollevava nugoli di polvere ed andava a cadere nel mare. Questa eruzione fu anche accompagnata da una leggera scossa di terremoto che fu avvertita in tutta l'isola. Dopo tale manifestazione eruttiva, il vulcano rimase in grande eccitazione fino alla fine del mese, e le bocche 4, 4bis, e 5 furono quelle che si mostrarono maggiormente attive. |
X | 1900 | 5 | 20 | very loud explosion light earthquake | great column, grey abundant ashfall on the island | large quantity of blocks, including big blocks | - | - | [Riccò] Improvviso risveglio: fortissime esplosioni; [Arcidiacono] Durante la 1a e 2a decade del mese, (Stromboli) si mantenne in uno stato di debole attività, anzi si può dire in una certa calma relativa: il 20 si ebbe però un improvviso e considerevole risveglio che perdurò poi, con diverse alternative, sino alla fine del mese. Nel predetto giorno 20, a 8h 30m ebbe luogo una fortissima esplosione dalla bocca 4bis, per la quale si sollevò a considerevole altezza una grandiosa colonna di fumo grigio, misto a grande quantità di pietre più o meno grosse; a 12h3m succedette un'altra esplosione, anch'essa fortissima, e del medesimo genere della precedente, poco dopo si ebbe un'abbondante pioggia di cenere che cadde su gran parte dell'isola. Questo risveglio dello Stromboli fu anche accompagnato da leggeri movimenti del suolo. |
|
X | 1900 | 8 | 4 | loud explosion | thick grey eruptive column | much fragmentary material | - | - | [Riccò] Parossismo; [Arcidiacono] Continua lo Stromboli ad attraversare un periodo di debole attività eruttiva: le bocche 1,2,3,5,e,6 o giacciono in una completa inerzia o mandano fuori tranquillamente dei vapori bianchi; solo le 4 e 4bis, di tanto in tanto danno segno di vita facendo delle considerevoli eruzioni di fumo nerastro denso, misto a lapilli e scorie; in rapporto a tali bocche si ebbe un massimo relativo di attività il giorno 4, in cui a 14h 10m, ebbe luogo alla 4 bis una forte esplosione, seguita immediatamente da un'alta e grossa colonna di fumo grigio, denso, misto a copioso materiale frammentario ... |
|
X | 1900 | 8 | 22 | loud explosion | tall black column. ashfall lasting many hours, 1cm thick fallout | many fiery large ejecta | - | - | [Riccò] Parossismo; [Arcidiacono] ... ed un altro, molto più importante del precedente, il 22, nel qual giorno, a 4h 50m, fu avvertita una fortissima esplosione proveniente dalla bocca 4, seguita immantinente da una alta colonna di fumo nero denso misto a moltissimo materiale grosso e minuto incandescente. Il fumo eruttivo tosto si estese su gran parte dell'isola, lasciando cadere per parecchie ore uno strato di cenere che al semaforo raggiunse lo spessore di 10mm. |
|
X? | 1900 | 9 | 19 | earthquake during the major explosion | Significant ash fall | - | - | - | [Arcidiacono] In questo mese (settembre) la bocca 4 rimise alquanto della sua attività mostrata nel mese precedente; si mantenne invece attivissima la 4bis e aumentò mediocremente l'attività della 5. In concomitanza delle eruzioni più forti della predetta 4bis, si ebbero scosse di terremoto avvertite generalmente su tutta l'isola, alcune produssero anche qualche leggiera lesione ai fabbricati. Si verificarono dei massimi nell'attività nei giorni: 6, 19 e 30. Nel pomeriggio del 19 ebbe luogo anche un'abbondante pioggia di cenere in seguito ad una violenta eruzione della bocca 4. | |
X | 1900 | 10 | 19 | strong earthquake, before the major explosion | black eruptive column 300m high. ashfall over the island. | yes, lapilli at 1 km distance. | rockfalls in SdF. maybe PDC in SdF. | - | [Riccò] Terremoto e parossismo; [Arcidiacono] In grande attività, specialmente nella prima decade del mese (di ottobre). [...] L'attività del vulcano diminuì sensibilmente nella seconda decade, ma ciò avvenne per preparare e mandare ad effetto una violenta manifestazione eruttiva nel giorno 19: in questo giorno, a 9h 55m, preceduta da una forte scossa di terremoto, avvenne una violentissima eruzione, non si poté precisare da quale bocca, per la quale si innalzò fino a m. 300, una grandiosa colonna di fumo denso, nero, misto a copioso materiale frammentario incandescente di ogni grossezza, che precipitando lungo il pendio della Sciara del Fuoco e cadendo nel mare, sollevava turbini di polvere e vapore d'acqua. Poco dopo sopravvenne una pioggia di cenere che cadde su quasi tutta l'isola, e di lapilli che si limitò entro il raggio di circa un chilometro dall'apparato eruttivo. Nel resto della giornata l'attività di Stromboli rimase molto energica. Nella terza decade invece si ridusse ad uno stato di mediocre attività. |
|
Arcidiacono (1904) | X | 1901 | 3 | 8 | rumble | thick black smoke bearing scoria and lapilli fog hides the summit | yes, lapilli and scoria | - | - | [Riccò] Forte detonazione ed eruzione; [Arcidiacono] Durante la prima metà di questo mese (marzo) il vulcano presso a poco mantiene la stessa attività del mese precedente; nella seconda metà gli intervalli di tempo con cui avvengono le eruzioni della 4bis, si fanno assai più lunghi. Il giorno 8, a 9h, 25m, preceduta da un cupo rombo, ha luogo una forte eruzione di fumo denso nero, mescolato a scorie e lapilli, della durata di 1/4 d'ora; non si può precisare, per la caligine che in quel mentre avvolge l'apparato eruttivo, da qual bocca provenga. Un'altra eruzione silenziosa di fumo grigio è notata il giorno 28, a 8h, dalla bocca 3, della durata di circa 20m; ed il 30 , a 16h10m, grosse colonne di fumo nero sono viste alzarsi dalla parte centrale del predetto apparato eruttivo, probabilmente dovute ad un risveglio della Fossa Grande, o bocca n.1. |
X | 1901 | 9 | 22 | - | dark and thick eruptive column partially in the fog ashfall at Labronzo | solid material erupted | rockfalls in SdF. | - | [Arcidiacono] L'attività eruttiva dello Stromboli (in settembre) è ancora più debole di quella del mese precedente: la bocca 4bis, la più attiva, in questo mese fa le sue eruzioni con intervalli di 2h e con minore energia. Nel giorno 22, a 16h, 40m l'apparato eruttivo rimane coperto dalla nebbia, ad un tratto si vedono innalzare delle colonne di fumo denso, nerastro, che per lungo tratto sorpassano il fitto manto di nebbia che avvolge la cima del vulcano; nel medesimo tempo si ode il fracasso prodotto dal materiale solido eruttato che precipita lungo il pendio della SdF; per circa mezzora si ha al semaforo una pioggia di cenere. | |
X | 1901 | 12 | 29 | loud explosion | dense grey smoke, ashfall 1/4 hour on the villages | much solid material erupted | rockfalls in SdF. maybe PDC in SdF. | - | [Riccò] Forte esplosione ed eruzione; [Arcidiacono] (In Dicembre) notevole risveglio del vulcano: sin dai primi giorni del mese le eruzioni delle diverse bocche dell'apparato eruttivo accennano ad una ripresa del dinamismo; l'attività eruttiva va mano mano crescendo con l'inoltrarsi del mese; nella terza decade si perviene a quella intensità che il vulcano aveva nel mese di agosto e forse la supera di poco. A questo riguardo vanno segnalati i giorni 14, 15, 16 e 18 e più specialmente il 29. Ricominciano i rombi, molti dei quali sono così forti da produrre tremolio e rumori alle imposte del vicino semaforo; nel giorno 29 predetto, alle 9h,45m si ode una così forte detonazione, da richiamare l'attenzione del personale sullo stato del vulcano; densi nuvoloni di fumo grigio si sollevano dalla sommità del monte e gradi masse di polvere si vedono lungo il pendio della SdF prodotte dalla grandissima quantità di materiale solido eruttato, che con alto fragore precipita in mare; nel centro abitato e adiacenze cade cenere per circa 1/4 d'ora. |
|
Source | Type | Year | Month | Day | Noise/earthquake | Ash plume | Large ejecta | PDC/tsunami | Lava flows | Original historical document |
Riccò (1907) Platania (1910) | X | 1903 | 1 | 22 | loud explosion shock wave | much reddish smoke | very much fiery material at significant height | - | lava flows before the major explosion | [Riccò] Parossismo; [Riccò, continued] Nella prima decade (di gennaio) eruzione silenziosa di molta lava; al 10 forte detonazione ed eruzione di densi vapori; dal 13 al 16 lancio a poca altezza di materiale incandescente, eruzione di lava dalla bocca 4bis; dal 17 al 22 fortissime detonazioni, lancio di molto materiale incandescente ed abbondante colata di lava; specialmente notevole la strepitosa detonazione del 22 a 19h 30m che scosse fortemente il Semaforo, seguita da eruzione a considerevole altezza di copiosissimo materiale incandescente che illuminò le falde del vulcano come di giorno; emissione di molto fumo rossastro e lava. Al 23 stato normale. |
X | 1903 | 3 | 9 | loud explosion shock wave | - | - | possible lava dome is extruded and explodes five days after the major explosion great lava flow six days before the major explosion | [Riccò] Parossismo; [Riccò, continued] Continua la grande attività; al 3 (marzo) di notte sgorga silenziosamente una grande colata di lava lucidissima: aumento delle fumarole presso la bocca n. 5, le quali emettono fumo giallognolo: il giorno 9 a 10h 28m violentissima detonazione che fa aprire porte e finestre del Semaforo: nello stesso giorno continuano frequenti le fortissime detonazioni.Il giorno 11 si nota a SW della bocca n.4 un masso enorme di forma conica alto circa 10 m., che di giorno in giorno aumenta e scompare il 14 a 13h52m in seguito a fortissima detonazione. Nella seconda metà del mese l'apparato eruttivo si mantiene relativamente calmo fino al 24; dal 25 al 28 si hanno detonazioni intensissime ed abbondanti eruzioni di materiali. |
||
X? | 1903 | 11 | 11 | loud explosion | much smoke | - | - | great lava flows in the week after the major explosion | [Riccò] Grande recrudescenza; [Riccò, continued] Nella prima decade continua la calma: solo si osservano deboli eruzioni di materiale frammentario dalle bocche 4 e 4bis e molto vapore emesso dalle fumarole. Il giorno 11 a 23h 40m formidabile esplosione che è l'inizio di importante parossismo; la grande attività eruttiva si mantiene costante fino al 18 con assordanti detonazioni come di grossa artiglieria, forti e prolungati boati e denso ed abbondantissimo fumo, che impedisce di vedere quel che accade nell'apparato eruttivo. solo il 16 a 16h35m in un momento di tregua si poté constatare la formazione di una nuova bocca (n.6) a NNE della 4bis, di notte però la cima del vulcano si vedeva sempre illuminata dalle eruzioni, e così si è potuto riconoscere che fino al 15 furono attivissime le bocche 4 e 4bis; alla sera del 16 si vede in azione anche la nuova bocca 6, ma con minore intensità. La Sciara del Fuoco per il nuovo materiale eruttato si è tanto alzata che ora dal Semaforo si vede il pendio per 2/3, mentre prima se ne vedeva solo 1/3. Vi furono notevoli colate di lava al 12, 13 e 14 ed altre più importanti di forma di cascata liquida al 15, 16, 17, 18.Sembra che la lava sia scaturita da una nuova bocca a pochi metri a SE della 4bis. Dal 18 in poi il vulcano tende a rientrare nel suo stato normale. |
|
X | 1904 | 3 | 19 | loud explosion | - | many ejecta blocks of decimetric size fall at 300 m from the shore. | significant rockfall in SdF. dust from SdF clouds the sun for 2m possible PDC in SdF | - | [Riccò] Forte detonazione ed eruzione; [Riccò, continued] Attraverso la nebbia si può constatare solo che le eruzioni sono silenziose e non cade materiale lungo la SdF; nei giorni 11-18 (marzo) vi sono rare eruzioni di fumo e poco materiale; nei giorni 19 e 20 maggiore attività alle 13h del 19 forte detonazione con abbondante getto di materiale che produsse tale polverio nella Sciara del Fuoco da oscurare il sole per 2 minuti: parecchi massi di 40cm andavano a tuffarsi in mare a 300m dalla costa; a 13h 45m altra detonazione più forte, ma con minor getto di materiale; nel giorno 20 eruzioni di varia intensità con intervalli di 10m; eruzioni silenziose nella 3a decade, con veri getti di materiale, come nella sera del 25, con fumo nero. |
|
X? | 1904 | 8 | 22 | shock wave. | - | - | - | - | [Riccò] Fortissime eruzioni e poi calma; [Riccò, continued] Continua la calura estiva. Però al 22 nella notte vi sono fortissime eruzioni che hanno scosso il Semaforo: dopo è tornata la calma. |
|
X | 1905 | 2 | 25 | loud explosion shock wave. | - | fiery blocks and spatter. | rockfall forms a 40m long temporary peninsula at SdF | - | [Riccò] Nella 1a decade eruzione di scoria dalla bocca 4bis e fumo bianco dalle bocche 5 e 7; nei giorni 6 e 7 le scorie arrivano fino al mare; nella seconda decade si hanno le stesse eruzioni di scorie e fumo; al giorno 11 di quando in quando il fumo dalla bocca 3 diviene di color rosso mattone per 15 a 20m: il 19 erutta anche poche scorie dal 20 al 24 la bocca 6 erutta scoria ad intervalli di 30m con forte rombo; al 25 a 3h 20m fortissima esplosione come di una polveriera, che scuote tutto il semaforo e le case dell'isola, poi eruzione di blocchi di lava e scoria incandescenti: poi continuano fino a 10h eruzioni silenziose di molto materiale che va a mare dove forma una punta di circa 40m. [Platania] l'attività [...] ha un massimo il 25 Febbraio 1905 quando avviene una fortissima esplosione. |
|
X? | 1905 | 3 | 15 | loud noise, like breaking scaffold | great column of reddish ash | scoria | meter sized blocks, rockfalls in SdF. | small lava flow visible in SdF after a few hours from the major explosion | [Riccò] Nelle prime notti del mese vi sono solo eruzioni di fumo e di poche scorie e ceneri, giornalmente senza forti rombi; il 15 dalla bocca 3 a 14h comincia la emissione di grossi blocchi, alcuni per fino a 1 m, che scendono rumorosamente per la Sciara del Fuoco: poi ha luogo un forte fracasso come di impalcature che si rompono, e l'eruzione di una grossa colonna di fumo color rosso mattone con scoria e cenere; ciò si ripete ogni ora fino alle 18h, in cui rimane una piccola colata di lava che scorre lungo la sciara; nella notte 16-17 si vede la stessa lava. Nel resto del mese, per quanto lo consenta la nebbia, si constata la fase di mediocri eruzioni di fumo e di scorie e blocchi, talvolta grossi; al 30 vi sono eruzioni di fumo e pietre all'altezza di 100m. | |
X? | 1905 | 4 | 7 | loud explosion shock wave. | - | - | rockfalls in SdF. | - | [Riccò] Parossismo [Riccò, continued] dall'1 al 6 dalla bocca 4 eruzione di scorie e pietre con poco fumo, fino all'altezza di 100m con esplosioni come di cannone; il 7 esplosione a 14h 5m esplosione più forte che scuote il semaforo: si ode il rumore delle pietre che rotolano lungo la sciara; 8 al 15 nebbia: si sente nel vulcano un forte fruscio. ... |
|
X | 1905 | 4 | 16 | loud explosion shock wave. | much smoke and ash, fallout at ENE, light lapilli fell on a 400 m-wide stripe 4 km long. | many meter-sized blocks, one person is wounded by the blocks 300 m S from the peak. | large blocks, rockfalls in SdF. | - | [Riccò] Parossismo [Riccò, continued] ... il 16 a 14h 9m fortissima detonazione come di artiglieria del massimo calibro: dalla bocca 4bis viene lanciata una quantità di pietre grosse, fino ad 1m, con molto fumo e cenere: il Dott. G. Schulz di Monaco, che era a 300m a Sud delle cime fu ferito dalle pietre eruttate; dopo 5 minuti ha luogo una caduta di lapilli leggeri in una striscia larga 400m lunga 4 km in direzione ENE dal vulcano: dopo 15 minuti pioggerella d'acqua per mezzora; tutte le case furono scosse dall'aeremoto; poi le eruzioni pietre e fumo continuano con intervalli da 30m a 1h.Anche la bocca 4 fa eruzioni forti, ma brevi: la bocca 6 erutta grandi massi che cadono giù per la sciara; le altre bocche sono calme. Le eruzioni continuano allo stesso modo, però meno intense per il resto del mese; al 19 vi sono anche emanazioni di gaz soffocanti. |
|
X? | 1905 | 9 | 27 | loud explosion maybe shock wave Great Calabrian EQ three weeks before the major explosion | black ash fallout on the island | - | - | lava flow in SdF two weeks after the major explosion | [Riccò] Dall'1 al 7 (settembre) anche la bocca 4 è stata inattiva e la bocca 4bis e 6 hanno eruttato mediocri quantità di scoria e pietre. L'8 a 2h 45m fortissima scossa di terremoto della durata di 50s seguita da altre 10 deboli (grande terremoto di Calabria). Il personale uscito dal Semaforo al momento della scossa notò che anche le bocche 4bis e 6 erano calme: solo dopo circa 30m la 6 emise poca quantità di materiale questa e le altre eruzioni della 6 erano precedute da scuotimento del suolo. Dall'8 al 26 vi furono altre scosse minori. Il 27 vi fu forte detonazione con scuotimento del suolo e pioggia di molta cenere nerastra nell'isola. (In ottobre) Grande calma: nella 1a e 2a decade solo la bocca 6 emette silenziosamente fumo e cenere: dal 13 al 15 le fumarole hanno emesso molto fumo: una lunga colata di lava scende per la sciara. | |
X? | 1906 | 1 | 19 | strong rumble | much grey ash | fiery material | - | lava flow in SdF three weeks before the explosion great lava flow in SdF after the major explosion | [Riccò] Il 30 (dicembre) alla sera l'apparato eruttivo dal paese apparisce tutto illuminato per una grande colata di lava che scende per lungo tratto della SdF. (In gennaio) calma nella 1a decade, tranne l'8, 9, 10 in cui fu osservato che le bocche 4bis e 6 lanciavano a grande altezza scorie lapilli con fumo grigio e mediocri detonazioni; nella 2a decade tutte le fumarole sono in piena attività ed eruttano fumo nero; al 19 forte boato con caduta di molta cenere grigia: alle 15h scende per la sciara una grande e lunga colata di lava e si ha eruzione di materiale incandescente; nella 3a decade le bocche 1 e 4bis sono in costante attività, emettendo rumorosamente a vicenda grandi colonne di fumo nerastro; la bocca 6 ha cominciato dal 30 a 14h ed emette quasi continuamente una grande quantità di scorie, pietre e qualche blocco. | |
X? | 1906 | 7 | 11 | strong rumble shock wave. small earthquake a month before the major explosion | much ash is erupted | - | - | - | [Riccò] Nella 2a decade (di giugno) calma quasi completa con sole emanazioni di fumo bianco; il 18 a 13h4m leggera scossa di terremoto; nella 3a decade continua lo stesso stato; 28 circa al tramonto, leggerissima scossa. Si sono formate delle sublimazioni gialle presso le bocche. (A luglio) Nella 1a decade continua la calma; all'11 ricomincia l'attività eruttiva crescente: alle 16h viene eruttata una grande quantità di cenere con forte rombo e scuotimento delle imposte: dalle 22h alle 24h i boati si ripetono con grande intensità; ... | |
XX | 1906 | 7 | 15 | strong and long lasting rumble shock wave two explosions separated by 2h 30 m. | very much ash obscures the sun for one entire day ashfall also eleven days after the main explosion | much fiery material in Forgia Vecchia (ESE) ignites fires and reaches the sea. lava fountains. many blocks and spatter bombs ignite fires at NE. 1 ton block at 1.5 km at NNW. | likely PDC at Ginostra (WSW) that reaches the sea and ignites fires. | lava flow 50 m long in SdF ten days after the paroxysm. | [Riccò] Grande parossismo [Riccò, continued] ... il 15 a 20h 35m, preceduta da forte rombo e prolungato, avviene una fortissima eruzione di una grande quantità di materiale incandescente che investe la località Forgia Vecchia nel versante ESE dell'isola, incendiando le boscaglie sottostanti ed arriva a mare. Una colonna di materiale ignoscente si riversa nella direzione della borgata Ginostra a WSW dell'apparato eruttivo. Nella notte e nel giorno successivo diminuisce l'intensità eruttiva, poi improvvisamente alle 17h 50m le bocche 4 e 4bis lanciano simultaneamente colonne di fuoco alte 300m, precedute da rombo violentissimo che scuote i fabbricati: grande quantità di pietre e lava a falde si precipitano sul pendio NE, incendiando i primi vigneti, che sono a 300m dall'apparato eruttivo! Cenere abbondantissima oscura il sole per tutta la giornata. La popolazione è allarmatissima. continuano le eruzioni delle bocche 4, 4bis e 6, nei giorni 17 e 24: al 25 diminuiscono senza cessare, e si vede una colata di lava lunga 50 m scendere per la SdF. Al 26 le bocche 4, 4bis e 6 riprendono vigore che però presto diminuisce ed seguito da copiosa pioggia di cenere. In questo parossismo un blocco di una tonnellata è stato lanciato a 1 1/2 km a NNW dall'apparato eruttivo, rimanendo quasi sepolto nel suolo. Dopo l'attività eruttiva va diminuendo. |
|
X | 1907 | 1 | 11 | long rumble. shock wave | much obscure ash fell in Piscità. | - | - | great lava flow in SdF two weeks after the major explosion. | [Riccò] Nella 1a decade apparato eruttivo quasi calmo, solo nei giorni 8, 9, 10 le bocche 4 e 4bis eruttano ad intervalli di 30 m gran quantità di materiale frammentario con sordi boati. Il giorno 11 alle 9h 45m forte e prolungato boato che scuote le imposte, e molta cenere oscura cade nella contrada Piscità; al 14, 15, 16 nebbia: si è visto solo che le bocche 4 e 4bis emettevano fumo scuro, senza rumore; al 17, 18, 19, 20 qualche rombo debole; al 21, 22, 23 molto fumo delle fumarole e qualche rumore interno: la bocca 6 sola erutta scorie e cenere; al 24, 25, 26 nebbia: si odono come colpi di fucileria; dal 27 al 31 le bocche sono in piena attività con fortissimi e frequenti rombi. Le bocche 4 e 6 eruttano con grande rapidità scorie, pietre e grossi blocchi e fumo nero in forma di alto pino, ed una grande colata di lava scende per la Sciara e cade in mare, ove forma vortici e gorgoglio dell'acqua; alla sera si vede tutto l'apparato eruttivo fortemente illuminato. Nella 1a decade (di febbraio) notevole calma relativa, specialmente dall'1 al 4: solo le bocche 4 e 6 emettono a brevi intervalli fumo oscuro con sordi boati. | |
XX | 1907 | 4 | 13 | very strong rumble intense shock wave breaks windows | - | very much fiery projected material. | the lava flow in SdF dragging large fiery blocks | great lava flow in SdF lasting 20 m | [Riccò] Calma nella prima decade, poi formidabile parossismo; [Riccò, continued] Nei giorni 12, 16, 18, 19, 20 (marzo) le bocche 4 e 6 con intervalli di 40s eruttano gran quantità di scorie, pietre e qualche blocco: la bocca 6 erutta anche fumo e cenere ed una colata di lava lunga circa 250 m; al 23 ad ore 10 la bocca 6 erutta grosse pietre con rombi e pioggerella di cenere; al 25, 27 e 29 nebbia. Nella prima decade (di aprile) apparato calmo fino al 9 e 10 in cui si ha una certa attività dalle bocche 4 e 6, che eruttano fumo e scorie con sordi boati; 11 e 12 nebbia; il 13 grande attività: emissione continua di fumo, rumori interni con intervalli di 40s; alle ore 21h50m straordinario fortissimo rombo che scuote il suolo e fa rompere i vetri delle finestre: una grande colata che trascina grandi blocchi incandescenti, scende per la Sciara: il fenomeno dura 20m; 14 a 17 si mantiene l'attività delle bocche, però le 4 e 6 emettono solo fumo nerastro; 18 a 20 nebbia; 21 a 24 le bocche 4, 4bis e 6 emettono a brevissimi intervalli colonne di vapore oscuro e piccole pietre con boati prolungati e deboli; nei giorni 25 e 26 si ha grande attività di tutto l'apparato eruttivo e specialmente delle bocche 4 e 6 che senza posa eruttano materiale frammentario con sordi rumori ... [Platania] Dopo la calma della prima settimana, vi fu un lieve risveglio a partire dal giorno 9, che andò crescendo la mattina del 13 quando a intervalli di circa mezzo minuto si sentivano sordi boati e in tutte le bocche si osservava una grande attività, e da numerose fumarole si aveva una straordinaria emissione di vapori. L'attività aumentò nel pomeriggio e si ebbe un primo massimo a 21h 15m, quando un forte rombo, scuotendo violentemente l'aria, mandò in frantumi i vetri di molte finestre, mentre dalle bocche venne proiettato moltissimo materiale incandescente, ed anche, secondo l'affermazione del personale del Semaforo, venne emessa una colata lavica che si riversava sulla Sciara del fuoco. |
|
XX | 1907 | 4 | 27 | very loud explosion. intense shock wave breaks windows | ash fall obscures the sun for 20m. acid reaction damages the vegetation. | pumice blocks in the sea. Large spatter bombs. the bombs ignite the vegetation on the upper slopes | rockfalls on the mountain slopes. | - | [Riccò] ... Il giorno 27 a 9h 40m colpo secco, formidabile come esplosione di polveriera; tremano i fabbricati, si rompono vetri; pioggia di cenere che oscura il sole per oltre 20m, massi eruttati dal vulcano rotolano giù per le falde devastando ed incendiando i vigneti vicini; la pioggia di cenere e lapilli è durata variamente tutto il giorno; 28, 29, 30 attività sempre accentuata e pioggia di cenere che rende difficile la circolazione e la respirazione. Panico nella popolazione. [Riccò, continued] L'apparato eruttivo dopo la violentissima eruzione del 27 aprile è modificato; si ritiene che ora le bocche attiva siano due: una centrale grandissima (forse risultante dalle bocche 4 e 4bis, fuse insieme ed ampliate), che emette solo vapori in grandissima quantità, e la bocca 6, attivissima anch'essa ingrandita ed abbassata nel pendio della SdF; complessivamente l'apparato eruttivo sarebbe spostato verso Nord e verso Est. [Platania] Tale stato di attività con lievi variazioni, durò fino al 26, e nelle prime ore del giorno successivo sembrava in decrescenza, quando a 9h 40m un colpo secco, terribile, simile allo scoppio di una polveriera, fece tremare i fabbricati, frantumo i vetri rimanenti e financo sconquassò e danneggiò le imposte, mentre il cratere emetteva un'imponente quantità di materiale frammentario incandescente, che mise fuoco alla vegetazione nella parte più elevata; laddove i brani più vescicolari che caddero nella parte più bassa impiegando molto più tempo nel discendere, sia per la loro leggerezza, sia per la traiettoria più lunga, vi arrivarono con una temperatura meno elevata, e quelli che caddero ancor più lungi, direttamente nel mare, producevano un breve sibilo e una piccola nuvoletta di fumo e ritornavano bentosto a galla. [Perret] In the spring of 1907 the normal activity was broken by an eruption of great violence, which threw the inhabitants onto a state of panic. The explosions were so sharp that the air concussion broke nearly every window on the island. The lava was thrown out in large masses so hot as to retain its plasticity and be conformed to the surface upon which the mass fell [...]. The eruption lasted several weeks and produced a true crater 200 meters in diameter, and the eruption mouths, with no exception, were sunk to the bottom of this abyss.[...] A considerable emission of ash having a strongly acid reaction ruined the grape crop for that year and the unfortunate inhabitants besought the Government, through the local municipal delegate, Signor Famularo, to send ships in case it seemed necessary to abandon the island. A cruiser, the Piemonte, and several destroyers were sent and it fell to me to assume the grave responsibility of assuring Commander Presbitero that the culmination of the eruption was passed and that, although some minor revivals of activity were to be expected, there was no further cause for alarm. Upon the strength of this he received permission from the Government to withdraw his ships. [...] This eruption of 1907 left, as I have stated, a deep crater 200 meters in diameter and was followed by a long period of almost complete repose, this constituting quite a radical change from the foregoing habit of Stromboli and imitating the modus operandi of other volcanoes, such a Vesuvius and Etna. During this period not the least glimmer of light was to be seen at the crater and when I again visited the volcano in 1909 it was still in a state of quiescence. |
|
X? | 1907 | 5 | 14 | loud explosion | large black plume ashfall in Messina | large ejecta at Labronzo | - | - | [Riccò] Grande attività, poi grande eruzione; [Platania] Nei giorni 11 e 12 continuarono le eruzioni vulcaniane. Il 13 maggio l'ingegnere F.A. Perret fece la prima ascensione del monte e trovò che nell'apparato eruttivo era da notarsi nella parte orientale una vecchia bocca, la quale emetteva vapori bianchi e sbuffi, e nella parte occidentale una profonda voragine in cui erano localizzati i grandiosi fenomeni eruttivi [...] Il 14 prevalsero le eruzioni stromboliane fin verso le ore 14, quando una violenta esplosione vulcanica formò un imponente pino nero trasportato dal vento verso Messina, ove caddero ceneri, mentre i materiali frammentari più grossi arrivarono di nuovo presso il posto semaforico, che fu abbandonato. Il 15 a ore 7.15 ricominciò una fase stromboliana violenta, con rombi cupi, prolungati e frequenti, e con sensibile aumento dei vapori nelle fumarole. Alle 22:30 circa, l'ing. Perret, dal piroscafo della linea Messina-Napoli notò che l'eruzione cresceva di violenza, i getti di materiali incandescenti arrivavano circa 200 m al di sopra del cratere, e il pino col suo colore scuro dimostrava che le esplosioni erano miste stromboliane-vulcaniane, e di diverso carattere nelle differenti bocche eruttive. Dal 16 al 20 l'attività si mantenne molto grande, le eruzioni furono prevalentemente vulcaniane, e si ebbe un'abbondante emissione di materiale polverulento (la così detta cenere vulcanica), il quale, la sera del 19 essendo caduta mista a pioggia, e questa avendo sciolto i cloruri, i solfati, e gli acidi contenuti nella cenere e nei gas del pino, scottò le parti verdi e tenere delle piante, distrusse i prodotti dell'anno, compromettendo anche quelli avvenire nella parte più alta dell'isola ove la vegetazione era ancora tenera. Il 21 l'attività era molto diminuita, e così il 22 nella seconda visita dell'ing. Perret. [Riccò, continued] (In maggio) Continua l'attività notevolissima. Il 5 (maggio) alle 21h 15m forte eruzione di pietre e falde di lava incandessente. Il 7 ed 8 eruzioni abbondantissime e pioggia di cenere. Il 14 aumento di attività: eruzioni quasi continue di pietre e lapillo. Il 15 a 7h 15m grande eruzione di materiale frammentario preceduta da rombo fortissimo. Il 16 alle ore 6 altra notevole eruzione con pioggia di lapillo. [note: the calendar day of the climactic explosion is uncertain] |
|
X | 1907 | 5 | 20 | - | exceptionally high column | scoria and pumice towards E, to the temporary lighthouse | - | - | [Riccò] Dal 16 al 19 calma relativa. Il 19 pioggia di cenere che poi cade coll'acqua di un temporale e danneggia gravemente i vigneti. Il 20 seguita la pioggia di cenere, che è eruttata in colonna di eccezionale altezza. Dal 21 al 29 attività decrescente: emissioni di copiosissimi fumi bianchi. Nella note fra il 29 ed il 30, verso la mezzanotte, una specie di soffio potente, enorme, fa fremere i fabbricati: non si è potuta riconoscere la causa dello strano fenomeno per la fittissima nebbia che avvolge il vulcano e che persiste fino al 31. [Platania] Indi seguì un periodo di forte attività, con eruzioni vulcaniane energiche ma decrescenti, alternanti con qualche eruzione mista stromboliana-vulcaniana, e la sera del 5 Maggio ricominciarono ad interporsi eruzioni di tipo esplosivo di cui la più violenta ebbe luogo a 19h 40m del giorno 20, i cui prodotti misti scoriaceo-pomicei arrivarono nella parte E dell'isola, fin presso il semaforo provvisorio. |
|
Source | Type | Year | Month | Day | Noise/earthquake | Ash plume | Large ejecta | PDC/tsunami | Lava flows | Original historical document |
Perret (1913) De Fiore (1915) | XX | 1912 | 7 | 27 | many loud explosions. maybe shock waves many earthquakes | an enormous quantity of alkaline ash is erupted. 2 meters thick ash on the upper parts, 6 to 8 cm in the town. Electrical storm. | meter sized-ejecta at 500 m distance. Many scoria and lapilli. Island summit covered of fiery scoria. | rockfalls in Arena Grande. | - | [Perret] The eruption of July-August, 1912, was, on the whole, greater than its predecessor [1907] and was initiated by a continuous series of violent local earthquake shocks.[…] This [lava that had consolidated therein] was ejected in solidified form, as contradistinguished from that of 1907, in irregular blocks of all sizes up to two meters in diameter. One of these, shown in plate 3, figure 2, fell 500 m distant from the crater. The rock was compact basaltic lava containing a considerable proportion of olivine. Besides this rock the chief product of this eruption was the enormous quantity (for Stromboli) of ash. This reached a depth of over 2 meters on the upper parts of the mountain, as shown by the photograph of a stone shelter built near the summit to shelter observers of the target practice of the fleet. In the towns the flat roofs were covered to a depth of 6 to 8 centimeters and, in contrast to that of 1907, this ash was alkaline but no less fatal to green vegetation. As long as the fallen ash remains dry it is harmless and a heavy rain is innocuous, as it washes the ash from the leaves, but if the ash on the leaf is moistened be the dew of a few drops of rain the soluble materials are extracted and attack the leaf generally affecting one or more sectors, as shown in plate 5. [...] In addition to the solid blocks and the ash, a very large quantity of porous, vitreous scoriae or lapilli were ejected. These were of the same materials as the ash and containing in some cases inclusions of already formed crystals of augite. In falling, they were still plastic to the extent of conforming to the forked branches of the Genesta [Genistae] plants and even to be impaled upon the spines.[...] The ash emission of 1912 eruption was accompanied by strong electrical manifestations, the volcanic lightning being vivid and almost incessant.[...] The eruption proper lasted from July 22 to August 14. [De Fiore] Questa calma, iniziatasi nell'estate del 1907, durò fino al principio del 1910. Nel 1911 il vulcano trovavasi novellamente nel suo stato caratteristico. [...] Nel 1912 lo stato del vulcano era identico a quello dell'anno precedente. [...] Questo stato durò fino al mese di Giugno. In questo le scosse e le esplosioni aumentarono di intensità e frequenza. nel Luglio questo aumento si mantenne: negli ultimi giorni le esplosioni erano forti con materiale recente molto abbondante, a brevi intervalli accompagnate da detonazioni fortissime e da scosse molto sensibili in tutta l'isola. Verso il 25 aumentò ancora l'energia eruttiva che la sera del 27 assumeva già proporzioni grandiose e ciò durò fino al 31. In questi giorni le colonne di materiali dejettati salivano a grandi altezze ed erano caratteristici specialmente di due fatti:1. che le esplosioni erano continue o meglio che un getto quasi ininterrotto di materiali usciva dal cratere, e 2. che questi formavano una colonna nera di prodotti autogeni antichi e recenti mescolati. In quelle notti fu calcolato che l'altezza della colonna incandescente giungesse fino a 700 m sull'orlo del cratere. Le bocche più attive erano quelle che solitamente distinguevasi coi numeri 1 e 2. L'eruzione durò cogli stessi caratteri di straordinaria violenza anche nei primi giorni dell'Agosto. In questi le detonazioni erano formidabili ed accompagnavano delle esplosioni veramente grandiose. La pioggia di lapilli nell'isola e nel circostante mare era continua ed insistente, mentre le ceneri cadevano fino in Calabria ed in Sicilia. Il materiale incandescente, costituito da grandi blocchi, rotolava spesso sull'Arena Grande posta sul versante della montagna opposto a quello su cui si apre il cratere e danneggiava, incendiandoli, i vigneti e le culture più prossime. Durante le esplosioni più forti la sommità dell'isola era coperta letteralmente da un manto di scorie ardenti. Scosse violente accompagnavano a brevi intervalli i parossismi del vulcano. Nell'abitato dell'Isola le scorie e le sabbie cadevano in quantità tale da obbligare ad uno sgombro continuo dei tetti e cancellando completamente le traccie delle strade campestri. [...] grandi blocchi, alcuni dei quali veramente colossali e lanciati a notevoli distanze, erano costituiti da lave compatte alterate e no. [note: the calendar day of a climactic explosion is not well defined.] |
X? | 1912 | 8 | 7 | many explosions. maybe shock waves many earthquakes | ash-bearing clouds lightning storm | - | rockfalls in SdF. | - | [De Fiore] Il giorno 6 si notò una diminuzione sensibile dell'attività, specie verso le ore 22. Ma il 7 essa riprese ed avvennero anche delle scariche elettriche nelle nubi cineree. L'emissione di materiale antico e recente mescolato era continua, ed il crepito incessante della caduta dei blocchi, il fragore delle frane rotolanti sulla Sciara del Fuoco si udivano fino a San Vincenzo. L'attività continuò forte dal 9 al 13. Le esplosioni erano ancora violente: a brevi intervalli producevano grossi pini grigio scuri di giorno ed erano accompagnate da scosse molto sensibili. Verso il 15 l'attività diminuì leggermente. Le esplosioni erano ad intervalli più lunghi con emissione di pini grigio-scuri e precedute da forti rombi. V'era grande emissione di SO2. Ciò durò fino al giorno 19. Il 20 l'attività diminuì ancora. | |
Source | Type | Year | Month | Day | Noise/earthquake | Ash plume | Large ejecta | PDC/tsunami | Lava flows | Original historical document |
Perret (1916) Platania (1916) Riccò (1917) Ponte (1921) De Fiore (1923) | X? | 1914 | 5 | 30 | loud explosion | gray eruptive column 2mm ashfall in the village | - | - | - | [De Fiore] Durante il mese furono frequenti le espl. a mat. cenerei gr. - 1-6 esse si successero ad intervalli di 60' con lieve pioggia di cenere - 7-9 fu. gr. in discreta quantità ed emissione di fu. solforoso - 10-11 fu. gr. in discreta quantità e lievi det. - 15 con det. f. ad intervalli di 60' e lieve pioggia di cenere - 16 fu. gr. in discreta quantità ed emissione di fu. solforoso - 19 qualche det. e lieve pioggia di cenere - 20 fu. gr. in discreta quantità ed emissione di fu. solforoso - 22 fu. gr. in discreta quantità e lievi det. - 23-24 det. f. ad intervalli di 60' e lieve pioggia di cenere - 25-31 qualche det. e lieve pioggia di cenere. Negli altri giorni s'ebbe: dall'1 al 4, emissione di fu. biancastro, con lievi det.; lo stesso avvenne il 12 ed il 13 e anche il 17-18 e 21, ma con maggiore intensità. Il 30 ad h.20,45 f. espl. con formazione di una grande colonna di f. gr. che lasciò cadere 2 mm di cenere sull'abitato. |
XX | 1915 | 11 | 13 | very loud explosion, like a shooting cannon. first explosion followed by a weaker one 15m later. explosion heard at Lipari. strong earthquake at the start of the lava emission five months before the paroxysm. | dense ball-headed cauliflower cloud of debris. three dark grey columns. a first large plume is followed by a dark jet toward S, and another jet downslope towards SdF. lapilli and ash in the town 5 minutes after the explosion. sustained column with enlarging base. | back and yellow spatter at 500 m elevation, and large blocks in the uppermost part, still hot 24 hours later. blocks leave deep impact craters, bushes are burnt by spatter blocks and scoria also towards W fires on the slopes. | large landslide or secondary PDC in SdF reaches the sea and raises much vapor rockfalls at the lava flow front in SdF | great eruption of lava started five months before the paroxysm. lava emission stops a few days before the paroxysm. lava flows in SdF for two days after the eplosion. siginificant flow observed in the day after the explosion | [Perret, daily reports] On the 18th of June, 1915 (and possibly also on the 11th), there was an eruption of lava which ceased the same day. Small shock. From July 1 to 24, lava in quantity, and from the 25th to 31st, in lesser amount. Increased explosive effects at crater. During the month of August, continuous emission (of lava), always in moderate amount. September 1 to 14, (lava emission) in considerable quantity; 15 to 23, less; from 25 to 30, abundant. (Lava emission) In great quantity during the entire month of October, and during the first week of November. Also emission of ash and lapilli. The rest of the month may now be summarized briefly from the writer's observations: November 7 - Explosions from Bocca A of the crater at intervals of ten to fifteen minutes, with projection of luminous fragments to a considerable height. Ample outflow of lava, forming the most westerly of the streams on the Sciara, and flowing to within a few meters of the sea. November 9 - Same conditions at crater. Lava flow diminished. Great accumulation of lava at about the middle of the descent. Lower extremity immobile. November 10 - weaker explosions from Bocca A often followed by landslips within the crater, indicating a sinking lava column. Outflow of lava entirely or almost ceased. November 11 - Gradual diminution of all activity. November 12 - The explosions in Bocca A proceed from a constantly lowering lava column, and scarcely reach the crater's edge, but the glow continues. The lava has ceased flowing, but the lava bocca is incandescent. November 13 - Paroxysmal explosion at 9.15 a.m. followed by weaker repetitions. No lava outflow, but the lava bocca emits bluish vapor in strong puffs. At 1.30 pm an imposing avalanche of the hardened lava insecurely held on the steep slope of the Sciara (36°). November 14 - copious outflow of lava, descending the easterly side of the Sciara, but not reaching the sea in continuous flow. November 15 - Diminished flow. ... [Perret, more detailed] The explosion of November 13 at 9.15 am was sudden, powerful, but remarkably superficial in its nature, and without seismic effects, sending rapidly upward a dense, ball-headed cauliflower cloud of detritus of which a shower of large but light-weight scoriae fell at San Vincenzo in from five to six minutes after the explosion. In ascending the mountain directly afterwards, the detritus was found in masses of contently increasing density as the crater was approached. On the slopes of the cone were splashes of fresh lava which had fallen in an incandescent state and set fire to dry grass and straw, a woman working in the vineyards being slightly burned in this way. There was also ejected a large quantity of gray, vesicular lava in small fragments with edges rounded as by attrition, and large blocks half buried by their fall, still too hot to be touched. Many of these were coated with fresh lava which had been drawn by the movement into a filiform condition. Finally, there were large conglomerate bowlders, consisting mainly of old altered lava masses cemented together by fresh lava.[...] This first explosion, which was heard at Lipari, was followed, at 9.30, by a weaker one. The main explosion was also followed, as is generally the case, by a succession of puffs which are comparatively so unimportant as to be noticed only as contributing to the maintenance of the great ash "pino" and the enlargement of its base. |
|
[Platania] La sera del 12 novembre 1915, l'ing. F. A. Perret ed io dal mare, presso la così detta "Sciara del fuoco", constatammo che dei diversi crateri era veramente attivo soltanto quello più vicino al Farasglione di ponente o Torrione, e dava, ad intervalli di circa 15 minuti, magnifiche esplosioni, lanciando in alto con violenza un gran numero di brandelli di fluida lava di colore rosso candente, i quali, ricandendo sui fianchi del monte, non rotolavano giù, ma per la loro grande pastosità vi rimanevano in gran maggioranza appiccicati, e si oscuravano a poco a poco, in modo che per un breve tratto di tempo tutta la collina craterica rimaneva costellata di numerosi punti luminosi. I fenomeni effusivi invece erano quasi del tutto cessati: a circa 150 metri sotto il cratere attivo, si vedeva rosseggiare vivamente un punto luminoso, cioè la bocca dalla quale fino al giorno avanti aveva continuato a fluire la lava in corrente.Alle ore 9.15m del giorno 13 ebbe luogo un'esplosione molto violenta, accompagnata da un boato secco, come un forte colpo di cannone, e seguita da un profondo ruggito. Sulla cima del monte si vide sollevarsi un pino imponente, seguito subito da un secondo getto più a sud, acuminato, nereggiante, e poscia da un terzo getto più a valle verso la Sciara. Dopo circa 5 minuti cominciò a cadere sull'abitato una fitta gragnola di lapilli e scorietti. Alle ore 9.30m avvenne una seconda esplosione, un pò meno violenta, anch'essa seguita da abbondante pioggia di materiale frammentario. Avviatici ad esaminare da vicino i crateri ben presto cominciammo a trovare focacce di scorie nerastre o giallastre che avevano incenerito i cespugli su cui erano cadute, e proiettili di vecchio materiale più o meno pesante che avevano scavato ampie buche nel suolo ed erano ancora scottanti, e bombe leggerissime rigonfie di materiale vetroso, e brandelli di scorie che, ricadendo ancora pastose, si erano modellate sulle accidentalità del tereno. Durante la nostra ascensione potemmo constatare che tutti i crateri erano in attività, davano abbondanti vapori bianchicci e talora qualche debole esplosione accompagnata da getti di fumo giallastro o nerastro carico di cenere e lapillo. L'apparato eruttivo era formato da quattro crateri, di cui tre grandi che, seguendo la nomenclatura dell'ing. Perret, indicherò con le lettere A, C e D; ed uno più piccolo, B; non mancavano entro e fra di essi altre bocche minori, secondarie. Recatici al solito posto di osservazione, oltre il Faraglione di ponente, constatiamo che la grande esplosione ha lanciato anche in quella direzione un gran numero di blocchi consolidati e non pochi brandelli di lava. Alcuni dei primi erano rivestiti in parte da un invoglio scoriaceo, or chiaro e filamentoso, ora di colore scuro; altri eran formati da frammenti scoriacei più o meno arrossati, cementati fra di loro da vene di nuova lava scoriacea oscura; altri si erano spogliati quasi completamente del loro inviluppo di lava che giaceva intorno alla loro base. Tutti avevano scavato delle buche più o meno profonde, e tutti erano ancora scottanti. Il giorno successivo, il 14, il vento impetuoso ed il mare agitato ci impedirono di tentare escursioni, e d'altro canto l'attività nei crateri continuava a mantenersi debole. Tuttavia ci recammo al vecchio semaforo per esaminare poi col favor della notte il teatro eruttivo, e, arrivativi, con nostra sorpresa constatammo che da una bocca, situata alquanto al di sopra di quella che si era estinta, veniva giù diritta, fluida, vivissima una nuova corrente di lava incandescente, che si era già arrivata, alle ore 18, giù quasi ai due terzi della Sciara. Per circa metà della sua lunghezza si manteneva di colore rosso chiaro; più in basso si andava oscurando poco a poco, mentre dalla sua fronte già annerita si staccavano massi incandescenti che rotolavano al mare. Al di sopra della bocca effusiva si notavano, allineati verso l'alto, parecchi punti debolmente rosseggianti, così da far credere all'esistenza di una specie di tunnel, la cui volta, costituita da scorie consolidate, si mantenesse ancora calda e rosseggiante. Nel pomeriggio del 15, ritornati a Labronzo osserviamo che la lava continua a fluire vivissima dalla nuova bocca, ma vien giù più lentamente, con la velocità di circa un decimetro al secondo o poco più, e si mantiene pastosa, e forma una corrente continua, non a superficie scoriacea nella sua parte alta. Dai suoi fianchi ed anche dalla parte mediana si staccano continuamente delle masse incandescenti, che, rotolando al mare, vi hanno formato già un thalus grandioso, una specie di cono di deiezione di materiale consolidato, che ricopre la lava pastosa, già arrivata al mare in cui si avanza lentamente sollevando grandi colonne di vapore che il vento impetuoso rapidamente disperde. Anche gli altri speroni di lava, che si sono avanzati in mare nei mesi precedenti ed hanno reso convesso il profilo trasversale della Sciare, si vedono qua e là ancor fumiganti, mentre verso la parte occidentale della Sciara si sollevano colonne di polvere dovute al rotolare giù di qualche masso che si va distaccando dalla fronte dell'altra corrente di lava che aveva cessato di fluire la sera del 12. [...] Notevolissima una grossa scoria filamentosa, costituita da un ammasso di fragili fili intrecciati, la quale, cadendo al suolo fluidissima, si appiattì, modellandosi sulle accidentalità di esso, distendendosi per olte una quarantina di decimetri quadrati e riducendosi allo spessore medio di 2-3 centimetri appena. | ||||||||||
[De Fiore, daily reports] Nel giorno 11 (giugno) emissione di fu. biancastro e dalle 23,40 alle 23,50 "eruzione continua di lava". del 12 al 17, emissione di fu. biancastro, e qualche det. leggera. Il 18, f. emissione di fu. biancastro, lava in abbond. scorrente sulla Sciara; espl. a mat. incand., det. di varia forza; alle h. 17.48.30 scossa ond. di IV, 3'' [...] Dall'1 al, 6 (luglio) espl. con det. di varia forza; emissione di fu. biancastro ed azz.; efflusso di lava in gran quantità, formante sulla Sciara una colata che giungeva fino al mare. [...] Dall'1 al 6 (settembre), espl. a mat. incand. e fu. n. abbondante; sgorgo di lava in considerevole quantità; fu. biancastro ed azz. [...] dal 24 al 30 aumento della quantità di lava; espl. a grosso mat. incand. e cenere; fu. biancastro ed azz. [...] Dal 1 al 18 (ottobre), espl. a mat incand. e cinerei con det. leggere; fu. biancastri ed azz. (ad SO2); sgorgo di lava in considerevole quantità. dal 19 al 22, espl. a grosso mat. incand. e fu. nerastro abb.; sgorgo abbondante di lava; det. varia intensità. Dal 23 al 27, espl. come sopra, formanti qualche grossa colonna di fu. n.; det. di varia intensità; sgorgo di lava in grande quantità. dal 28 al 31, espl. come sopra, ma con det. spesso ff.; emissioni di fu. azz. e biancastro; efflusso lavico abb. Dall'1 al 8 (novembre), espl. a grosso mat. incand. e cenere con det. a brevi intervalli, delle quali qualcuna ff.: emissione di molto fu. biancastro ad azz.; efflusso lavico abbondante. Il 10 e l'11, diminuì la forza delle espl., l'intensità delle det. e l'efflusso di lava, che fu poca. Il 12, continuarono gli stessi fenomeni, ma alle h.20 circa cessò l'efflusso lavico. Il 13, alle h. 9,15 avvenne una violentissima espl. con proiezione di molto e grosso mat. incand., del più sottile del quale cadde una lieve pioggia su tutta l'isola. alle h.19 ripresero le espl. con det. legg. e l'efflusso lavico abb. Il 15 le espl. furono più f., specie nella notte, con det. f.; continuò l'efflusso lavico. ... [De Fiore, more detailed] Il 7 (novembre), espl. dalla bocca n.3 ad intervalli di 10'-15' ed ampia colata. Il 9, il Perret vide a 200 m. circa sotto il cr. una bocca effusiva dalla quale sgorgava una colata lavica che s'era stesa a ventaglio sulla SdF, giungendo talvolta fino al mare. L'ultimo efflusso era giunto a circa tre metri di distanza dall'acqua. Era attiva la bocca e la fronte era immobile. L'efflusso era lo stesso. [...] L'11 diminuzione di tutta l'attività. Il 12, continuavano le espl. della bocca 3 a mat. autogeno coevo, ma diminuite d'intensità in tal modo che i proietti non giungevano che agli orli del cr. eruttante. A sera, l'efflusso lavico era terminato, ma la bocca effusiva era incandescente, mentre rimaneva attivo, con espl. della stessa natura di quelle della mattina, ma di maggiore intensità, la bocca n. 3. Tali espl. terminarono ad h. 4.30 del 13. Il 13, alle h. 9.15 s'ebbe un'espl. formidabile, accompagnata da una det. secca, simile a colpo di cannone e seguita da un rumore simile ad un ruggito. Tre enormi pini si susseguirono rapidamente, slanciandosi nello spazio e da essi cadde una grandinata di proietti e di scorie. I pini erano grigio oscuri. Blocchi roventi caddero sulla regione coperta di vegetazione, incendiando erbe e viti. Nel paese, 5 minuti dopo dell'espl. cadde una grandinata di scoriette lievi e bollose, vetrose. Nella parte superiore della montagna, ricaddero numerosi blocchi, angolosi, di lava compatto cristallina, che erano ancora caldi il 14. In taluni casi erano ricoperti da scoria vitrea filamentosa. Alle h 9.30 s'ebbe una seconda esplosione meno violenta ma con gli identici effetti della prima. Subito dopo le espl. tutto l'apparato eruttivo era in attività. Il Platania dice: "durante la nostra ascensione (seguita subito dopo le due suddette espl.) potemmo constatare che tutti i cr. erano in attività, davano abb. bagliori bianchicci e talora qualche debole espl. accompagnata da getti di fu. giallastro o nerastro carico di lapillo". [...] Alle 13.30 avvenne un'enorme frana sulla Sciara: blocchi caldi giunsero fino al mare. Il 14 s'aprì una nuova bocca effusiva a livello superiore all'altra estintasi e ne sgorgò una colata lavica, la quale, nelle ore pomeridiane (h.18) aveva raggiunto i 2/3 della Sciara. In alto era di color rosso chiaro; dalla parte frontale si distaccavano blocchi che raggiungevano il mare. "Al di sopra della bocca effusiva si notavano, allineati verso l'alto, parecchi punti debolmente rosseggianti, così da fare credere all'esistenza di una specie di tunnel, la cui volta, costituita di scorie consolidate, si mantenesse ancora calda e rosseggiante" (Platania). Il 15 alle h. 10 la lava fluiva colla velocità di circa 40 metri al minuto (1 decimetro al secondo o poco più) formando una colata continua, coperta di scorie nella parte superiore. Blocchi e scorie si staccavano continuamente e rotolando verso il basso, formavano una conoide di deiezione che ricopriva la parte inferiore della colata, che già s'avanzava in mare. Il Platania osservò che "la lava pastosa, già arrivata al mare, in cui si avanza lentamente" sollevava grandi colonne di vapori. [...] Il Perret nota che il 15 era diminuita la colata. |
||||||||||
[Riccò, daily reports] Il giorno 11 (giugno), a 23h 40m, cominciò l'eruzione continua di lava; il 18 la lava si fece più abbondante, per modo da formare un letto di fuoco lungo la Sciara; a 17h48m30s si avvertì al semaforo una scossa ondulatoria di terremoto con intensità mediocre (del IV grado della scala Mercalli), della durata di tre secondi; al 6 luglio l'eruzione di lava era aumentata e formava un solo letto di fuoco sino al mare, e così continuò fino al 12; poi diminuì, ed al 25 ne uscì pochissima, e così fino alla fine del mese di luglio; però seguitarono sempre più abbondanti eruzioni di fumo, cenere e lapilli, con detonazioni ed emissioni di anidride solforosa. Nel mese di agosto continuarono le dette eruzioni, ma quella della lava fu sempre poca. Nel mese di settembre vi fu eruzione di fumo azzurro, bianco ed oscuro, cenere e lapillo abbondante, e di molta lava fino al 15; da quel giorno al 23 poca lava; dal 24 al 30 lava in considerevole quantità. Nel mese di ottobre vi furono sempre abbondanti eruzioni di fumo, cenere e lapillo e molta lava. In novembre l'eruzione continuò allo stesso modo fino al 9; il 10 e 11 poca lava; il 12, alle ore 20, cessò l'eruzione di lava, e continuò quella di cenere e lapillo. Il 13 ebbe luogo il risveglio di attività dello Stromboli, cui assistettero anche il Platania ed il Perret. [Riccò, more detailed] Il Perret , arrivato a Stromboli il mattino del 9 novembre, si recò in barca per vedere dal mare l'insieme del teatro eruttivo del vulcano. Notò che sotto al cratere attivo, fra cento e duecento metri, si era formata una bocca di fuoco colla forma di bocca di forno dalla quale usciva la colata di lava, che spostandosi ora verso un lato ora verso l'altro, aveva coperto con un mantello di lava "a ventaglio" parte notevole del pendio detto Sciara del Fuoco, arrivando talvolta fino al mare; ma l'ultima colata si era fermata a circa 3 metri dall'acqua. Nella sua discesa lungo il pendio, quantunque ripidissimo (37° in media), la colata si era mantenuta tutta continua e non se ne staccava; come al contrario fece la lava dell'Etna nell'eruzione del 1908. [...] Il 12 novembre il Perret si recò al semaforo a Labronzo e di lì vide che la bocca A, con forti esplosioni, lanciava del materiale che però arrivava soltanto all'orlo del cratere, il che indicava che la lava nell'interno di esso si era molto abbassata. Nel pomeriggio Perret e Platania, arrivato allora allo Stromboli, si recarono insieme, con la barca , in faccia alla Sciara del Fuoco e videro che la lava aveva cessato di fluire. La bocca di fuoco, da cui prima usciva, brillava con una certa incandescenza; la bocca A lanciava in alto bellissime gerbes (getti divergenti) di materiali incandescenti, indicanti il rialzo della colonna lavica interna; secondo fu riferito a loro dal personale del semaforo, queste esplosioni cessarono a 4h 30m del giorno seguente (13 novembre). A 9 h 15m di questo giorno , mentre Perret e Platania stavano per uscire dal Paese San Vincenzo, ebbe luogo improvvisamente una formidabile esplosione secca, come colpo di cannone; dall'apparato eruttivo si elevarono prima una, poi tre colonne di materiali di color grigio oscuro, e dopo 5 o 6 minuti cominciò in paese una grandinata di scorie vetrose vescicolari, leggere, la quale durò parecchi minuti; dopo 15 minuti vi fu una replica, ma relativamente debole. Allora essi sono saliti per la via del semaforo a Punta Labronzo (cioè verso nord-ovest) per essere in vista dell'apparato eruttivo. A 500 m di altitudine già si vedevano delle masse di lava cadute roventi, che avevano bruciato erba e viti. Più in su incontrarono una gran quantità di lava cristallina, molto bollosa, caduta di recente, avente generalmente gli angoli smussati dall'attrito. Ed in tutta la parte alta del vulcano vi era un gran numero di blocchi angolosi di lava antica strappati dall'interno del vulcano, che erano ancora caldi il 14 tanto da non poter essere toccati con le mani. Alcuni erano in parte coperti di lava nuova vetrosa, stirata in filamenti bellissimi. Lo scoppia aveva spento tutti e tre i crateri e demolita in parte la parete tra A e D. Le bocche facevano alternativamente eruzione di materiale frammentario, che il Perret ha fotografato e cinematografato. Nessuno efflusso lavico. A 13h 30m si è prodotta nella Sciara del Fuoco una grande frana che aveva le proporzioni di una valanga; trasportava in mare molta lava calda che faceva svolgere copiosi vapori all'acqua. Nel pomeriggio del 14 novembre Perret e Platania sono andati a Punta Labronzo ed hanno visto di nuovo una magnifica colata che scendeva diritto per la Sciara del Fuoco: un torrente di blocchi incandescenti, provenienti da ess, arrivava fino al mare, ma la vera colata non ancora. Nel pomeriggio del 15 i medesimi osservatori sono tornati a Punta Labronzo; la colata fluiva sempre, ma lentamente e non arrivava fino al mare. Tra la bocca della lava e l'orlo inferiore del cratere vi era un rialzo di lava nuova nera che sembrava risultare da un originale trabocco di lava dal cratere stesso; questo rialzo pareva formasse un tunnel dal quale usciva il vapore azzurrognolo, esalato dalla lava che scorreva sotto. |
||||||||||
XX | 1915 | 11 | 26 | loud explosion shock wave. | - | conglomerate boulders up to a cubic meter in size | - | continued lava flows in SdF ending one month after the paroxysm. lava flows maybe slowed down in 1-2 days before the paroxysm. Probably the paroxysm occurred during a lava flow. But the different sources disagree about this. | [Perret, daily reports] November 16 - Outflow continues. One moderate explosion. November 17 - Conditions not sensibly different. November 18 - Copious flow of lava. Fine, full stream descending directly into the sea. November 19 - Lava in large amount - great evolution of steam on entering the sea. November 20 - Same conditions. Quantity of sulphur dioxide carried down by the wind over San Vincenzo. November 21 - Large amount of lava - bright glow. November 22 - Outflow notably diminished. November 23 - outflow nearly ceased from 4 to 10 p.m., then continued in great quantity. November 24 - Great quantity of lava. November 25 - Diminished outflow. Copious white vapors at the crater. November 26 - Little or no lava during the night until 5 a.m. At 7.12 am strong air concussion followed in less than a minute by a paroxysmal explosion. At 8 am cessation of flow, then a second explosion, small, followed by an abundant outflow of lava which ceased completely at about 8.30 p.m. November 27 - No lava - the bocca gives blue vapor only. At the crater white vapors. November 28 - No lava. November 29 - At noon a re-fusion at the lava boccas and outflow of lava for a distance of a hundred meters. White vapors without explosion at the crater. Great extension of fumarolic area. November 30 - A sluggish lava flow, tending to cease altogether. Throughout all this period, when not otherwise stated, and excepting the two great explosions on the 13th and 26th, the gaseous outbursts at the crater continually decreased in intensity and frequency. [Perret, more detailed] The second great explosion, on Nov 26, was much more profound, and was preceded by a strong concussion which violently shook the windows of the town from half a minute to a minute before the sound of the explosion itself reached it. [...] No windows were broken, but the flat roofs were made to leak. The products of this second explosion were more compact than those of the first - fresh lava masses of a beautiful steel gray luster, and conglomerate bowlders of great general density and up to a cubic meter in size. |
|
[De Fiore, daily reports] ... Il 17 le espl., forse, diminuirono di intensità, ma si mantenne constante l'efflusso lavico. Dal 18 al 22 l'efflusso lavico continuò; vi furono espl. con colonne di fu. n.; qualche det. piuttosto f. Il 23 ed il 24 l'efflusso lavico diminuì e le espl. furono a scarso mat. incand. e con det. leggere. Il 25 lo sgorgo della lava fu molto abbondante; le espl. si mantennero con poco mat. incand.; alle h.22 lo sgorgo lavico aumentò molto. Il 26 alle h.7.15 ff. espl. seguita da altre due alle h.7.20 ed 8.5. espl. a fu. n. s'ebbero verso le h. 16. Il 27, espl. a fu. n. Il 28 ad h. 7.30 "si vide uscire dalla bocca posta lungo la Sciara, una piccola colonna di fu. n.". Seguirono espl. a fu. n. durante il giorno. Il 29 ed il 30, lievi espl. a mat. incand. ed efflusso lavico considerevole. Durante tutto il mese fu costante l'emissione di fu. biancastro ed azz. (ad SO2). Dall'1 al 5 (dicembre) le espl. furono a mat. incand. poco abb. e con det. legg.; lo sgorgo lavico fu abbondante. Il 6 aumentò l'efflusso durante la notte e diminuì nel giorno; le espl. furono a poco mat. incand. con grosse colonne di fu. n. e set. legg. Il 7, espl. forse più legg. con lievi det. ed abbondante efflusso lavico. ... [De Fiore, more detailed] Il 18, la colata copiosa del 13 scendeva per la Sciara del fuoco, in massa unica e tale mantenendosi anche su pendii del 60% circa. La lava, rivestita da un mantello e fiancheggiata da cumuli di scorie, scendeva in mare e vi si inoltrava con fenomeni che saranno descritti più oltre. riguardo la sua posizione rispetto alle altre, questa colata era la più orientale, mentre quella del 9 era la più occidentale: le altre erano comprese fra queste due estreme. Il Perret notò che all'interno della colata, all'estremità inferiore doveva avere all'incirca la temperatura che esisteva a quella superiore: ciò era manifestato dal colore dell'incandescenza che non mostrava differenza sensibile fra i due punti in questione. Il 19, lava abbondante. Il 20, lo stesso e forte emanazione di SO2 avvertito nell'abitato. Il 21, lava abbondante. Il 22, diminuzione. Il 23-24, grande quantità di lava. Il 25, la colata era meno attiva e si muoveva molto lentamente. Le bocche erano in calma ed emettevano fu. biancastro, oscurato talvolta da materiali cinerei sollevati da frane: nell'insieme, dunque, v'era una sola attività effusiva. Il 26 vi furono al mattino tre espl. delle quali una ad h 7.12 circa, ff., preceduta da aeremoto, non anteceduta da rumore sensibile. L'espl. fu poco meno intensa di quella del 13. Ne seguì un'altra ad h. 8.5. Ad h. 8.30 cessò l'efflusso lavico, il quale dalle h. 3.30 circa era stato abbondante, mentre nelle prime ore della notte era stato moderato, con poca lava. Le espl. f. avvennero, dunque, durante il suddetto aumento d'intensità dell'attività effusiva. Il 27 le bocche N. 3 e n. 4 (?) emettevano solo fu. b. a sbuffi, mentre erano calme le altre due n. 1 e 2. Non più lava. Il 28 continuò la calma effusiva. Il 29 vi fu un efflusso limitato: la lava sgorgava colla velocità di 60 m al minuto e percorse solo 100 m, fermandosi definitivamente. Forte attività fumarolica. |
||||||||||
[Riccò] Il giorno 18 novembre Perret e Platania sono andati in barca davanti alla Sciara del Fuoco. La colata lavica, iniziatasi dopo la grande esplosione del 13, era molto attiva e scendeva per la Sciara in massa unica, continua dalla bocca fin giù, nonostante il pendio ripido ed in certi punti ripidissimo (fin del 60%); il primo tratto sembrava diviso in due strisce luminose da una striscia oscura nel mezzo, a guisa della morena mediana dei ghiacciai. La colata aveva dappertutto una forte convessità, e verso il basso si faceva sempre più larga. La larghezza era aumentata dalle scorie che scendevano ai fianchi, cosicché nell'insieme si ha un cuneo o triangolo di materiale eruttato con la base due a tre volte la detta larghezza della vera colata a mare. Mentre la colata del 9 novembre scendeva verso ponente e formava la più occidentale delle colate, questa del 18 volgeva a levante e formava la colata più orientale. Così aumentava la larghezza di questo ventaglio di lava che ricopre parte della Sciara del Fuoco. [...] La lava è uscita sempre senza esplosione e senza notevoli emissioni di gas, ed è da osservare che, quantunque la colata costituisca un efflusso laterale rispetto all'edificio vulcanico, realmente è un semplice trabocco di lava; questa sale nel condotto vulcanico sino al livello della frattura dando i suoi gas ai crateri superiori, effluisce tranquillamente per il tunnel e sgorga all'esterno sulla Sciara del Fuoco. Come il Perret ha notato anche altrove, l'interno della colata all'estremità inferiore conserva quasi la temperatura che aveva alla sua emissione, specialmente quando, come in questo caso, la massa è grande e la lava fluisce rapidamente. Il colore e la vivacità della incandescenza alla estremità superiore della colata ed alla estremità inferiore, quando questa era scoperta non presentavano all'occhio differenza sensibile. [...] Il giorno 25 novembre il Perret ha fatto in barca il giro dell'isola. La colata era molto meno attiva; aveva formato un promontorio sporgente nel mare forse 10m, e si moveva con estrema lentezza. I crateri davano sbuffi di vapori biancastri, senza esplosioni; di tempo in tempo, qualche frana nel loro interno produceva una nube nera. Il 26 Novembre, al mattino, vi sono state tre esplosioni, di cui una fortissima. A 7h 12m vi è stato un aeremoto, da prima senza suono o rumore percettibile, almeno in casa, a San Vincenzo, distante km 2 1/2 dall'apparato eruttivo; poi dopo quasi un minuto, è seguita l'esplosione fortissima, un poco meno intensa di quella del 13, ma più profonda; un'altra ebbe luogo a 8h 5 m, riferita dal personale del semaforo, ed a 8h 30m circa si è fermata totalmente la colata di lava. nella notte precedente vi era stata poca lava, ma da 5h era abbondante e le esplosioni avvennero durante questa forte emissione di lava. Il barometro era basso (753 mm: ridotto a 0° ed al livello del mare). Il 27 novembre niente lava; le bocche A e C davano sbuffi di fumo bianco; lo bocca D era chiusa, e forse anche la B. Il 28 tempesta e neve; niente lava. Il 29 Perret poté salire al vulcano per la Arena Grande, cioè da levante, onde evitare la neve profonda, ed è arrivato giusto in tempo per assistere ad una bella rifusa alla bocca della lava: questa usciva colla velocità di circa un metro al secondo (stimata col binocolo), ma la colata si fermò dopo circa 100 m di cammino, ed al Perret sembrò di poca importanza. In questa escursione il Perret poté constatare che l'esplosione del 26 aveva gettato massi di più che una tonnellata, formati di un conglomerato di blocchi cementati da lava nuova, e forse anche di cristalli liberi di pirosseno; come pure era stata lanciata della lava nuova vescicolare, ma più densa della scoria leggera del 13 novembre, e di un bel colore grigio. Il Perret ha giudicato che vi fossero gl'indizi di eruzione finita; vi era allora una estesa area fumarolica; le bocche non davano che deboli vampe, e non vi era luminosità nel cratere. | ||||||||||
X | 1915 | 12 | 10 | loud explosion | - | blocks and spatter bombs at great height | - | continuing lava flows in SdF finally stop ten days after the major explosion. | [De Fiore] L'8 ed il 9, diminuzione delle espl. e dell'efflusso, specie nella notte. Il 10, ad h. 4.50 violenta esplosione ad abbondantissimi mat. seguita da altre meno f. ad h. 4.53, 4.54, 8.48. Durante il giorno continuarono le solite esplosioni. Dall'11 al 20 si susseguirono le espl. e l'efflusso lavico, con aumento specie nelle notti, spesso con det. f. Il 20 cessò l'efflusso lavico. [Riccò] Nel mese di dicembre, fino al giorno 7, vi fu eruzione di fumo e di lava in gran quantità; poca l'8 ed il 9; Il 10 a 4h 50m, esplosione fortissima con lancio di lava in grandi massi e brandelli incandescenti a grandissima altezza; altre forte esplosioni a 4h 53m, 4h 54m, 8h 48m; dall'11 al 20 fumo, lapillo e lava abbondante in colata con detonazioni frequenti; dal 21 al 31, soltanto fumo bianco o nero, lapillo, cenere con detonazioni e deboli boati. [...] Dunque, l'efflusso della lava in colata più o meno abbondante durò effettivamente fino al 20 dicembre 1915; dopo, la lava fu eruttata soltanto di quando in quando ed in brandelli incandescenti e massi isolati, ed il vulcano riprese il suo modo ordinario di funzionare. |
|
X | 1916 | 1 | 5 | loud explosion | ash and dark smoke at great height | fiery blocks and lapilli at great high | - | - | [De Fiore] dell'1 al 4 (gennaio), leggere espl. a brevi intervalli con poco mat. incand.; fu. solforoso biancastro in quantità considerevole. Il 5 ad h 7.37, espl. ff. con proiezione di mat. incand. a grande altezza. Durante il resto del giorno si susseguirono espl. f. e legg., alternatamente. Dal 6 al 14, le espl. furono in generale legg. con qualcuna f. e l'emanazione di fu. biancastro, solforoso, fu. abb. Questo divenne maggiormente abb. dal 15 al 29. Dal 24 al 31, qualche lieve espl. con poco mat. incand. [Riccò] In gennaio 1916, il giorno 6, a 7h 37m, una fortissima esplosione ed eruzione a grande altezza di blocchi di lava, lapillo, cenere e fumo nero, ed altre esplosioni nella giornata. Dal 24 al 31 durante la notte si sono osservate eruzioni di piccoli massi incandescenti, lapillo e poca cenere. [Ponte] Come ho detto avanti, dopo l'intenso parossismo eruttivo del novembre 1915 lo Stromboli entrò nella sua normale attività stromboliana caratterizzata da sole esplosioni con proiezioni di materiale clasmatico. Il giorno 5 gennaio 1916 la sua normale attività venne rotta da una fortissima esplosione con la formazione di un pino imponente carico di cenere. D'allora fino al giugno le esplosioni con lancio di cenere si ripeterono più frequentemente, pur continuando l'attività stromboliana più o meno intensa. [note: the calendar day of the major explosion is uncertain] |
|
X | 1916 | 7 | 2 | loud explosion strong earthquake two weeks before the major explosion. | 800 m height column of black smoke. ashfall towards SE | lava fragments seen in air | - | lava flow two weeks before the major explosion and a day after the major explosion. | [De Fiore] Il 20 (giugno), ad h. 23.15, una scossa ondulatoria del IV Mercalli, durata 2'', concomitò delle forti espl. ed un efflusso lavico; si ebbe "gran quantità di lava in massi incand. ed in colata". Dal 21 al 30, espl. f. e lievi ad intervalli, lancianti mat. incand. in grande abb. e grosse colonne di fu. n. e ceneri. Abb. i fu. solforosi. Il rapporto del Semaforo per il mese di luglio è molto dettagliato e ben fatto: perciò lo riferirò quasi integralmente, riportando, ove occorre, le sue stesse parole. 1. Abb. emissione di fu. biancastro ed azz. ad SO2. Espl. lievi, aritmiche, con proiezione di scorie. 2. La stessa attività che il giorno precedente. Ad h 13.35 espl. ff "simile ad un colpo da 305" che lanciò in alto una colonna di fu. n., a volute, ad 800 m d'altezza. Poco dopo l'espl. "si videro lanciati in aria dei brandelli senza produrre rumore avvertibile dal casotto ed a circa 100 m. d'altezza". Seguì pioggia cinerea sul versante SE della montagna. ... [Ponte] Il giorno 20 giugno a 23h 13m fu avvertita dalla popolazione dell'isola una scossa di terremoto della durata di 2s, riconosciuta dal personale del semaforo di intensità IVa, della scala di Mercalli; contemporaneamente l'attività vulcanica ai crateri aumentò e si vide una enorme proiezione di scorie incandescenti, mentre sulla SdF la lava scendeva per breve tratto in colata. Dal giorno 21 al 30 giugno l'attività si mantenne molto moderata. [...] Nei giorni che precedettero l'eruzione (1,2 e 3 luglio) si notò sul vulcano una più accentuata recrudescenza nella sua attività; i fumi ora tenui e trasparenti, ora biancastri aumentarono sensibilmente. Alle ore 12.35 del giorno 2 Luglio avvenne una forte esplosione con un gigantesco pino di fumo nero alto circa 800 m, e ne seguì una intensa attività esplosiva. ... |
|
XX | 1916 | 7 | 4 | very loud explosion, heard from Palermo intense shock wave breaks windows strong earthquake two weeks before the paroxysm. | Thick ash fall and lapilli scoria lasts for 15' | hot fiery material at 1000 m height. many fiery fragments cover the mountain above 250m elevation. scoria of decimeter size in the village. fires. greenish pumice cover the sea. fiery cloud up to 3000m seen from far. A 4 meter sized block at 400m distance. | secondary PDC in SdF reaches the sea. tsunami of 20 m runout on the NE shore. dead fish in front of SdF. the PDC had about 100.000 m3 of mass and left a temporary delta over the sea | lava flows two weeks before the paroxysm and a day before the paroxysm. great and fast lava flow in SdF during the paroxysm. no lava flow seen a day later. | [Ponte] ... Alle ore 21,30 del giorno 3 luglio le esplosioni divennero più frequenti, accompagnate da pini nerissimi e, quello che più importa notare, si osservava della lava in colata sulla Sciara del Fuoco. Riporto la testuale descrizione fatta dl casotto di Labronzo: "Ore 24 terribile esplosione con lancio fino a 1000 m d'altezza di abbondantissimi brandelli incandescenti di varie dimensioni. Un grandioso globo di fuoco si è alzato sul monte, mentre tra il denso fumo si è scorto un'enorme fontana di fuoco il cui materiale rovente cadendo sulle falde del monte fino a 1/4 della sua altezza lo rendeva simile ad un immenso braciere ardente. Dopo circa 7 minuti è arrivata al casotto una fittissima pioggia di cenere e lapilli scoriacei della grossezza di ceci. La grande pioggia di fuoco è durata circa 15m, però il monte è rimasto rosseggiante per circa mezzora. Ai crateri intanto la pioggia di fuoco è continuata meno intensamente con esplosioni rumorose come di pezzi da 75. Qualcuno di noi si è avvicinato al Filo della Sciara ed ha osservato che una rapidissima corrente di lava scendeva al mare ove si sollevavano colonne d'acqua e di fumo. appena giorno constatiamo che l'orlo del cratere dal lato della Sciara si era notevolmente abbassato tanto da permettere di vedere dal casotto tutti Torrione. Durante il resto della giornata continuarono le proiezioni di scorie incandescenti, che si riversavano sulla Sciara del Fuoco. Il fumo era ora bianco ora trasparente." Questa descrizione ha perfetto riscontro con la narrazione fatta dagli abitanti dell'isola, i quali furono svegliati dalla formidabile detonazione, forte tanto che ruppe i vetri di molte finestre e fu avvertita da Palermo. Un barografo, che funzionava regolarmente al semaforo di San Vincenzo, registrò con un ampio spostamento della pennina scrivente un forte aumento istantaneo nella pressione atmosferica dovuto all'esplosione. L'Istituto geografico della R. Marina di Genova gentilmente mi ha permesso di prendere visione del barogramma del semaforo di Stromboli della prima settimana di luglio dove è registrato il fenomeno del 3 luglio. La pressione determinata dalla esplosione fece staccare rapidamente la pennina del barografo dalla linea di registrazione e perciò non poté aversi una chiara registrazione, ma la traccia dello spostamento è ben visibile a forte ingrandimento. L'ampiezza dello spostamento fu di mm. 10,3 essendo la linea normale di registrazione mm. 743.5 e quella della aumentata pressione mm. 753.8. Nel ritornare indietro la pennina raggiunse mm. 740 e ritornò al posto normale dopo qualche lieve oscillazione, riconosciuta dall'ingrossamento della linea. Così dalla registrazione del barografo si è ricavata l'ora esatta (24h) in cu avvenne la esplosione e la sua violenza. [...] Sul lato NE dell'isola la pioggia di lapillo e di cenere fu molto abbondante ed arrivò fino alla marina coprendo i tetti delle case di S. Vincenzo, Ficaranni, S. Bartolo e Piscità. Sul tetto di alcune case ho raccolto qualche scoria grossa quanto un pugno, ma filamentosa e molto leggera; alcune di esse erano fibrose color verdastro con lucentezza sericea, altre grigio-acciaio lucenti. Fra la cenere ho riscontrato molti filamenti vetrosi e qualche cristallino di augite circondato da sostanza vetrosa. Le scorie roventi caddero fino alla zona coltivata, ove provocarono l'incendio delle erbe secche; alcune rimasero incagliate fra i ramoscelli di ginestra che ne restarono carbonizzati. Nella mattina del 4 luglio il mare, specialmente dal lato della Sciara del Fuoco, era coperto da minutissime scorie galleggianti che nell'insieme davano un curioso colore verde-giallastro all'acqua. Alcuni pescatori, i quali verso l'alba venivano da largo, affermano di avere visto presso la Sciara del Fuoco dei pesci morti galleggianti sul mare e dicono che l'impetuoso ed abbondante torrente di lava ebbe breve durata. Nella notte del 5 dal casotto di Labronzo non fu notata alcuna colata. Gli abitanti di Piscità videro, poco dopo l'esplosione, rapidamente ritirarsi il mare ed invadere in seguito impetuosamente gran parte della spiaggia. La abbondante lava, gli enormi blocchi che si tuffarono rapidamente nel mare ed anche lo spostamento dell'aria causato dall'esplosione determinarono una forte librazione delle acque. La prima onda si avanzò di circa 20 m sulla spiaggia giacché a questa distanza, dietro alcuni grossi massi, ho rinvenuto accumulate di quelle piccole scorie verdastre che furono viste galleggiare sul mare. Questo movimento del mare, come affermano gli strombolesi, fu avvertito soltanto sulla spiaggia settentrionale dell'isola, mentre agli Scali di S. Vincenzo, cioè verso levante, le acque non si mossero più di quanto erano agitate. Da tutto il litorale calabro-siculo, da Capo Vaticano al Faro di Messina ed al Capo Tindaro, fu osservato nella notte del 3 al 4 il meraviglioso spettacolo di fuoco che presentava lo Stromboli. Molte persone videro le fiamme, cioè le proiezioni di lava rovente, innalzarsi per circa tre volte l'altezza del vulcano illuminando il mare, mentre la parte bassa dell'isola rimaneva oscura e aveva l'aspetto di un fantasmagorico vascello in fiamme. |
|
half meter sized ejecta fell in the sea. large spatter bombs up to 550m distance. many spatter bombs especially towards SW, entirely cover a 500 m radius area | [Ponte, continued] A portella delle Croci riscontrai un blocco di circa 4 m3, cioè del peso approssimativo di 11 tonnellate, che, lanciato durante l'esplosione, descrisse una tale parabola da superare l'altezza della cresta della Fossa (200m sopra il cratere) e venne a cadere 400 m distante dal centro di esplosone. Il blocco cadendo produsse un infossamento nel terreno, profondo m. 1.5, largo m. 4 e rimbalzò con un salto di 10m. Un altro blocco presso a poco di uguale grandezza cadde sulla Cresta dello Stromboli sventrandola come se fosse stata sfiorata da un grosso proiettile. Sulla Cresta della Fossa, circa 200 m. sopra il cratere, si rinvenne un altro masso di circa 8 m3 per metà sprofondato nel terreno. Questi grandi blocchi di roccia compatta, probabilmente, appartengono ai banchi di lava che facevano da volta alla gola del condotto eruttivo. Tenendo presente che il blocco di 8 m3 dovette essere lanciato almeno a 250 m. di altezza, per poter cadere sulla Cresta della Fossa, si ha un'idea della enorme violenza della esplosione. Bombe della grossezza di una testa d'uomo arrivarono direttamente al mare e qualcuna cadde sulla spiaggia della Sciara del Fuoco. Una di queste bombe arrivò sulla spiaggia affondando un poco nel terreno e slabbrandosi in giro in modo da assumere la forma di un cappello da prete. Per avere un'idea della quantità del materiale solido e fluido proiettato dopo la prima formidabile esplosione, bastava guardare la Fossetta la quale, in alcuni punti, era completamente coperta da massi caotici cementati da una grande quantità di lava filamentosa, che dovette esser proiettata allo stato di pasta molto fluida. Queste proiezioni di lava arrivarono fino alla cima dei Vancora, che si trova circa 200 m sopra il cratere, e 550 m distante da questo. La Portella di Ginostra, la Serra di Ponente, la Fossetta, la Sciara del Torrione e la Timpa furono completamente coperte da queste scorie, che avevano l'aspetto di escrementi bovini. In alcuni punti caddero in tale abbondanza e tanto fluide che colarono sui pendii come lava in colata. Il materiale lasciato durante l'esplosione della notte del 3 Luglio in alcuni punti, specialmente del lato sud-occidentale del cratere, ricoprì un'area di circa 500 m di raggio. Da un calcolo approssimativo risulta che durante i pochi minuti della pioggia di fuoco furono proiettati almeno 200.000 metri cubi di materiale lavico misto a massi provenienti dal vecchio edificio craterico. Di questo enorme materiale, circa una metà cadde sulla Sciara del Fuoco e rotolò fino al mare. Alla spiaggia della Sciara del Fuoco si osservano ancora i resti della enorme massa di materiale dejettato ed ora in parte abraso dal mare. [...] [Ponte, lava flows] Il giorno 3 luglio alle ore 21,30 fu visto dal semaforo di Labronzo un primo rigagnolo di lava sulla SdF, che divenne un impetuoso torrente durante la formidabile esplosione della mezzanotte. Mai era stata vista allo Stromboli fiumana di lava così abbondante e così fluida raggiungere il mare. Circa a metà della Sciara la colata si divideva in due bracci, dei quali quello di destra verso la spiaggia, rasentava la Sciara di Baraona (Tav. VII, fig 1). Non si sa se i due bracci si mantennero ugualmente attivi o se uno di essi si formò durante un aumento della portata della corrente. I due bracci della colata erano molto vicini e formavano complessivamente un fronte di 150 m. che, dietro misura da me fatta con cordicella metrata, lungo la spiaggia distava 850 m. dal Filo della Sciara. Il braccio di destra ora si protende nel mare con una fronte a dorso di testuggine (Tav. VII, fig. 3) e più in alto si osserva ancora intatto il canale di erosione lungo il quale scorreva la lava. Dopo il grande parossismo del 4 luglio la colata di lava diminuì e dopo alcune ore cessò del tutto. |
|||||||||
[De Fiore] ... 3 (luglio). Espl. legg. e qualcuna f., la cui det. udivasi nel casotto semaforico. Abb. emissione di fu. ad SO2. Ad h. 22.30, espl. abbastanza f., accompagnata da rumori simili a soffi e proiezioni di fu. n. in volute, susseguentisi senza interruzione. Dal cr. n. 3 si riversò una colata lavica. 4. Ad h. 1 "terribile" esplosione che scagliò a 1000 m d'altezza abbondantissimo mat. incand. "Un immenso globo di fuoco si sollevò sul monte, mentre fra le nebbie dense si scorgeva come una enorme fontana di fuoco che ricadendo sulle falde del monte fino ad un quarto della sua altezza lo rendeva simile ad un immenso braciere che proiettava una luce rossastra tanto intensa da poter leggere. Dopo circa sette [minuti] primi arrivava al casotto semaforico di Labronzo e di S. Vincenzo una fittissima pioggia di ceneri e lapilli scoriacei" di rilevante grossezza. Tale pioggia di fuoco durò esattamente 15' ed i proietti rosseggiarono sulle falde del monte per 30' circa. "Le espl. si succedevano senza interruzione con det. simili a colpi di 75. Contemporaneamente "una rapidissima corrente di lava scendeva al mare, ove si sollevavano colonne d'acqua e di fumo bianco". Per tutto il giorno continuarono le espl. a mat. incand. senza interruzione. Per effetto della grande espl. e forse del trabocco lavico, l'orlo del cr. n. 3, guardante la Sciara del fuoco, era quasi demolito. ... | ||||||||||
X | 1916 | 7 | 11 | loud explosion | huge plume, ash-bearing | many blocks at great height | - | - | [De Fiore] ... 5 (luglio). Espl. relativamente f. simili a quelle del giorno precedente. F. emissione di fu. ad SO2. 6-10 Espl. lievi, alternate da qualcuna più f. sempre a mat. incand.. La solita emissione di fu. - 11. Ad h. 8.21 ff. espl. con det. come colpo da 75, avvenuta probabilmente al cr. N.2 dal quale si sollevò un gigantesco pino cinereo, seguito poco dopo da altri e da colonne di fu. Abbondantissimi massi furono lanciati a grande altezza. Susseguirono a brevi intervalli, altre espl. più deboli. Durante il resto della giornata espl. f. e legg. a brevi intervalli, con grandi pini di fu. oscuro. | |
X? | 1916 | 7 | 22 | - | much larger plume than the others | much fiery material fell on SdF | probably rockfalls in SdF | lava emission starting one-two days after the major explosion. | [De Fiore] 12-16 (luglio) espl. leggere a brevi intervalli; molti fu. ad SO2. Il 15 molte espl. con pini cinerei dal cr. n. 2. Il 16, la stessa attività e molto fu. biancastro nella notte. - 17-19 Esplosioni leggere ad intervalli brevi con proiezione di poco mat. incand. e formazione frequente di pini dal cr. n. 2. - 20 I cr. n. 3 esplodevano lanciando mat. incand., mentre gli altri davano espl. formanti grandi pini cinerei ad intervalli di 15'-20' . La solita emissione di f. biancastro, "nel mezzogiorno pini trasparenti" (volute di nebbie?). - 21 Al mattino fino ad h. 12 la stessa attività che il giorno precedente. Nel pomeriggio la cima era coperta. - 22. Coperto fino alle h. 12. Dalle 12 alle 13:28 lieve emissione di fu. Ad h. 13.28 dal cr. N.2 si solleva una grande espl. formante un pino "molto più gigantesco degli altri", contemporaneamente dai cr. N. 3 si susseguivano espl. a mat. incand. che ricadevano in grande abbondanza sulla Sciara. Tali esplosioni si susseguirono, inalterate, senza interruzione durante tutta la notte. - 23 F. emissione di fu. biancastro o azz. Dai cr. n. 2 si sollevavano dei pini cinerei molto oscuri, a volute: spesso erano due o tre pini che si innalzavano contemporaneamente. [...] 24. Il meccanismo delle varie bocche si mantenne lo stesso. Però dai cr. n. 2 i pini erano meno frequenti e dai cr. n. 2 le espl. erano accompagnate da notevole emissione di fu., biancastro od azz. Nella notte efflusso lavico da queste bocche. [...] 27. Coperto al mattino. Invariata l'attività eruttiva: dai cr. n. 2 i pini erano nerastri e rari; da quelli n. 3 le espl. si mantengono invariate, aumentando di forza nella notte. Continuava l'efflusso lavico. 28. Coperto al mattino. Sembra che siano continuate le espl. ed i pini, come al giorno precedente. Nel pomeriggio non v'era più efflusso lavico. [Ponte] Il 23 luglio riapparve sulla Sciara un piccolo rigagnolo di lava che si mantenne fino al giorno 25. Il giorno 27 luglio a mezzogiorno, mentre io con le guide mi trovavo sulla Timpa ad osservare i crateri, dopo una sensibile diminuzione del rumore dei boati, vidi ricomparire dalla slabbratura del cratere della Sciara una larga colata di lava rosseggiante in piena luce del giorno, che si riversò sul pendio seguendo il letto della colata del 4 luglio. |
|
X | 1916 | 8 | 26 | loud explosion | large and dark plume | hot fiery material at 300m height | - | lava emission continuing from the previous month and interrupting a week before the major explosion. lava flows restart after the major explosion, and slows down four days later. | [De Fiore] 30-31 (luglio). Attività espl. uguale a quella del 29. Nel pomeriggio, abbondante efflusso lavico. 1-3 (agosto) Nelle ore antimeridiane, cima coperta per tutti i tre giorni. Nelle ore pom. la solita emissione di fu. azz. e biancastri; espl. f. e legg. alternatamente dal cr. n. 3, lancianti mat. incand. abb. ed accompagnate da rumori sensibili. Forse, aumento d'attività nella notte. Dalle bocche n. 2 si sollevavano pini giganteschi, oscuri, a grandi volute, cinerei. Continuava l'efflusso lavico. [...] 19. Dalle bocche n. 3, 4 fumate biancastre, abbondanti e continue; espl. deboli lancianti poche scorie incand. i soliti pini oscuri dalle bocche n. 2. - 20. La stessa attività alle bocche n. 4. Da quelle s'innalzavano i pini oscuri, nei quali erano anche abbondanti i mat. incand. "nel pomeriggio non si vede più la lava in colata". - 21-22. Dalle bocche n. 3, 4 espl. deboli con poco mat. incand. e molti fumi abbondanti biancastri, continui. Dai crateri n.2 si sollevavano i soliti pini di fumo oscuro "seguiti da forti espl. con lancio di scorie roventi; lapilli e cenere". Il 22 i pini erano 6-8 per ogni ora. - 23. Nelle h. ant., emissione continua ed abb. dei soliti vapori, dalle bocche n. 3, 4; dalle bocche n. 2 gli stessi pini: 4-6 per ogni ora. Nel pom. attività delle bocche n.3, 4 come il giorno precedente. - 24 Espl. deboli con poco mat. incand. dalle bocche n. 3, 4. Pini (4-6 per ogni ora) dalle bocche n. 2. - 25. La stessa attività. Nella notte si vedono i pini delle bocche n. 2, rosseggianti. Nel pom. le bocche n. 3 emettevano pochi fu. biancastri. - 26. Da una bocca "più vicina alla Sciara" ad h.6, espl. ff. con proiezione di mat. incand. a circa 300 m di altezza. Contemporaneamente, si sollevò un grande pino di fumo oscuro. Forse allo stesso tempo incominciò un nuovo efflusso lavico: la lava rosseggiava in pieno giorno. Nel resto della giornata dai crateri n. 2, 6 od 8 pini di fu. oscuro per ogni ora; dagli altri, le solite espl. con poco mat. incand. e fu. biancastro. 27-29 Espl. legg. con qualcuna forte dalle bocche n. 3: poco mat. incand. Dalle bocche n.2 i soliti pini oscuri: 6-8 per ogni ora. - 30. La stessa attività, però i mat. incand. lanciati dalle bocche n. 3 erano pochi. Nel pomeriggio non si vedeva più la lava in colata. | |
Source | Type | Year | Month | Day | Noise/earthquake | Ash plume | Large ejecta | PDC/tsunami | Lava flows | Original historical document |
Ponte (1919) Platania (1922) | XX | 1919 | 5 | 22 | very loud explosion heard in Calabria and in Naples. intense shock wave breaks windows. | very large plume over 5 km high. ashfall in Sicily. 2-3 m thick deposit near the top. scoria floating in the sea for days to the SW | Many plurimetric blocks, destroying about 20 houses. many blocks near Pta Labronzo. some significantly big damage the crater rim. spatter bombs ignite fires on the lower slopes. heavier material ejected in all the directions and fell on the volcano slopes | yes, water retreats of 200m and then inundates 300m. many landslides near the top. | lava flows in SdF a few minutes before the paroxysm | [Ponte] Dal 1915 lo Stromboli ha intensificato la sua attività eruttiva, la quale si è manifestata con frequentissimi trabocchi di lava e con esplosioni che si sono ripetute con varia violenza fino a raggiungere nel giorno 22 maggio scorso, la forma catastrofica. La popolazione dell'isola, che sta addossata con le sue casette sparse sui fianchi NE e SW del vulcano, è ora molto minacciata. La lava in colata mai è stata di lunga durata e rare volte abbondante; più frequentemente essa si è presentata con piccoli trabocchi rivestita da una crosta semisolida, a sacco, il cui fondo, ad ogni lieve aumento dell'efflusso lavico, si sgretola in macigni che, rotolando su l'erto pendio della Sciara del Fuoco, vanno a tuffarsi fragorosamente nel mare. [...] Il Perret non ha evidentemente tenuto presente che, come nel 1916, anche ora, pochi minuti prima dell'esplosione fu osservata della lava in colata sulla Sciara del Fuoco e che nei giorni precedenti il vulcano aveva varie bocche in crescente attività. [...] Vi furono masse di lava pastosa, di parecchi quintali, lanciate con alte traiettorie a tre chilometri dai crateri. La casa di Antonio Famulari, nell'abitato di San Vincenzo, fu ridotta in macerie da una massa lavica del peso di circa 10 tonn. Molte bombe caddero sull'isola producendo rovine ed incendi. Fortunatamente i grossi massi caddero sparsi su larga superficie, risparmiando vittime e danni maggiori. Le case demolite e sfondate sono una ventina in tutte le frazioni abitate di Stromboli; i morti fra la popolazione quattro ed i feriti parecchi, più per effetto dello scuotimento dell'aria che determinò lo sfondamento di porte chiuse e la rottura di vetri alle finestre. Al mare ebbesi una forte sessa che invase la spiaggia per largo tratto. Le bombe cadute si mantennero roventi per più giorni; quella caduta sulla casa del Famulari, che fu rotta a colpi di mazza per la ricerca di un soldato rimasto fra le macerie, era all'interno, dopo due ore, ancora rovente e pastosa tanto che vi si poteva facilmente affondare un palo di ferro. Nella Fossetta vicino a Portella delle Croci, cioè a 400m dai crateri, arrivò un masso che cadendo si ruppe in tre blocchi, di cui uno di circa 40 mc. Dopo un mese questi blocchi si mantenevano ad elevata temperatura ed avevano delle fenditure ricoperte di minerali bianchicci e giallastri e dalle quali esalavano gas alla temperatura di 254° con reazione debolmente acida; essi furono accuratamente raccolti per le ricerche di laboratorio. [...] Sulla crigna dello Stromboli cadde un masso di tale mole che sfiancò la cresta dal lato nord producendo delle fenditure sulle quali ora di sono riattivate le antiche fumarole solforose, che furono ostruite durante il terremoto calabro siculo del 1908. Il materiale più abbondante caduto è costituito da scorie esternamente filamentose, di color grigio-biondo e nell'interno molto bollose e di color grigio acciaio. Si tratta di materiale molto vetroso, cioè consolidatosi rapidamente, e contiene abbondanti grossi fenocristalli di augite facilmente isolabili. Sulla Crigna della Fossa e della Fossetta si formò un deposito di scorie da 2 a 3 m di potenza. Il vento forte spinse le scorie più piccole fino alla costa sicula, e molte ne rimasero per più giorni galleggianti sul mare, specialmente dal lato SW di Stromboli, mentre il materiale più pesante, non deviato dal vento, cadde su tutti i versanti del vulcano. Parecchi isolani sono concordi nell'affermare che dapprima s'innalzò sul cratere una enorme nube scura, accompagnata da bagliori rossastri e, dopo circa 10 secondi, si udì la detonazione; i massi caddero sull'abitato più tardi ancora e quasi tutti in contempo. Gli abitanti della vicina isola di Panaria affermano che un pino con magnifiche e gigantesche volute si sollevò sul cratere raggiungendo circa 10 volte l'altezza del vulcano. Alcuni pescatori, che si trovavano al largo, affermano che l'esplosione fu preceduta da una abbondante colata di lava che scivolò per la SdF fino al mare. |
[Platania] Il periodo di attività straordinaria iniziatasi allo Stromboli col Febbraio 1919, intensificatasi nell'aprile, culminò la sera del 22 maggio verso le ore 17.45 (t.m. etneo) con una esplosione di violenza eccezionale per quel vulcano. Il Sig. Curulli, capo semaforista, incaricato dal R. Servizio Geodinamico per la Sicilia e le isole adiacenti, di riferire regolarmente intorno alle manifestazioni di Stromboli, così descrive il fenomeno, in una sua relazione a questo R. Osservatorio:" Il 22 volgente, alle ore 18,47 (ora legale) accompagnata da un vorticoso movimento aereo e da un risucchio delle acque del mare per circa 200 m, ebbe luogo una violentissima eruzione dello Stromboli, con detonazione senza precedenti per intensità, ed emissione di enormi colonne di fumo nero a grosse volute che invase in breve tempo l'isola. Contemporaneamente abbondantissima eruzione di gran quantità di blocchi lavici di eccezionali dimensioni, varianti fra le 30 e 60 tonnellate, lanciati a considerevole altezza, la quale eruzione ha investito tutto l'abitato dell'isola. Altra eruzione susseguente di grosso materiale igneo, scorie, pietre, grosso lapillo, provocava incendi alle falde del monte in parecchi punti, mentre quella dei grossi blocchi incandescenti cagionava la distruzione di otto case, il danneggiamento grave di altre 10 nell'abitato di Stromboli, la distruzione di altre due in borgata Ginostra. Per effetto poi della detonazione violentissima la totalità delle abitazioni del paese ebbe tutti gli infissi e porte scardinate e con violenza sbattute lontano, e rotte a schegge; tutti i vetri delle finestre rotti per cui le abitazioni sono rimaste aperte, incustodite, le persone anche allo stato di moto furono sbattute con violenza. Seguì quasi contemporaneamente una invasione delle acqua del mare che sommerse per due minuti la spiaggia tutt'intorno capovolgendo e trascinando tutte le barche per circa 300 metri fino ai vigneti adiacenti." Gravi danni nelle circostanti campagne che bruciarono in vari punti per tutta la notte. A differenza delle precedenti eruzioni che non avevano cagionato che solo danni materiali, nell'attuale si hanno disgraziatamente a lamentare 3 morti e 20 feriti colpiti o seppelliti da enormi massi lavici, altri ustionati più o meno gravemente, alcuni da schegge di porte o vetri e da materiale delle abitazioni crollate. La furia distruttrice è durata circa 2 minuti, con una leggera ripresa l'indomani 23, dalle ore 22.30 alle 4, durante il quale periodo si sono osservate eruzioni di grosse scorie e lapillo, localizzate nella circoscrizione dell'apparato eruttivo; diffusi bagliori dal cratere alla sciara fino al mare, che illuminavano sinistramente il cielo tutto intorno, e davano l'impressione di un colossale incendio nella notte senza luna. Il 23 in un momento di relativa calma il sottoscritto si è recato in località Punta Labronzo, a circa 200 m dalla SdF, constatando anche in quei pressi l'eruzione del materiale diverso in gran copia, grossi macigni semi interrati, scorie grosse e pietre. Non ho potuto in quel momento osservare il Cratere occultato da emissioni continue di gas. Vi feci ritorno però nel pomeriggio, dalla parte di mare, ed ho potuto fare delle osservazioni in un momento di calma. Le linee generali del cratere sono mutate per svasature e frane che hanno notevolmente allargato l'apparato eruttivo, si osserva ancora qualche fenditura in senso longitudinale nella SdF, ed alla parte del faraglione di levante che sovrasta il paese si osserva una frana del faraglione stesso per la lunghezza di 300 m prodotta dalla straordinaria esplosione. Il materiale eruttato, come da minute osservazioni fatte dal sottoscritto è di tre specie: 1) grossi blocchi di parecchie tonnellate caduti nell'abitato ed anche in mare, sono pietra viva di color grigio o giallo-ruggine, pesantissima, compatta. Questo genere di materiale ha provocato la distruzione delle case. Tale materiale allo stato incandescente è una pasta filamentosa poco sensibile all'azione dell'acqua, e che rimase allo stato igneo per tre giorni. 2) Blocchi di minori dimensioni (cinque o sei tonnellate), pietra porosa pesante ma meno dell'altra, di colore grigio ferro. Allo stato incandescente pastosa e filamentosa. 3) Grosse e piccole scorie, leggerissime, di materiale spugnoso, friabilissimo, nero. Con tale materiale l'eruzione ha provocato gli'incendii alle falde del monte e poca quantità di esso giunse in paese, che fu investito soltanto da grossi massi lavici di cui sopra. Poiché il rombo dell'esplosione, secondo una lettera dell'Ing. Perret, fu udito anche a Marechiaro, presso Napoli, mi parve opportuno di diramare, per cortese concessione del Comm. Luigi Palazzo, direttore del R. Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica, un questionario a diversi Osservatori, uffici di porto e semafori per ottenere una buona determinazione della zona entro la quale il boato dell'esplosione fu udito e dei fenomeni che furono osservate in mare, per il maremoto. | ||||||||||
Source | Type | Year | Month | Day | Noise/earthquake | Ash plume | Large ejecta | PDC/tsunami | Lava flows | Original historical document |
Malladra (1922) Ponte (1922) | X? | 1921 | 6 | 4 | loud explosion | ash emission | hot material towards the village, and in small part in the village | - | lava flows in SdF five days after the major explosion | [Malladra] A S. Vincenzo trovai gli isolani ancora profondamente impressionati per il formidabile "Scatto" del vulcano, avvenuto un mese e mezzo prima, il 27 giugno, allorché la popolazione terrorizzata dalle esplosioni nonché dal lapillo e dalle ceneri che piovevano dovunque a profusione, dovette in massa rifugiarsi sui vapori e sulle torpediniere inviate in soccorso dallo Stato e del quale ebbe ad occuparsi profusamente la stampa in quei giorni. Dalle informazioni raccolte a diverse fonti, specialmente dal Sig. Maresciallo Curulli, capo semaforista e incaricato della sorveglianza sul vulcano, e dal Signor Giov. Renda, agente per la navigazione (presso il quale trovai cortese ospitalità) ricavai le notizie che qui riassumo. L'attività dello Stromboli nel giugno 1921 fu più notevole dell'ordinario, con frequenti esplosioni forti e molto forti, e proiezioni di ceneri e di materiali incandescenti, specialmente nei giorni 4, 16 e 22 in cui giunsero fino alle campagne soprastanti l'abitato (san Vincenzo) ed in piccola parte nell'abitato stesso. Un notevole colata di lava corse, il giorno 8, lungo la Sciara fino al mare. |
X? | 1921 | 6 | 16 | as above | as above | as above | - | lava flows in SdF a week before the major explosion | ||
X? | 1921 | 6 | 22 | as above | as above | as above | - | - | ||
XX | 1921 | 6 | 27 | two loud explosions, heard at Lipari and Ustica | great eruptive column clouds the village. sulfur gas in the village. thick darkness. | huge blocks and scoria. many fires. blocks ejected towards SdF. many spatter bombs, meter sized. continuous cover at the summit, ever one meter thick. | strong noise of rockfalls on SdF. | great lava flow in SdF at the end of the paroxysm lava flows in SdF two days after the paroxysm fast lava flows in SdF one month after the paroxysm | [Malladra] Il giorno 27 (Giugno), intorno alle ore 19 e tre quarti, rimbombarono improvvisamente per tutta l'isola (e furono udite a Lipari, anzi fino a Ustica) due fortissime esplosioni, come lo sparo simultaneo di molti cannoni di grosso calibro, succedutesi a circa 5 secondi di intervallo e precedute da un profondo e prolungato boato. Queste due detonazioni furono accompagnate da lancio di enormi ed imponenti quantità di materiale incandescente, costituito da grossissimi blocchi di vecchie lave strappati al condotto vulcanico e da migliaia di grosse scorie di materiale coevo, che furono proiettati a 600 e più metri sopra il cratere; nello stesso tempo nembi di fumo in grandiose colonne erano vomitate dalle diverse bocche del cratere, i quali riversandosi nell'abitato, rendevano l'aria quasi irrespirabile per la gran copia di gas sulfurei. La serie delle esplosioni e delle proiezioni di tipo vulcaniano, specialmente stromboliano, durò più di un'ora, cioè fino alle 21.30. Il fracasso prodotto da tutto questo materiale piombante da l'alto sulla SdF e sui pendii coltivati e soprastanti a S. Bartolo e S. Vincenzo, era spaventevole e al di là d'ogni immaginazione; parecchi incendii furono provocati dalle scorie incandescenti cadute in mezzo ai canneti, che servono come limiti di demarcazione delle proprietà private. La polvere conseguente alla caduta di queste migliaia di proietti, mista ai fumi delle esplosioni, determinò, col principiare della notte, una oscurità così fitta, che le lanterne non riuscivano a superarla che per pochi decimetri; donde un terrore indescrivibile nella popolazione esterrefatta, che fuggiva dalle proprie case senza speranza di ritornarvi. Verso le 21.30 una copiosa corrente di lava irruppe dalla parte alta della SdF, ne percorse tutto il pendio per gran parte della sua larghezza e giunse fino al mare. Nel seguito della notte, chiarori vivacissimi derivanti dalle lave e dalle fontane di scorie che si succedevano senza interruzione tra rombi e boati, illuminarono vivamente la montagna dalla vetta al mare, da ogni lato. L'attività parossismale continuò con intense esplosioni sino al 30 giugno, ripetendosi più volte le colate laviche sulla SdF, specialmente nella notte dal 28 al 29. I crateri più attivi furono quelli dello Zolfo e del Torrione, che proiettavano col materiale incandescente densi e imponenti pini di fumo oscuro, mentre le fumarole dell'orlo della Sciara sprizzavano vapori ad alta tensione. Nei primi giorni di luglio il Vulcano si calmò, e in seguito riprese la sua ordinaria attività, della quale i fenomeni più notevoli furono i seguenti: 5 luglio - Abbondante emissione di gas solforosi dal cratere e dalla Sciara, che il vento portava a San Vincenzo. 10 - Pioggia di sabbia e minuto lapillo (tra le ore 11-17) fino alle falde del monte. 16 - Pioggia di fina cenere a S. Bartolo e S. Vincenzo. 21 - Pioggia di minuto lapillo sino all'abitato. 23 - Durante la notte, bagliori vivissimi dalla vetta sino al mare per tutto l'orizzonte visibile; dalle ore 21 alle 2, efflusso lavico che scende lentamente lungo i due terzi superiori della Sciara. 24 - Cupi boati prolungati, a intervalli di 10-15 minuti che ridestano il panico della popolazione. Dalle ore 23 alle 4, rapido efflusso lavico lungo la Sciara che giunge fino al mare. 5 agosto - Durante tutta la notte sopra il 5 agosto, vivissimi bagliori prodotti da lento efflusso lavico che scende sulla SdF fino al mare. Durante il giorno, a intervalli, pioggia di sabbietta nera sull'abitato. |
|
[Malladra, continued] La sera dell'8 agosto mi recai a Labronzo, al vecchio semaforo, dove rimasi per circa 40 minuti; durante questo tempo non vidi che una sola bellissima fontana di scorie, quasi silenziosa, che durò per circa 50 secondi e salì fino a circa 70 metri sopra il Faraglione di Levante. Sulla Sciara nessuna zona luminosa. Durante il rimanente della notte da casa renda (vicina alla stazione radiotelegrafica) osservai chiarori diffusi, moderati, intermittenti a lunghi intervalli, dovuti al ripetersi delle fontane di scorie. Verso le due di mattina intrapresi la salita del monte, con una coppia di turisti inglese e la guida Gaetano Renda. Mi fu detto che il cratere non era stato visitato da studiosi di vulcanologia da più di un anno, stante che il Sott. Ponte di Catania, sbarcato a S. Vincenzo pochi giorni dopo l'eruzione di giugno, non aveva potuto salirvi per improvvisa indisposizione. [...] Sotto la punta di S. Vincenzo cominciavano ad apparire scorie isolate, di cui alcune avevano da mezzo sino a un metro di cubo di volume; ma risultavano si una straordinaria leggerezza in confronto al volume, per le rilevante quantità di grandi concamerazioni, traversate da esili lamine e fili di stiramento. La notevole porosità e la ricchezza delle grosse cavità pneumatolitiche di queste scorie, dà un'idea della intensa gassificazione del magma che le produsse. Mano mano che si sale le scorie appaiono più numerose e formano chiazze sempre più estese, finché arrivati alla Crigna, costituiscono un rivestimento generale e serrato di tutta la vetta, con spessori varianti da pochi decimetri a più di un metro, come può scorgersi da zone fratturate. Nel settembre 1912 il ripido pendio della Crigna mi era apparso tutto costellato da innumerevoli imbuti, larghi da uno o due metri, prodotti da una pioggia di macigni, che si era verificata nella eruzione del luglio precedente; ora appariva come il dorso squamoso e corazzato di un gigantesco sauriano. La massa scoriacea, fragilissima, si frantumava sotto i nostri passi producendo un caratteristico scricchiolio, come se si camminasse sopra uno strato di gusci d'uova. Anche la Fossetta, dalla Portella delle Croci fino alla Timpa di Baraona, nonché i pendii verso NW fra il Torrione e il Filo di Baraona, erano corazzati allo stesso modo, con la differenza che in questi luoghi il deposito era assai più potente, e così fragile, che talvolta ci si sprofondava fino al ginocchio. Mentre prima si scendeva in pochi minuti nella Fossetta dalla creata più alta del cratere, questa volta ci dovemmo impiegare più di mezz'ora. Lo stesso dicasi per la Rina Grande, che per almeno 400 m di lunghezza sotto la Portella, si presentava talmente ingombra di grosso materiale scoriaceo, che occorsero più di due ore per attraversarlo, mentre prima bastavano 10-15 minuti di corsa sulla fina sabbia, per raggiungere le prime zone di verzura sottostanti. Ma ciò che riusciva più curioso e interessante erano le dirupate pareti della Serra di Vancora, coperte di abbondante materiale scoriaceo, dappertutto dove una sporgenza, o una inclinazione meno forte o un tratto orizzontale avevano potuto servirgli di supporto. Come dopo una abbondante nevicata appaiono sulle pareti montuose lunghi cornicioni e capitelli di neve ammassatasi dovunque poté trovare un appiglio, con profusione di frangie frastagliate, veli penduli e stalattiti, allo stesso modo si presentava l'enorme quantità di scorie piovute sulle pareti della Serra; unica differenza il colore, da bruno a nero, o grigio-scuro, o verdastro, secondo l'alterazione superficiale prodotta dai gas vulcanici. Il materiale, adunque, eruttato nel parossismo di giugno fu in grandissima parte coevo; se vi fu nella fase d'inizio notevole quantità di materiale vecchio, questo venne sepolto dai prodotti stromboliani successivi. Non se ne vedeva infatti che pochissimo, sotto forma di rari blocchi che facevano qua e là capolino in mezzo alle scorie. Quasi nella parte mediana della Fossetta giacevano due blocchi enormi, uno di 15, l'altro di 20 metri cubi all'incirca, distanti un paio di metri l'uno dall'altro, le cui superfici di fronte si presentavano così corrispondenti, che appariva chiaro doversi trattare di un solo blocco, spezzatosi nella caduta. Nella parte superiore erano coperti da poche focaccie scoriacee. questo blocco, che dal modo di giacitura ho supposto appartenere al parossismo in discorso, testimonia della straordinaria violenza delle esplosioni. Da principio, mi venne il dubbio che tutto questo grandioso ammassamento di scorie, che in diversi luoghi della Fossetta e della Rina grande si presentavano come pseudo-colate, fosse il prodotto del precedente parossismo del maggio 1919; ma il Cav. Perret che visitò due volte la cima del monte dopo quell'eruzione, mi informò che le grandi focacce scoriacee erano allora bensì piovute in copia nella Fossetta, ma però le pareti della Serra non presentavano l'aspetto da me descritto e la Rina grande si manteneva sabbiosa come per l'innanzi. La mia guida vi mancava da qualche mese e non si aspettava di trovare un tale terreno, ed era esterrefatta e dolente per le sue ciabatte di corda, che si laceravano rapidamente. | ||||||||||
X? | 1922 | 8 | 20 | loud explosion | - | - | - | - | [Ponte] Quest'anno ho visitato lo Stromboli in agosto, pochi giorni dopo la formidabile esplosione avvenuta alle ore 2 e 48 del giorno 20. Il giorno 26 erano attive, una grande bocca A nella parte centrale della terrazza con due minori a e a' accanto (vedi profilo) ed un'altra sul lato orientale presso il Filo del Solfo e Sciara del Fuoco con altre due minori b e b' a lato. |
|
Source | Type | Year | Month | Day | Noise/earthquake | Ash plume | Large ejecta | PDC/tsunami | Lava flows | Original historical document |
Imbò (1928) Rittmann (1931) Abbruzzese (1936) | X? | 1923 | 12 | 15 | - | - | - | - | - | [Abbruzzese, 1936] Le maggiori esplosioni osservate e studiate in questo ultimo scorcio di secolo sono quelle del 13 novembre 1915, 5 gennaio e 2 luglio 1916, 22 maggio 1919, e del dicembre 1923. [note - calendar day uncertain] |
X? | 1930 | 2 | 3 | - | dark eruptive column ashfall over the island | - | - | lava flows in SdF a few hours after the major explosion | [Imbò] Preceduto dalla solito moderata attività il 3 febbraio 1930 a 17h si videro sollevare dal cratere alte colonne di fumo scuro con successive cadute di cenere su tutta l'isola. Qualche ora dopo si ebbe efflusso di una colata di lava che, seguendo la Sciara del Fuoco, giunse fino a mare. Altri trabocchi si ebbero nei giorni successivi sino al 6.Subito dopo questo breve periodo di recrudescenza l'attività ritornò nella sua fase normale che con lievi variazioni in intensità durò fino al tutto il 10 settembre. | |
XX | 1930 | 9 | 11 | two very strong explosions, heard in Lipari and Calabria. shock wave earthquake felt in Lipari and in Calabria | three dark plumes above 1 - 1.5 km high observed about 30' or 2 h before the paroxysm - the sources are not agreeing about the timing. column about 4 km high, seen from Sicily. fallout of 10-12 cm towards NE not much fallout in the W part of the island scoria ignite the vegetation in the NE sector | many blocks, spatter bombs, and scoria. most ejecta on the NW and SW part of the island, and many spatter bombs in SdF. plurimetric sized blocks towards Labronzo and Ginostra and SdF. distance range about 2 km. Labronzo lighthouse destroyed. | probable ash clouds towards N during the paroxysm. secondary PDCs in two valleys, Piscità, reaching the sea, and S. Bartolo stopping in the village. the sources are not agreeing on the timing of the PDCs - immediately after the paroxysm, or 50' later. | small lava flows in SdF after the paroxysm | [Imbò] Poco dopo le 8h del giorno 11 ebbe luogo una fase esplosiva di brevissima durata. Secondo il Curulli si formarono tre colonne di fumo scuro a quote diverse della SdF. Nella fig. 1 della Tav. II sono indicati con le lettere A, B, C i punti da cui vedevansi sollevare. Al più basso corrisponde una quota compresa tra i 300 ed i 400 metri sul livello del mare. Scarsa quantità di cenere cadde su tutta l'isola. Parve successivamente che fosse subentrata la solita attività. Improvvisamente a circa 9h 52m vi furono due violente esplosioni. Da Ucria (Sicilia) fu visto un pino la cui altezza fu stimata non inferiore ai 4 km. Il parossismo durò ancora per circa mezz'ora. Successivamente si formarono rigagnoli di lava scorrenti lungo la SdF di cui alcuni raggiunsero il mare. Nella notte successiva anche l'attività effusiva ebbe termine. [Imbò, more detailed] Pur essendo trascorsi oltre due mesi dalla fase parossismale del settembre, ancora e con abbastanza evidenza era possibile stabilire la varietà, distribuzione e successione del materiale eruttato. Il Rittmann ne dà nel suo lavoro una carta indicativa che riporto per gentile autorizzazione dell'autore. Essa presso a poco si accorda con le osservazioni e notizie da me raccolte. Vi appare evidente l'influenza della Serra Vancora sulla distribuzione del materiale. E parrebbe di dover del pari ammettere una obliquità del condotto vulcanico verso WNW. Sulla distribuzione del materiale leggero eruttato avrà anche influito la direzione del vento spirante in alto, probabilmente SW, se la si fa coincidere con l'asse maggiore dell'ovale rappresentante la superficie coperta da esso. Vi sarebbe stata quindi proiezione di materiale antico sotto forma di grossi blocchi e materiale coevo: ceneri, scorie, bombe, brandelli lavici. I proietti di lava antica che nella figura (del Rittmann) apparirebbero distribuito uniformemente dalla cima alla base nelle due direzioni: Ginostra e Labronzo, si rinvengono effettivamente solo nella parte bassa. Pare però che essi si siano riversati uniformemente tra le due dette direzioni e che i blocchi caduti a quote maggiori siano andati scomparendo sotto la coltre del materiale coevo (come è ben visibile per alcuni blocchi parzialmente tappezzati da focacce laviche) che va gradatamente infittendosi man mano che si procede verso l'alto sino a formare da una quota di circa 400 metri delle pseudocolate nelle zone non ombreggiate dalla Serra Vancora. Sotto il bombardamento di questi proietti di grosso calibro si sono trovati dal lato meridionale alcuni fabbricati della frazione di Ginostra che vennero seriamente danneggiati e dal lato settentrionale il Semaforo di Labronzo la cui parte rivolta al cratere venne completamente distrutta. Probabilmente per effetto di questo tiro venne demolita parte del ciglio del Filo dello Zolfo. Dunque, in ordine di tempo, si ebbe prima l'esplosione a materiale antico e poi quella a materiale coevo. A questa seguì una proiezione di cenere che si riversò in gran copia sulle pendici del Liscione. Questa notevole massa instabile ed anche per propulsione derivante dalla tensione dei gas racchiusi e sviluppati durante il raffreddamento ed ancora fornito per trituramento delle scorie seguendo i fianchi del monte, dirigevasi verso la base a guisa di colata fornata dall'insieme delle ceneri e del materiale incontrato dalla massa in movimento. Si formarono brevi rami nella parte superiore, uno però, incanalato nel vallone Moligiaro, raggiunse in brevissimo tempo il mare (Piscità), spingendosi anche oltre. Altra ramificazione si fermò a circa 100 m dalla chiesa di S. Bartolo. Queste colate avevano una temperatura abbastanza elevata in quanto che hanno carbonizzato la vegetazione incontrata, incendiate delle barche, bruciacchiate delle altre appena sfiorate dalla corrente. Un marinaio investito dall'onda di maremoto in prossimità del punto in cui la colata s'era spinta nel mare, riportò scottature che ne provocarono la morte. In ultimo si formarono alcuni rigagnoli di lava lungo la SdF. Di modo che il parossismo dello Stromboli dell'11 settembre può riassumersi nelle seguenti fasi: 1) esplosione a materiale scuro a circa 8h; 2) esplosione violentissima a materiale prevalentemente od esclusivamente antico a circa 9h 52m, seguita da altra; 3) violentissima esplosione a materiale coevo, seguita ancora da altre d'intensità sempre più ridotta sin poco dopo le 10h; 4) attività effusiva. |
|
many houses destroyed in Ginostra, and ignited | the current in S. Bartolo was 6 meter wide and 4 meter thick, the current in Piscità reached the sea at 15-20 m/s, with a front 8-12 m wide, and 6- 7 m high. | [Imbò, continued] I colpi delle due esplosioni furono uditi con maggiore intensità a distanza anziché nelle immediate vicinanze. Questo fatto, d'accordo con il Rittmann, si può mettere in relazione con la posizione degli abitati di Stromboli situati nella zona d'ombra derivanti dalla presenza del Liscione, Serra Vancora. A Lipari i due colpi si distinsero nettamente e forti. A Tropea (62 km) furono notati tremiti di vetri tali da simulare una breve e leggera scossa di terremoto. Le onde acustiche però non furono registrate né dai barografi (Messina, Ganzirri); né dallo statoscopio in funzione presso l'Osservatorio di Ganzirri; né dai sismografi di Messina, Trenta, Catania i quali registrarono invece le onde sismiche. Come si osservò anche in altre simili occasioni, la fase eruttiva fu accompagnata da maremoto. Secondo concordi affermazioni si ebbe prima un abbassamento e poi un sollevamento del livello del mare. L'altezza totale massima dell'onda fu certamente di poco oltre i m 2.50 (Spiaggia della Lena). Il De Fiore riferendosi ad osservazioni eseguite a Ginostra, assegna un'altezza d'onda di m 2.20. Il fenomeno venne anche nettamente osservato a Lipari. Esaminando il lucido del mareogramma ottenutosi nella stazione di Porto d'Ischia (cortesemente inviatomi dal Direttore della Sezione Idrografica del Genio Civile per la Campania, che sentitamente ringrazio) tra le onde secondarie non vi si discerne alcuna minima perturbazione che possa attribuirsi all'arrivo delle onde di maremoto. | ||||||||
high trajectory with impacts from above, but secondary fragments of largest blocks have low trajectory. | four people are killed by the flows and by the boiling water at their entrance in the sea. tsunami of about 2.2-2.5 m high wave 30' after the paroxysm First 100 m sea regression, then about 200 m sea ingression. | [Abbruzzese, 1936] Alle ore dieci dell'11 Settembre 1930 una formidabile esplosione riversò sull'Isola di Stromboli una grande quantità di materiale, causando incendi, danni e numerose vittime. Appena si ebbe notizia dell'eruzione, il Direttore dell'Istituto Vulcanologico Etneo volle dare a me l'incarico di recarmi allo Stromboli, per osservare lo stato del vulcano e raccogliere quelle notizie che avrebbero potuto interessare. Mi fermai sull'isola dal 15 al 22 settembre assieme al Dr. G. Bruno che mi accompagnò in tutte le escursioni. [...] Questa ultima (esplosione) dell'11 settembre 1930 è stata la più catastrofica per i gravi danni prodotti in tutta l'isola, e per le vittime umane. Alle ore 9 e 25 circa la normale attività dello Stromboli fu interrotta dalla formazione quasi contemporanea di tre pini, che da S. Vincenzo furono visti alzarsi per circa 1500 metri al disopra della cresta, che nasconde la Fossa Craterica. Molto probabilmente, per effetto di prospettiva, sembrò agli abitanti che i tre pini avessero avuto origine a quote diverse, anche perché il vento li ripiegò verso la SdF. I tre pini ebbero la durata di dieci minuti circa. Questa prima fase iniziale non fu accompagnata da alcuna detonazione e si ebbe soltanto il lancio di materiale sottile, e difatti arrivò solo della cenere fino all'abitato. Alle ore 9,52 fu udita una formidabile detonazione, piuttosto prolungata, essendo state due le esplosioni avvenute quasi contemporaneamente con un intervallo di tempo appena apprezzabile. Dapprima fu lanciato il materiale della impalcatura craterica, ed in seguito, in prevalenza, delle scorie pomicee coeve; difatti presso il Cratere, il materiale antico si presenta rivestito da scorie coeve. L'esplosione sconquassò tutti i crateri della Fossa e slabbrò una parte dell'orlo prospiciente verso la SdF. I massi lanciati dall'esplosione caddero sul versante ovest, e sud-ovest del Vulcano, colpendo il Semaforo di Labronzo e bombardando l'abitato di Ginostra, ove quasi tutti i tetti delle case furono sfondati e molte piante bruciate. In contrada Terra del Fuoco potei osservare diversi massi di qualche tonnellata, sprofondati in gran parte nel terreno sabbioso, che trovai ancora caldi. Ma quello che più mi impressionò fu un enorme masso caduto sulla SdF e che osservai nel fare la traversata da Stromboli a Ginostra. Esso, dopo sei giorni dall'esplosione, era ancora tanto caldo da non potervisi accostare per il forte calore che irradiava; il masso era quasi cubico e misurava circa m 3 per lato. Un altro masso si abbatté a pochi metri dal Semaforo di Labronzo, e provocò, per la scossa, il crollo della parete ovest e di parte del tetto delle due stanzette; anche la pavimentazione fu sconvolta e larghe lesioni si aprirono sui muri, così da rendere pericolante e del tutto inabitabile quell'edificio. Il masso rovente si conficcò nel terreno e restò interamente coperto dal materiale sconvolto. La infossatura che si produsse aveva il diametro di circa 5 metri. Altri massi caldissimi furono trovati nei dintorni. La seconda esplosione, come ho detto, quasi concomitante alla prima, diede una fitta pioggia di cenere, lapilli e brandelli di pomice coeva rovente, che si riversò sui versanti Nord-Ovest e Nord-Est causando la morte a sei individui e ferendone 20 nell'abitato di S. Vincenzo e S. Bartolo e due a Ginostra. I morti furono trovati con forti ustioni, alcuni semicarbonizzati e fra questi una madre con la figlia abbracciati assieme con accanto una capretta del tutto carbonizzata. Nelle campagne si svilupparono incendi che distrussero tutta la vegetazione della parte più elevata del monte. La parte superiore del vulcano era coperta di pomice filamentosa che dovette essere molto viscosa, tanto che potrà stendersi facilmente sul terreno. Il Cav. Curulli, attento osservatore dello Stromboli, e parecchi altri abitanti mi riferirono che dopo l'esplosione videro sei grandi volute di fumo denso, di colore oscuro, cariche di scorie, lapilli e cenere che si dirigevano, accavallandosi, verso l'abitato. L'ultima voluta di cenere arrivò in prossimità dell'abitato di Stromboli, lambì le prime case, bruciò i vigneti che si trovavano in prossimità della via Reale, e ciò per effetto della cenere rovente che li ricopriva. Queste nubi ardenti si posarono soprattutto sulla parte alta dell'Isola e precisamente sopra e sotto il Liscione. Il parossismo cessò alle ore 10 e 22. Lo spostamento d'aria, causato dall'esplosione, produsse una forte sessa marina, che ebbe inizio alle ore 10, 19 e cessò alle ore 10, 22. Il mare si ritirò per circa 100 metri, invadendo poi la spiaggia, per circa 200 metri (località Sopra Lena). | ||||||||
[Abbruzzese 1936, secondary PDCs] Alcuni istanti dopo la formidabile esplosione, la popolazione si accorse che due torrenti di materiale infuocato scivolavano per i torrenti di S. Bartolo e di Piscità. Il primo si fermò a poche decine di metri dalla Chiesa di S. Bartolo, mentre il secondo arrivò fino al mare, formando un piccolo promontorio, che il giorno 15 era largo metri 20 e lungo metri 25, a partire dalla line di spiaggia; gli abitanti assicurano che era molto più esteso e che buona parte di esso era stato abraso dalle onde. In un primo tempo gli abitanti credettero che si avanzasse una colata di lava, ma ben presto si accorsero che trattavasi di una enorme quantità di detriti roventi che il vento riversò a Nord-Est, verso il Liscione. Durante la mia permanenza allo Stromboli visitai attentamente il torrente di S. Bartolo e potei osservare quanto appresso: "Il fronte della valanga di cenere, che si arrestò alle porte della frazione di S. Bartolo, era largo circa metri 6, con una potenza di metri 4; esso conteneva pure del materiale non coevo, che aveva trascinato lungo la sua corsa. Le viti e gli ulivi investiti dalla valanga fino a quota 300 circa e la ginestra più in alto, fino alle Chiappe Lisce, furono bruciacchiati e sradicati, come se fossero stati divelti dalla furia di un torrente impetuoso. Sotto le Chiappe Lisce, in località detta "Campanareddu" si osservava un piccolo ripiano che era tutto sconvolto, mentre nella parte alta si perdevano le tracce del materiale detritico. Nell'altro torrente di Piscità, che scende quasi parallelo al primo verso il mare, si notavano gli stessi particolari; però la quantità di materiale scivolato fu maggiore dell'attiguo torrente di S. Bartolo, tanto che nell'ultimo tratto, vicino al mare, seppellì una casetta e due ne abbatté. Ai lati della valanga detritica si osserva bene la vegetazione divelta ed i giovani canneti bruciacchiati e piegati a terra. In un primo momento la valanga colmò il torrente Piscità, profondo in media 15 metri, e straripò dai bordi di esso, mentre la parte centrale scivolò lentamente verso il mare, ove la valanga aveva un fronte da 10 a 12 metri, ed una potenza da 6 a 7 metri. Essa, superato l'orlo della Fossa, si abbatté fin verso la località "Campanareddu" e lì si divise, incanalandosi nei due torrenti. Il 15 settembre, giorno del mio arrivo a Stromboli, la valanga detritica di Piscità era ancora calda, mentre quella di S. Bartolo era tiepida perché di minore potenza. Due dolorosi episodi danno un'idea della elevata temperatura della valanga detritica di Piscità, che raggiunse il mare e ne riscaldò l'acqua per un lungo tratto. Una donna che si trovava sopra Labronzo al momento della esplosione, per cercare scampo, tentò di fuggire verso l'abitato, ma arrivata al torrente Piscità e volendolo attraversare, fu investita dalla valanga, e da essa trascinata per un buon tratto. Il cadavere, trovato dopo quattro giorni che giunsi allo Stromboli (8 giorni dall'esplosione), era semicarbonizzato specialmente agli arti inferiori, dove l'epidermide dei piedi si era staccata assieme a parecchie unghia. Ugualmente terribile è stata la fine di un marinaio, che per sottrarsi alla pioggia del materiale infuocato, che cadeva sull'abitato, fuggì verso il mare riparandosi in una anfrattuosità del terreno. Ma l'onda del maremoto lo raggiunse producendogli tali scottature, per effetto dell'acqua divenuta bollente al contatto con la valanga di Piscità, che ne provocarono la morte dopo alcune ore. Dopo l'esplosione fu notato, dai marinai che si trovavano al largo, il formarsi di alcuni rigagnoli di lava sulla SdF, che furono visti rosseggiare fino a tarda ora della notte. Due bracci raggiunsero il mare. [Abbruzzese 1936, escursion in SdF] Il giorno 19, sempre col Dr. Bruno, decisi di fare la traversata della SdF che, per quanto mi risulta, non era stata fino allora tentata da alcuno. [...] Dal Semaforo di Labronzo ci portammo al Filo della Sciara, q quota 350 circa. Di lì risalimmo il pendio spostandoci ad Est, per 200 metri, e poi continuammo in linea retta, con leggera discesa fino al filo della Timpa, che costeggiammo in discesa, e girando attorno al suo sperone, passammo rapidamente sulla Sciara di Baraona, così detta per il fragore dei massi che vi rotolano continuamente, e di lì, per le contrade Morto e Terra del Fuoco, arrivammo a Ginostra. Durante la traversata, ore due circa, avemmo agio di osservare tutta quella zona che portava ben visibili tracce dell'esplosione. La maggior parte dell'impalcatura craterica era stata riversata sulla SdF, sulla quale si notavano larghe ciambelle di pomice coeva, in tale quantità da coprire quasi tutta la parte alta di essa. Nel mezzo del pendio si notavano le de colonne del giorno 11 riconoscibili solo per il forte calore che da esse irradiavano, essendo in parte coperte da cenere e da altro materiale. In quel punto, a quota 300 circa, avevano una larghezza di m. 4.5. |
||||||||||
[Rittmann; from German, text modified from a transl. of Boris Behnke] Nel mattino del 11 settembre 1930 sullo Stromboli accadde un'eruzione breve e violentissima che ha ucciso sei persone e ha fatto danni estesi. La descrizione seguente dell’evento è basata sui resoconti dei testimoni e sulle osservazioni del presente autore. [...] Durante gli ultimi giorni di agosto, l’attività dello Stromboli era abbastanza bassa, permettendo la sua osservazione e il suo studio da vicino. Com’è sempre stato il caso allo Stromboli, le varie bocche mostravano diversi tipi di attività. [...] Fino al mattino dell’11 settembre, l’attività dello Stromboli continuò, con delle minori fluttuazioni, nella maniera precedentemente descritta. Alle ore 8:10, all’improvviso e senza preavvisi il cratere eruttò una fitta e scura nube di cenere che, rotolando in modo turbolento si alzava in alto e produceva una caduta di cenere in un settore limitato verso SW. Nel corso degli eventi successivi, la cima era a volte velata dalla nube. Secondo Curulli, all'inizio si videro tre distinte colonne eruttive da S. Vincenzo. Nubi di fumo sembravano alzarsi anche dalle pareti della SdF, ma in questo caso si trattava di cenere sollevata in vortice da masse frammentarie ricadenti, e frane. Dopo circa 10 minuti, l'eruzione cessò e la nube scomparse, dando l'impressione che la montagna si stesse di nuovo calmando. Alle ore 09:52, in modo completamente improvviso, due esplosioni estremamente violente accaddero una dopo l'altra ad un intervallo molto breve, facendosi udire anche a Lipari (distante 40 km) e in Calabria come un tuono forte. Hunziker riassume le sue osservazioni come segue: "Quel giorno particolarmente caldo stavo lavorando a casa mia a Lipari, quando verso le 10 due esplosioni si seguirono molto rapidamente, scuotendo le pareti della casa. Nella direzione dello Stromboli una fitta nube giallastro-bianca s'alzava verso il cielo, sfogliandosi in alto come le foglie di una palma, sviluppando in maniera perfettamente simmetrica una forma arrotondata dopo l'altra, per assumere finalmente, avendo raggiunto un'altezza di più di 2500 m, la classica forma di un pino." A S. Vincenzo e S. Bartolo si udì un fischiare, e un vortice d'aria passò sui paesi; tuttavia il rimbombare delle esplosioni appena si sentì. Le onde sonore dirette erano state attutite dalle creste del Filo dello Zolfo e del Liscione, situate tra il cratere e la costa orientale. Nel paese di Ginostra, sulla costa occidentale, la concussione d'aria ruppe diverse finestre e porte. La prima esplosione lanciò in aria con una forza immensa dei sassi di roccia enormi che ricaddero come proiettili grossi su Ginostra ed i suoi dintorni, distruggendo parzialmente o completamente alcune case, e causando diversi incendi. Immediatamente dopo, la seconda esplosione lanciò una gran quantità di blocchi che bombardarono la zona costale all'est della Sciara. Il Semaforo di Labronzo ricevette un colpo in pieno centro che fracassò la sua parte verso la montagna. Le esplosioni furono accompagnate da delle forti scosse sismiche che si percepirono anche a Lipari e sulla riva calabrese. Nello stesso momento il mare si ritirò. Secondo le testimonianze conformi dei residenti delle zone costali a S. Vincenzo e Ginostra, l'abbassamento del livello del mare sarebbe stato più di un metro. Nelle altre isole Eolie dopo circa 10 minuti si manifestò un'onda sismica abbastanza forte da strappare delle piccole navi dalle ancore e danneggiarle. Le due esplosioni produssero soltanto materiale frammentario vecchio, così aprendo la via per il magma seguente. Cominciò un'eruzione violenta di cenere e scorie. Scorie incandescenti e molto gonfiate piovvero giù sul quadrante NE dell'isola, accendendo degli incendi nella vegetazione sui versanti alti della montagna. Fitte nubi di cenere calda rotolarono giù dalla montagna lasciando nel buio le zone basse. L'emissione delle grossolane scorie incandescenti cessò dopo 10 minuti, ma la pioggia di cenere e lapilli durò per un'altra mezz'ora mentre persisteva anche l'oscurità. Le ceneri erano umide e talvolta si osservò la formazione di pisoliti. |
||||||||||
[Rittmann, the witness K. Foltz] Per rendere più chiaro l’andamento degli eventi, vorrei citare alcune frasi della relazione di un testimone. K. Foltz si trovava a circa 200 m a sud dal Semaforo di Labronzo nel momento dell’eruzione, quindi in mezzo alla zona più gravemente colpita, e si deve considerare un miracolo il fatto che si è salvato la vita. Nel suo racconto logicamente prevalgono le impressioni soggettive; obiettivamente sono questi i fatti che ha osservato: “sentivo distintamente le eruzioni, lo scrosciare e scivolare delle masse di pietre, ed un sibilare. Il mare è bollente. Delle grosse forme nuvolose sono spinte lungo la costa. Il rumore delle eruzioni aumenta.” Secondo queste informazioni, prima delle due esplosioni principali, c’era un’attività intensa nel cratere, e grandi quantità di scorie calde scivolarono e rotolarono giù nella Sciara per finire in mare dove si spensero con un fischio, producendo nubi di vapore. “Ecco una nuova eruzione, si sente direttamente dalla montagna, quasi nello stesso momento, uno scrosciare e scivolare tremendo. La cima della montagna è velata, ed il rumore scrosciante si sta avvicinando. Ora comincia un bombardamento: alla mia destra, alla mia sinistra, davanti a me e dietro di me colpiscono i proiettili, pietre larghe da un pugno ad uno zaino pieno. Sempre più densa.” Evidentemente si tratta dei blocchi gettati fuori dalla seconda esplosione. Per la fortuna del testimone, i più grandi di essi, pesanti fino a 30 tonnellate, non caddero vicino a lui. Allora egli cercò di proteggersi dietro i tronchi di alcuni grossi alberi. “L’oscurità diventa sempre più fitta. Gli impatti sono sempre più forti. Si sente che i rami sono frantumati. Una densa nube di sabbia sta scendendo giù, sembra una notte nera come la pece. Fiamme di rosso scuro si vedono nelle nubi di sabbia. I brandelli di lava incandescente hanno acceso le erbe secche e la canna. L’aria è diventata bollente, l’aria è satura di sabbia e si respira con fatica. Appare un po’ di luce. La pioggia di pietre diminuisce, dopo un po’ arriva solo sabbia.” Poi Foltz lasciò il posto protetto per rifugiarsi a S. Bartolo. C’era una nuova lieve pioggia di scorie. Egli corse sul deposito ardente di sabbie e pietre nel Vallonazzo (del quale si parlerà più avanti) e arrivò nel paese, avendo i piedi ustionati. S’intende che non fosse in grado di fornire delle informazioni sui tempi precisi. Un residente di S. Vincenzo che si trovava nella stessa zona con Foltz fu sorpreso e ammazzato dall’eruzione. | ||||||||||
[Rittmann, tsunami and PDCs] Durante l’eruzione di scorie il mare, il cui livello si era abbassato precedentemente, tornò verso la costa con violenza, sollevandosi fino a 2.2 m sopra il suo livello normale. L’acqua raggiunse le case sulla spiaggia di Ficogrande, portando delle barche fino ai vigneti di S. Vincenzo. Un uomo anziano fu trascinato dalle onde e annegò. Alle ore 10:40 circa, sopra S. Bartolo si formò una valanga incandescente che causò dei danni estesi e fece quattro vittime. L’alto versante nord-orientale del Liscione è costituito dalle Chiappe Lisce, una zona di estesi ghiaioni di cenere e sabbie inclinate a 35°. All’ingiù le Chiappe Lisce finiscono in delle scanalature d’erosione la più grande delle quali, il Vallonazzo di S. Bartolo, si estende fino al mare formando una gola. Nella stessa valle crescevano dei fichi ed ulivi, con un po’ di vite e, nelle zone più alte, ginestra (Spartium junceum) e ginestra spinosa (Colycotome spinosa) come anche delle canne. Sulle pareti spoglie delle Chiappe Lisce, durante l’eruzione si formò un deposito spesso quasi un metro di scorie e cenere senza sostegno che cominciò a scivolare giù. Con questo le scorie friabili furono grattugiate e polverizzate, liberando i gas lì occlusi che così si aggiunsero alla quantità di gas emessa durante la solidificazione. In questo modo si formò una mistura di cenere, frammenti di scorie, pietre e gas caldo, simile alle paurose nubi ardenti; un’emulsione caratterizzata da una straordinaria mobilità che corse all’ingiù come una valanga incandescente. Il deposito fresco di scorie cominciò a muoversi su un’area di più di 60,000 m2, aumentò di velocità nel Vallonazzo che diventa sempre più stretto verso l’ingiù, e arrivò al mare a 15-20 m/s. Un testimone, Dr. Renda di S. Vincenzo, lo descrive come una massa apparentemente fluida con un fronte alto 8-10 m, che lanciava verso l’alto vapore e cenere. Vicino Piscità arrivò al mare nel quale si estese formando un delta. Alcune barche messe sulla spiaggia furono incendiate e fino ad una distanza di 20 m dalla valanga, il mare cominciò a bollire. L’acqua ustionò un residente di S. Bartolo che si era rifugiato in una grotticella sulla spiaggia tanto gravemente che egli morì poco dopo. La vegetazione lungo il Vallonazzo fu completamente distrutta, e la valanga ne trascinò con sé i resti carbonizzati. Una casa disabitata situata sul bordo della gola del Vallonazzo fu distrutta e incendiata. Le vigne furono devastate dai gas e dal caldo fino ad una distanza di 50 -100 m dal Vallonazzo. Furono trovati i corpi parzialmente carbonizzati di tre persone che si trovavano nella zona della valanga incandescente, e dimostravano distinti segni di asfissia. La mia stima della quantità del materiale costituente la valanga incandescente è di almeno 75,000 m3, e la sua temperatura deve essere stata almeno di 700°. Anche nelle zone sud-orientali delle Chiappe Lisce lo strato di scorie appena depositate cominciò a franare, però gli ostacoli topografici impedirono lo sviluppo di altre valanghe incandescenti in questo settore. E’ importante anche la mancanza, da questa parte, di una gola continua fino al mare, come quella costituita dal Vallonazzo nella parte settentrionale. | ||||||||||
[Rittmann, ashfall and lava flows] Lievi cadute di cenere si ripeterono nelle zone di S. Vincenzo e S. Bartolo fino alle ore serali dell’11 settembre. In quelle zone, il deposito di cenere raggiunse uno spessore di 10-12 cm. Dopo le ore 10:40, il vulcano si calmò gradualmente. Durante il pomeriggio, l’isola era velata da una scura nube di fumo che si estese verso lo stretto di Messina. Nella sera si alzò lo Scirocco che portò grosse nubi di polvere verso il mare, nelle quali un veliero con dei fuggiaschi ed un motoscafo del governo persero completamente l’orientamento. Alla fase estremamente esplosiva seguì immediatamente la fase effusiva dell’eruzione. Una prima colata lavica si rovesciò sulle pareti nord-orientali della SdF verso il mare già alle ore 11; era larga soli pochi metri con uno spessore basso. A questa prima colata seguì dopo poco una seconda, più grande, che scese nella parte centrale della Sciara; secondo De Fiore quest’ultima era ancora pienamente attiva dopo il tramonto mentre la precedente si era già fermata. Durante la notte ci fu l’effusione di altre due colate che comunque non arrivarono fino al mare. Invece, a circa metà dell’altezza della Sciara, si sbriciolavano, trasformandosi in blocchi che rotolavano giù per la parete in una maniera che già spesso si è osservata allo Stromboli. In modo riassuntivo si possono distinguere le seguenti fasi dell’eruzione: Fase preliminare: eruzione di cenere con lieve caduta di cenere verso sud-ovest. Durata dalle 08.10 fino alle 08:25 circa. 1) Due esplosioni violente che, facendo saltare la vecchia terrazza craterica, aprirono la strada per il magma. Una grande quantità di blocchi giganteschi bombardarono prima Ginostra, poi la Terra di Labronzo. Ore 09:52. 2) emissione di cenere e scorie incandescenti che ricaddero nel settore nord-orientale dell’isola. Durata dalle ore 10:00 fino alle 10:40 circa. 3) Emissione di colate laviche che si riversarono giù per la Sciara. Durata dalle ore 11.00 circa fino alla notte dell’11-12 settembre. [Rittmann, after the paroxysm] Riguardo l’attività dello Stromboli nelle due settimane dopo l’eruzione non ho potuto ricavare nessun informazione, tranne il fatto che dopo poco sarebbe tornata sul livello normale. Il termine “normale” però è difficile da interpretare precisamente perché comprende tutti i tipi di attività da quella solfatarica a quella stromboliana forte e vulcaniana. Quando, il giorno 27 settembre, ho visitato il cratere, esso dimostrava un’attività piuttosto bassa. […] Il giorno dopo (28 settembre), l’attività del cratere era notevolmente diminuita. L’emissione di vapori era intensa da tutte le parti, ma non c’erano esplosioni, e mancava anche l’attività “da macchina a vapore” della bocca n. 3. Durante la notte successiva, dal Semaforo non si vedeva nessuna incandescenza. Verso la sera del 29 settembre, invece, varie bocche esibivano un’attività esplosiva intensa. Ad intervalli di 5-12 minuti, dalle bocche n. 4 e 5 scoppiavano, a volte simultaneamente, a volte immediatamente una dopo l’altra, delle fontane di scorie incandescenti, raggiungendo 300-400 m sopra la bocca, ed accompagnate da un violento tuonare. Questi scoppi producevano delle immense quantità di scorie che ricadevano giù nel grande cratere. Dalla bocca n. 6 avvenivano forti eruzioni di cenere ad intervalli irregolari tra mezzora e 2 ore; le nubi di cenere a colore marrone si alzavano fino a 600 m sopra la terrazza craterica. Nella zona sommitale c’erano ripetutamente lievi cadute di cenere. […] Concludendo si può dire che l’attività dello Stromboli a fine settembre 1930 era caratterizzata da un comportamento molto irregolare. |
||||||||||
[Rittmann, large ejecta] L’eruzione dell’11 settembre produsse del materiale vecchio, in forma di proiettili, e fresco, in forma di cenere, sabbia, scorie, bombe e colate laviche. […] Per quanto concerne il lancio dei blocchi si sottolinea che i proiettili di basalto grigio fresco sono caduti soltanto nella zona del Semaforo di Labronzo. I blocchi caduti verso Ginostra ed i suoi dintorni sono basalti più antichi di colore marrone e rosso mattone. E’ caratteristico che in quella zona siano caduti anche dei proiettili di vecchie scorie saldate, fortemente alterate, e coperte in vari punti di prodotti di fumarole di colore giallo e arancione. Da questo si conclude chiaramente che i frammenti derivati dalla parte superficiale della terrazza craterica lanciati durante la prima esplosione sono caduti nella zona di Ginostra mentre i frammenti della roccia sottostante, costituita da lave basaltiche e dicchi, lanciati nella seconda esplosione, hanno bombardato la Terra di Labronzo. La prima fase esplosiva dell’eruzione lanciò centinaia di blocchi, molti dei quali erano di dimensioni enormi. Cadendo sulla terra si spaccarono, ed i frammenti saltarono in tutte le direzioni fino a 100 m dal punto dell’impatto. Nei luoghi dove caddero sul terreno più morbido formarono dei crateri d’impatto profondi fino a 4 m e larghi fino a 12 m, senza causare danni nei dintorni. E’ un fatto confermato dai racconti dei testimoni che questi blocchi volarono con traiettorie molto ripide, e non rotolarono giù lungo le pareti del vulcano. Molti blocchi raggiunsero una distanza di più di 2 km; il punto culminante delle loro traiettorie deve quindi avere raggiunto più di 1200 m s.l.m. I seguenti esempi dovrebbero servire per rendere l’idea delle dimensioni e dello slancio di tali proiettili. Un blocco enorme di basalto grigio compatto ricadde sulla terra circa 3 m a sud-est dal Semaforo di Labronzo, spaccandosi in più di 100 frammenti, i più piccoli dei quali erano grandi come un pugno, mentre i più grandi avevano un volume di 2.5-3 m3. Il volume complessivo deve essere stato più di 10 m3, corrispondente ad un peso di circa 30 tonnellate. Alcuni frammenti colpirono la parte del Semaforo sul lato della montagna e la distrussero completamente. La parte principale dell’edificio, situata verso il mare, sostenne dei danni estensivi; le mura si fratturarono e la parte superiore si spostò di 20 cm, togliendo quindi il sostegno delle pareti frontali e dorsali dell’edificio. Altri frammenti dello stesso blocco penetrarono profondamente nel suolo, scavando una scanalatura profonda alcuni metri e lunga circa 30 m, alla cui fine si fermò uno dei frammenti più grossi. Non c’è dubbio sul fatto che tutti questi frammenti appartengano al medesimo blocco frantumato, visto che sono petrograficamente identici e hanno delle superfici che si abbinano chiaramente. Anche gli effetti dei blocchi più piccoli che sono caduti in grandi quantità nella zona del Semaforo rendono testimonianza della violenza dei massi ricadenti. Un blocco che pesa circa 150 kg ha formato un imbuto d’impatto profondo 1.5 m e largo quasi 4 m proprio sul sentiero che porta da S. Bartolo al Semaforo. Alcune vigne nella zona del Labronzo sono piene d’innumerevoli crateri d’impatto, assomigliando ad un campo di battaglia moderno. Ciò che non è stato frantumato da questi blocchi è stato acceso poco dopo dalle scorie incandescenti. Blocchi immensi ricaddero anche nella zona di Ginostra. Le dimensioni di alcuni di essi superano quelle del blocco che ha distrutto il Semaforo di Labronzo. Vicino alla Torre del Fuoco, a nord di Ginostra, uno strato di lava di quasi 1 m di spessore venne perforato nettamente da un proiettile di dimensioni medie. Un altro blocco si spaccò all’impatto in numerosi frammenti che volarono con traiettorie basse e perforarono le mura di una casa a più di 100 m dal punto dell’impatto. Molte case furono completamente distrutte dall’impatto dei blocchi. Alcuni proiettili erano talmente caldi da incendiare le case da loro colpite. A parte i numerosi crateri d’impatto però non ci furono danni nelle terre sul lato occidentale dell’isola. | ||||||||||
[Rittmann, other deposits] Le ceneri e sabbie ricadute erano di colore rosso grigiastro che dopo poco è diventato marrone rossastro e poi color ruggine. Erano soprattutto costituite di frammenti, pallini e fili di vetro misti con isolati cristalli di plagioclasio e augite. Frammenti di materiale più antico sono assenti o presenti solo in piccole quantità. Essenzialmente si tratta di magma fresco polverizzato. La cenere più fine a volte forma dei pisoliti. Tale fatto coincide con l’osservazione di F. Curulli che la cenere appena caduta era umida. A parte una lieve caduta di cenere della fase preliminare dell’eruzione sul lato sud-occidentale del cratere, la pioggia di cenere, talvolta molto fitta, si è limitata al settore nord-orientale dell’isola. La seconda esplosione della prima fase che precedeva l’emissione della cenere dimostrò l’evidenza che il condotto eruttivo era inclinato verso NNE. Questo fatto è probabilmente responsabile della distribuzione limitata delle ceneri perché pare che durante la seconda fase eruttiva non ci fosse vento. Tra le grandi quantità di scorie si possono distinguere vari tipi la cui successione genetica purtroppo non si può ricostruire con sicurezza. Tuttavia secondo la loro giacitura sembra che siano state prodotte come elencato nella seguente descrizione: 1° tipo: scorie con cavità interne simili a bombe a crosta di pane di forma rotonda o ellissoidale; ne ho trovate grandi quantità tra S. Bartolo ed il Labronzo, spesso coperte di cenere e scorie del 2° tipo. Quasi tutte si sono frantumate all’impatto, i frammenti più grossi si sono appiattiti e deformati provando che ancora erano plastici al momento dell’impatto. Le loro dimensioni variano tra 20 e 60 cm di lunghezza e 15-40 cm di larghezza. […] Mi sembra molto opportuno descrivere questo tipo di scorie come “bolle di gas con una buccia di lava pomicea”. 2° tipo: le scorie di questo tipo sono molto più diffuse; anch’esse pomicee ma senza “crosta di pane” e senza cavità centrale. I diametri di alcune di queste scorie raggiungono 0.5 m. Sono di forma irregolare, più o meno isometrica, spesso appiattita durante l’impatto. Dopo il raffreddamento sono talmente fragili da rendere difficile sollevarne uno dal suolo senza romperlo. La superficie è pomicea e talvolta mostra dei lunghi fili di vetro. […] Il grado medio di bollosità è 87%. 3° tipo: nelle zone più alte del Labronzo e nella zona del Filo della Sciara sono cadute delle grandi quantità di scorie a forma di “sterco di mucca” che mostrano una struttura superficiale filamentosa; quest’ultima è dovuta all’estensione del vetro con delle bolle tubolari che delle volte si estendono in mazzi di “capelli di Pele”. […] Queste scorie devono essere state molto fluide nel momento di ricaduta perché sulle pareti più ripide cominciavano a fluire e gocciolavano dai lati degli scogli. I campioni più grandi avevano lunghezze di 3.5 - 4 m e larghezze intorno a 2 m; ma il loro spessore era solo 20, al massimo 25 cm. […] Tra le bombe possono essere distinti due tipi che comunque mostrano una gradazione fra loro. Dalle giaciture non si può ricostruire con esattezza il momento nel quale sono state depositate perché si trovano quasi tutte sul bordo meridionale del cratere e nella zona superiore del Filo di Baraona dove non sono cadute né scorie né ceneri. […] 1° tipo: nella zona dell’orlo craterico meridionale e sud-occidentale si trovavano delle bombe a forme irregolari con diametri tra 20 e 50 cm che sembravano un tipo di transizione verso le scorie. […] All’impatto queste bombe subirono delle lievi deformazioni e spesso si spaccarono in diversi pezzi. Infine si nota che bombe del medesimo tipo sono spesso state gettate fuori durante le eruzioni precedenti dello Stromboli. 2° tipo: sul lato sud-occidentale del cratere, nella direzione del Torrione, ho trovato una bomba bella pesante 1.5 kg che, secondo la sua freschezza, deve essere stata lanciata fuori durante l’eruzione dell’11 settembre. La sua forma è un misto tra una lente spessa e un fuso con delle estremità a forma di coda su entrambi i lati. La sua lunghezza è 17.5 cm, la larghezza 12.5 cm, e lo spessore 8.5 cm. Il peso specifico è quasi esattamente 2, quindi circa il 30% della bomba dovrebbe essere costituito da cavità. […] Bombe genuine come quelle qui descritte sembrano essere una rarità allo Stromboli. |
||||||||||
XX | 1930 | 10 | 22 | loud explosion intense shock wave breaks windows | huge dark plume towards SE | lava fountaining 300 m high towards SSE and SdF. many blocks at great height, impacts towards E | maybe PDC in Sciara Vecchia and SdF. | lava flows in SdF nine days after the paroxysm lava flows again in SdF six weeks later | [Imbò] L'attività normale subentrata fu interrotta da una fortissima esplosione alle 19h del 22 ottobre con formazione di un enorme pino scuro inclinato a SE e lancio abbondantissimo di materiale incandescente che si riversò anch'esso prevalentemente a SE (Punta dell'Omo). Ed ancora l'attività normale fu interrotta da una breve fase effusiva tra il giorno 1 ed il 2 dicembre. La colata piuttosto copiosa ebbe inizio verso le 18h del giorno 1 e cessò nelle prime ore del mattino del 2. [Rittmann] Il giorno 22 ottobre è avvenuta una nuova ma notevolmente meno forte eruzione dello Stromboli della quale il Sig. Cav. F. Curulli mi ha reso la seguente comunicazione: “Il giorno 22 volgente, alle ore 18.47 senza alcun indizio precursore ha avuto luogo una esplosione dello Stromboli, con fortissima detonazione paragonabile alla scarica simultanea di più pezzi di grossa artiglieria ad alto esplosivo. Rottura di vetri in parecchie case. La sensazione della scossa è stata come tremuoto in senso sussultorio, violenta. La colonna ignea, ad oltre 300 metri di altezza, si è riversata, favorita dal vento fresco da Nord, sul versante sud-sudest dell'isola, che ha tagliato in due nette sezioni: sciara principale del fuoco, e giù pel versante sudest fino alla località sciara forgia vecchia, per una scia attraverso la quale perdurano vivissimi bagliori per circa 40 minuti. Massi di eccezionali dimensioni si sono osservati a grande altezza nella colonna ignea; pochi di essi sono caduti alle pendici del Faraglione di Levante che domina il paese e si sono visti bruciare fino a tarda notte. Nessuna vittima, moltissimo panico nella popolazione, già sgomenta per il disastro dell'eruzione dell'11 settembre scorso.” [Abbruzzese, 1935] Dopo questo parossismo lo Stromboli rientrò nella sua attività moderata. Il 22 Ottobre, a 18h, 47m, una fortissima detonazione fu udita dagli abitanti e contemporaneamente una colonna di materiale coevo incandescente fu vista alzarsi per oltre 300 m sulla cima del vulcano. Il materiale igneo ricadde nella Fossa e parte della SdF, dove rimase rovente per circa 40 minuti. Dei massi di parecchi chilogrammi, proiettati a grande altezza, si abbatterono verso le pendici del Faraglione di Levante, che domina il paese. L'attività ritornò moderata e si mantenne fino al primo dicembre, giorno in cui vi fu un altro risveglio eruttivo. Alle ore 18 fu osservata una colata lavica di debole portata, senza alcuna esplosione, che dalla Fossa raggiunse il mare per la Sciara del Fuoco. L'eruzione fu molto intensa fino a 21h, 10m poi andò scemando e cessò all'alba del 2 dicembre. La colata era larga circa cinque metri. |
|
Source | Type | Year | Month | Day | Noise/earthquake | Ash plume | Large ejecta | PDC/tsunami | Lava flows | Original historical document |
Abbruzzese, (1935; 1937) | XX | 1931 | 4 | 23 | two loud explosions. intense shock wave breaks windows | large dark plume bent to the NE. ten minutes ashfall in the village | abundant scoria in the upper part of the island | - | - | [Abbruzzese, 1935] A 21h, 47m del 23 aprile 1931 furono udite due fortissime detonazioni avvenute con un intervallo di tempo brevissimo. Contemporaneamente fu visto alzarsi un grande pino oscuro, inclinato verso NE, e abbondante materiale igneo si riversò sulla parte alta dell'isola, specialmente sulla SdF. Subito dopo, a 21h 55m vi fu pioggia di cenere e di sabbia fino all'abitato che durò circa dieci minuti. Tutto l'apparato eruttivo rimase vivamente illuminato per circa dieci minuti. Lo spostamento d'aria prodotto dall'esplosione fece rompere parecchi vetri ed aprire alcune porte. |
X? | 1931 | 7 | 7 | weaker explosion than the previous | dark plume, significantly bent to the E. weak ashfall in the village. | mostly fragmental scoria fell in the Fossa | - | - | [Abbruzzese, 1935] Il 7 luglio dello stesso anno (1931), a 12h 33m fu avvertita una nuova esplosione meno intensa della precedente. Si formò un pino oscuro con larghe volute, inclinato molto verso Est. Il materiale lanciato, in prevalenza clasmatico, si riversò in massima parte nella Fossa. Nel paese cadde poca cenere e per tutto il giorno furono avvertite continue esplosioni di debole intensità. L'attività craterica fu prevalentemente fumarolica, con rare e leggere esplosioni dal luglio a tutto il 1932. | |
X | 1932 | 6 | 3 | loud explosion | ash-bearing plume, a bit bent to the NNW | scoria over SdF and also large blocks above Ginostra. | - | - | [Abbruzzese, 1935] Alla fine di maggio del 1932 aumentò l'attività del vulcano. Nei giorni 2 e 3 del mese di giugno furono visti piccoli pini accompagnati da deboli esplosioni che si susseguivano a lunghi intervalli. A 13h 43m del giorno 3 avvenne una forte esplosione e fu visto un imponente pino carico di cenere un po' inclinato verso NNW. Il materiale igneo lanciato si riversò sulla SdF e sulla parte alta di Ginostra, ove furono trovati grossi massi e brandelli di lava pomicea. | |
XX | 1934 | 2 | 2 | two very loud explosions. intense shock wave breaks windows and damages the church of S Bartolo | ash-bearing eruptive columns 300 m tall and bent to the NE | ejecta in the SdF and 500 m upward from the S. Bartolo church. | rockfalls in SdF. | - | [Abbruzzese, 1935] Durante l'anno 1933 nessun fenomeno degno di nota fu osservato allo Stromboli, tranne rare esplosioni piuttosto deboli. Questa attività moderata durò fino al 2 febbraio 1934 nel cui giorno a 19h 10m furono udite due fortissime esplosioni che si succedettero con 5 secondi d'intervallo. Sul cratere si alzarono, per circa trecento metri, colonne di fumo denso cariche di cenere e leggermente inclinate verso Nord Est. L'intensità esplosiva si mantenne per alcune ore con forti getti di materiale piroclastico che, in parte, rotolò fino al mare per la SdF e in parte cadde a 500 metri a monte della chiesa di S. Bartolo, che subì lesioni alla volta, probabilmente per lo spostamento dell'aria, non avendo gli abitanti avvertito alcuna scossa sismica. Per la stessa causa si ruppero dei vetri del nuovo Semaforo e di alcune case. | |
X | 1934 | 8 | 21 | loud explosion | ash emission for a few days after the major explosion | abundant igneous material first damages the crops igneous material fell in SdF for a few days after the major explosion. | - | - | [Abbruzzese 1935] Nessun fenomeno importante avvenne nei mesi seguenti, fino all'agosto (1932): solo il 21 di questo mese furono avvertite due esplosioni: la prima alle ore 8, che lanciò abbondante materiale igneo danneggiando le coltivazioni, la seconda a 9h 50m che fu di minore intensità. Nei giorni 21-25 fu lanciato, con lievi esplosioni, materiale igneo che si riversò sulla SdF, e apparvero sulla cima del vulcano fumate oscure e vivi bagliori. Nelle notti dall'1 al 6 settembre furono visti dall'abitato bagliori sul cratere che apparvero vivissimi nelle notti del 2, 3 e 4. | |
XX | 1936 | 1 | 31 | loud explosion. heard in Sicily intense shock wave breaks windows seafloor cable broken | large plume, 700 m high, bent to the SE ashfall in Catania lightning in the ash-bearing cloud | large blocks very high. Fell towards Labronzo-SdF-Ginostra. spatter bombs cover the ground at high elevation a house damaged by a block in Ginostra, a boy is hit | - | lava flows in SdF 40' after the paroxysm | [Abbruzzese, 1937] Visitai il Cratere dello Stromboli il 12-I-1936, soffermandomi ca. 4 ore sul Torrione senza osservare fenomeni di particolare importanza, tranne la normale attività esplosiva, piuttosto calma. Il 31 gennaio, a 17h50m, senza alcun segno precursore, una formidabile esplosione squassò l'impalcatura craterica, e massi di parecchi quintali furono proiettati a grande altezza cadendo in prevalenza sul tratto Labronzo SdF - Ginostra. Il marinaio Quarti, che era di guardia alla baracca vedetta collocata a Labronzo - in sostituzione del Semaforo distrutto dall'esplosione del 1930 - poté osservare bene l'esplosione e gli altri fenomeni che seguirono, in tutto il loro andamento, facendomene una dettagliata relazione. Grande quantità di lava vescicolosa e rovente, a larghe ciambelle, coprì tutta la parte alta dell'isola, causando incendi nella campagna. Contemporaneamente all'esplosione fu visto un imponentissimo pino, attraversato da saette, carico di cenere e lapillo, inclinato verso SE, che si sollevò per oltre 700 metri sul cratere. La detonazione fu udita fino a S. Agata di Militello, forte a Milazzo, Messina e Catania, dove, alle 20h circa, cadde una discreta quantità di cenere che in un primo tempo si credette di origine etnea. A 18h 30m, fu osservata una colata lavica che per la SdF raggiunse il mare. Il panico nell'isola fu grande, poiché si temeva il ripetersi della catastrofe del 1930, ed anche perché gli abitanti osservavano per la prima volta i fenomeni elettrici che si manifestavano nella colonna di cenere e lapillo. Molti vetri su ruppero, e financo porte e finestre chiuse si spalancarono per lo spostamento d'aria provocato dalla esplosione. A Ginostra una scala esterna fu rovinata da un masso, ed un ragazzo rimase ferito. Il cavo telegrafico sottomarino si spezzò a un chilometro dalla costa. recatomi subito a Stromboli, ove mi fermai dal 6 al 10 febbraio, potei riscontrare che forti mutamenti erano avvenuti al Cratere in confronto a quanto avevo potuto osservare nelle mie precedenti visite. Infatti la terrazza craterica appariva sconvolta e presentava un largo sprofondamento al centro, mentre sul lato che guarda la Sciara del Fuoco si vedevano, ben distinte, 5 bocche che si mantenevano in forte attività esplosiva.[...] L'attività si mantenne alquanto forte per tutto febbraio e marzo, tanto che quando ritornai nell'isola (10-16 marzo), compiendo tre visite al Cratere, ho potuto osservare che forti mutamenti si erano verificati. delle 5 bocche della Fossa solo una ne rimaneva, mentre delle altre nessuna traccia era visibile. Potei invece constatare la formazione di un conetto di scorie, alto da 10 a 12 metri, molto attivo. Dal 10 al 15 marzo si intensificò l'attività craterica con frequenti esplosioni che di notte erano accompagnate da vivi bagliori e dal lancio di materiali roventi. Il 15 risalii sul Cratere per accompagnarvi il prof. Romer, Direttore dell'Osservatorio del Monte Pelée, e la sua signora, e trovai il nuovo conetto in debole attività esplosiva.[...] Dalla fine di marzo ai primi di maggio non si verificò alcun fenomeno di singolare importanza. | |
X | 1936 | 5 | 12 | loud explosion | some ashfall in the village | ejected material falls in the crater and outside | maybe rockfalls in SdF a month after the major explosion. | lava emission in the Fossa a few days before and after the major explosion | [Abbruzzese, 1937] Nei giorni 8, 9, 10, 11 maggio l'attività esplosiva fu alquanto accentuata ed il giorno 12, a 11h40m, una forte esplosione lanciò in aria materiale dall'impalcatura craterica, che ricadde in parte entro il cratere stesso ed in parte nelle sue vicinanze. Sull'abitato arrivò una piccola quantità di cenere. Nelle sere dall'8 al 15, dalla baracca di Labronzo, il cratere appariva a volte illuminato da vivi bagliori, senza però che si avvertissero esplosioni, e ciò era dovuto sicuramente al fatto che trabocchi lavici avvenivano ai crateri della Fossa. L'attività dello Stromboli è stata intensa in giugno; scorie roventi furono lanciate in aria e raggiunsero anche il mare. | |
X | 1936 | 8 | 22 | loud explosion | dark eruptive column lasting 10 min | large igneous material mixed with lapilli and sand, mostly falling towards SdF | - | likely lava flows in SdF two weeks after the major explosion | [Abbruzzese, 1937] Luglio e parte di agosto furono due mesi calmi. Il 22 agosto, a 11h35m, fu udita una forte esplosione con proiezione di grosso materiale igneo, misto a lapilli e sabbia, che ricadeva in gran parte sulla SdF. Il fenomeno era accompagnato da una colonna di fumo oscuro e durò circa 10 minuti. Il 9 settembre iniziò una eccezionale attività esplosiva accompagnata da scuotimenti del suolo, e nella notte i vivi bagliori fecero intuire che fosse colata della lava lungo la Sciara del Fuoco. ... | |
X | 1936 | 10 | 26 | earthquake three weeks before the major explosion | three plumes, long lasting and darkening the sky ashfall to the SSE | maybe lava fountains | - | maybe lava flows in SdF three or four weeks before the major explosion | [Abbruzzese, 1937] ... Questa attività si protrasse e fu intensissima nella 1a decade di ottobre. Boati forti e prolungati erano preceduti e seguiti da scosse, mentre abbondanti erano le proiezioni di materiale grosso incandescente. Durante la sera del 3 e del 7 i bagliori, molto vasti e prolungati, fecero pensare ad abbondanti colate sulla Sciara del Fuoco. La mattina del 7, a 5h 4m, fu avvertita una sensibile scossa di terremoto. Il 26 ottobre, a 14h45m, si iniziò una intensa attività esplosiva: tre pini di fumo provenienti da posti diversi della fossa, e rinnovatesi continuamente con grandi volute, oscurarono in breve tutto il cielo, e la cenere fu riversata verso SSE. I bagliori nella notte erano molto intensi, come di grande incendio, che si spegneva e si accendeva ad intervalli di un paio di minuti, tenendo impressionata tutta la popolazione. Il parossismo continuò il giorno 27 e cessò del tutto verso sera. | |
Source | Type | Year | Month | Day | Noise/earthquake | Ash plume | Large ejecta | PDC/tsunami | Lava flows | Original historical document |
Abbruzzese (1940) | X | 1937 | 1 | 6 | loud explosion followed by four repetitions in the next hour small earthquakes | thick plume, 300 m high | intense lights seen from the village | rockfalls in SdF | likely lava flows in SdF during the major explosion | [Abbruzzese] Nel gennaio lo Stromboli si mantenne in attività esplosiva molto intensa. Il giorno 6 (gennaio) a 6h2m fu avvertita una forte esplosione accompagnata da un sensibilissimo scuotimento del suolo. Contemporaneamente un pino denso, carico di cenere, si sollevò per circa 300 metri, mentre bagliori intensi furono visibili dall'abitato. Molto probabilmente una colata lavica si era riversata sulla SdF. Le esplosioni si ripeterono ancora a 6h20m, 6h35m, 6h50m, e a 7h 10m e sempre accompagnate da sensibili scuotimenti del suolo. Per tutta la giornata fu un succedersi di esplosioni, con boati prolungati, e che spesso erano accompagnate dal lancio di materiale coevo che per la SdF rotolava fino al mare. Nella notte del 6 il fumo apparve vivamente illuminato per i trabocchi lavici che avvenivano nella Fossa. Al mattino del 7 l'attività esplosiva divenne ancora più intensa del giorno precedente. Le esplosioni furono sempre continue e ad intervalli molto brevi, specialmente verso sera. Il giorno 10 a 6h 35m fu avvertita una violentissima esplosione che fece saltare in aria il conetto di scorie formatosi sull'orlo del cratere e prospiciente sulla Sciara del Fuoco. Tale attività, con intensità quasi continua, si protrasse fino al giorno 17. ... |
XX | 1937 | 1 | 21 | loud explosion intense shock wave breaks windows and damage wall plaster | thick and high plume abundant lapilli and ashfall cover the roofs in the village | large blocks over the higher part of the mountain | - | likely lava flows in SdF in the month after the major explosion | [Abbruzzese] ... A 13h 22m del 21 gennaio una fortissima esplosione scosse tutta l'isola. Un pino, molto denso, si sollevò a notevole altezza e massi considerevoli si abbatterono sulla parte alta del vulcano. Nell'abitato cadde una notevole quantità di lapillo ed abbondante cenere che ricoprì i tetti delle case. Fra la popolazione vi fu molto panico, ma nessun danno alle persone. Numerosi vetri furono rotti a causa dello spostamento d'aria provocato dalla esplosione e pezzi di intonaco si staccarono in alcune case. Dopo questa ultima esplosione l'attività dello Stromboli andò diminuendo nel mese di febbraio; non mancarono però brevi periodi di maggiore intensità e specialmente nei giorno 4, 11, 19 e 24. Durante questo mese furono osservati vivi bagliori sul cratere e che apparivano anche sulla Sciara del Fuoco, dovuti molto probabilmente a trabocchi lavici. | |
XX | 1937 | 11 | 14 | loud explosion intense shock wave breaks windows | dark plume 600 m high ashfall lasting 30', many cm thick, in the village | large blocks and hot scoria fall on the higher part of the mountain | maybe rockfalls on the mountain slopes | three 'lava currents' in SdF after the major explosion | [Abbruzzese] Nel mese di ottobre nessun fenomeno di rilievo è stato segnalato e così pure nella prima decade di novembre. Il giorno 12 di detto mese furono uditi cupi boati ad intervalli variabili, che si ripeterono il 15, 19 e 23. L'attività esplosiva del vulcano aumentò negli ultimi di novembre e si mantenne tale fino al 14, giorno in cui a 7h 55m una formidabile esplosione, seguita da un'altra di minore intensità, squassò parte dell'impalcatura craterica, proiettando a notevole altezza massi considerevoli e scorie roventi, che rotolarono sulle pendici del monte, mentre un pino oscuro, a grosse volute, si alzava rapidamente per circa 600 metri al di sopra del cratere. Lo spostamento d'aria, provocato dalla forte esplosione, spalancò molte porte e finestre chiuse; parecchi vetri andarono in frantumi. La popolazione dell'isola, presa da grande panico, si riversò sulle strade gridando e piangendo, temendo il ripetersi della catastrofe del 1930. Fortunatamente il materiale proiettato si sparse solamente sulla parte alta, mentre nell'abitato cadde, per circa 30 minuti, una abbondante pioggia di cenere che ricoprì per parecchi centimetri i tetti delle case. Il Cap. Bonsignore, comandante della Stazione Semaforica, si recò subito alla Punta Labronzo e poté osservare che tre correnti di lava precipitavano fino al mare, da dove si sollevavano dense nuvole di vapor d'acqua. L'eruzione continuò per tutta la notte e cessò nel pomeriggio del 15. Dopo questo parossismo lo Stromboli rientrò nella sua normale attività che si protrasse per tutto il mese. | |
X | 1938 | 5 | 8 | loud explosion two earthquakes three weeks before the major explosion | large plume 200m above the peak some ashfall in Piscità | - | - | lava flows in SdF two weeks before and the day before the major explosion | [Abbruzzese] Il 7 aprile furono osservati tre pini oscuri, carichi di cenere, che si sollevarono per circa 50 metri al di sopra del cratere. A 3h 46m del 16 fu avvertita una debole scossa ondulatoria; altra scossa sussultoria, della durata di 4 secondi circa, si ripeté il 25 a 23h 04m. Dal mattino del 26 a tutto il pomeriggio fu notato abbondante fumo risalire la Sciara del Fuoco, dovuto probabilmente a colata lavica. Alle ore 5 del 27 ebbe inizio un'altra colata lavica che si protrasse per tutto il giorno. Il 5 maggio a 7h 10m, preceduto da un pino carico di sabbia e di sottile lapillo, ebbe luogo una nuova eruzione, iniziandosi un periodo di attività esplosiva ed effusiva importante che si protrasse sino al 18 giugno. Altro efflusso lavico si ebbe il giorno 7 a 15h30m ed anche questo fu di breve durata. A 12h 16m dell'8 (maggio) fu udita una forte esplosione e contemporaneamente un pino carico di sabbia, lapilli e scorie si alzò per circa 200 metri oltre la cima di S. Vincenzo. Il materiale leggero arrivò sino all'abitato di Piscità. Da questo giorno e sino al 21 lo Stromboli si mantenne calmo. ... | |
XX | 1938 | 5 | 22 | - | large plume 600m high ash and sand fall in the village, in the countryside, and 2km far in the sea. many cm thick on the roofs | scoria in the higher part of the island | - | lava flows in SdF reaching the sea a few minutes after the major explosion | [Abbruzzese] ... Il 22 (maggio) a 17h 45m fu notato un altro imponente pino che a grosse volute si alzò denso per circa 600 metri al di sopra del cratere. Sulla parte alta dell'isola si riversò del materiale clasmatico, mentre in paese e sul mare sino a due chilometri dalla spiaggia, cadde una abbondante pioggia di sabbia che coprì le campagne e i tetti delle case per uno strato di parecchi centimetri. Contemporaneamente una copiosa colata lavica arrivò in pochi minuti al mare, formando enormi nuvole di vapore acqueo. L'eruzione continuò sempre con la stessa intensità per tutto il 23 e il 24. Il 25 non fu accertata alcuna attività effusiva, sebbene bagliori continui illuminassero vivamente il cielo. ... | |
X? | 1938 | 6 | 1 | - | tall and turbulent plume | - | - | lava flows in SdF a week before, a few hours after, and two weeks after the major explosion | [Abbruzzese] ... A 7h 15m del 1° giugno si sollevò rapidamente un pino con grosse volute. Nel pomeriggio dello stesso giorno, mi portai per la via di La Bronzo in vista dell'apparato eruttivo e potei constatare che una nuova colata, iniziatasi poco prima del mio arrivo, ore 15, scendeva con molta lentezza per la Sciara del Fuoco. Mi soffermai fino a tarda notte e potei fare, durante quell'attività effusiva, osservazioni di particolare interesse, che sono riportate in altra nota di questo bollettino. In tale visita potei osservare che l'attività dei mesi precedenti aveva modificato alquanto l'apparato craterico. L'eruzione continuò ancora durante la mia permanenza allo Stromboli e cessò nel pomeriggio del 5. Nei giorni seguenti e fino al 12 furono osservate rare esplosioni e piccoli pini. Il giorno 15 a 19h 30m si ebbe una nuova eruzione che durò tuta la notte sino alle prime ora del mattino. A 20h 00m del 18 fu notata un'altra colata lavica che cessò nella notte. Dopo quest'ultima attività lo Stromboli rientrò in un periodo di relativa quiete. | |
X? | 1939 | 1 | 4 | loud explosion | - | scoria in SdF | - | lava flows in SdF a month before, three weeks before the major explosion | [Abbruzzese] Nella notte dall'1 al 2 (dicembre) fu osservata una nuova colata lavica che raggiunse il mare; essa cessò nella notte del 3. Il giorno 11 a 9h 30m fu notato il caratteristico fumo rimontante la Sciara del Fuoco, che lasciava intuire un efflusso lavico di breve durata. A 16h 21m del 14 fu avvertita una forte esplosione. Nel rimanente dicembre continuò l'attività esplosiva, mentre bagliori arrossavano vivamente il cielo. Il giorno 4 gennaio (1939) a 7h 45m è stata udita una forte esplosione accompagnata dal lancio di materiale clasmatico che si riversò sulla SdF. Altre esplosioni si ripeterono a vari intervalli nella giornata. Anche il giorno 6 l'attività esplosiva fu accentuata. Nella notte del 10 furono osservati vivi bagliori, dovuti a trabocchi lavici intracraterici. ... | |
X? | 1939 | 2 | 12 | loud explosion | - | launched material | - | great lava flow in SdF reaching the sea starting two days before and stopping four days after the major explosion. | [Abbruzzese] ... Il giorno 27 (gennaio) a 21h 13m fu avvertita una sensibile scossa di terremoto classificata di grado 4° della scala Mercalli. In generale l'attività dello Stromboli nel gennaio fu molto moderata. A 6h 32m del 3 febbraio fu avvertita un'altra scossa di terremoto di senso ondulatorio, classificata di grado 3° della scala Mercalli. Per tutta la prima decade nessun fenomeno di rilievo fu registrato. A 16h 20m del 10 fu osservata una imponente colata lavica che raggiunse il mare, cessando del tutto nella mattina del 16. Una violentissima esplosione, con lancio di materiale, fu avvertita a 14h 35m del 12. Cessata l'attività effusiva perdurarono i bagliori alla Fossa fino al giorno 22. Nella terza decade di detto mese il vulcano si mantenne relativamente calmo. | |
Source | Type | Year | Month | Day | Noise/earthquake | Ash plume | Large ejecta | PDC/tsunami | Lava flows | Original historical document |
Cavallaro (1957) Ponte (1948) | XX | 1941 | 8 | 22 | deafening rumble intense shock wave breaks windows | - | fiery scoria at more 1000 m high may be lava fountains scoria fall above 400 m a. s. l. fires above S Bartolo and S Vincenzo | - | Two lava flows in SdF after the paroxysm | [Cavallaro] Per tutto l'anno 1940 e nel primo semestre del 1941 il vulcano si mantenne nella sua normale attività esplosiva. Il 22 agosto 1941, alle ore 20, lo Stromboli, dopo un periodo di calma, senza alcun segno premonitore, entrò in attività intensa, lanciando scorie incandescenti ad altezza superiore ai mille metri circa dall'orlo craterico. Un assordante boato accompagnava questo parossismo improvviso, producendo le rotture dei vetri delle finestre nell'abitato di Stromboli; bagliori vivissimi si intravedevano contemporaneamente sulla terrazza craterica. I brandelli di scorie ricadevano sulla Sciara del Fuoco e sul pendio conducente all'abitato di S. Bartolo e S. Vincenzo, fino a circa 400 metri s.l.m., provocando incendi peraltro alimentati da un impetuoso vento di NW. Alla esplosione seguirono due colate laviche, che si riversarono lungo le pendici della Sciara del Fuoco fino a raggiungere il mare. L'attività esplosiva ed effusiva si affievolì nei giorni successivi e dopo due settimane il vulcano rientrò nella sua normale attività, che si protrasse per più di due anni, senza fenomeni di rilievo. [Ponte] Lo Stromboli, dopo la catastrofica esplosione del 1930, che produsse la morte parecchie persone, continuò la sua attività esplosiva abituale e furono frequenti le colate di lava che spesso raggiunsero il mare. Il 22 agosto 1941 alle ore 20 il vulcano entrò improvvisamente in grande e terrificante attività pliniana: miriadi di scorie roventi furono proiettate a fontana a più di un chilometro d'altezza sul cratere fra vivissimi bagliori, mentre fu udito un prolungato boato, come lo scoppio continuo di molte mine, seguito da un violento spostamento d'aria che produsse molti danni nell'abitato. Le scorie roventi che caddero sulle erbe secche della parte alta del vulcano sopra i 400 m provocarono vasti incendi alimentati dall'impetuoso vento di NW. Gli isolani dopo un giorno di accaniti sforzi poterono a stento domare gli incendi. Le esplosioni andarono indebolendo dopo il primo scoppio, ma continuarono ininterrottamente mentre la lava traboccava dal cratere, detto del Torrione, e dividendosi in due larghe colate lungo l'erto pendio della SdF raggiunse il mare con grande fracasso fra volute imponenti di vapore acqueo. Dopo 15 giorni di eruzione ritornò sul vulcano la ordinaria attività stromboliana che si protrasse per più di due anni senza presentare straordinari fenomeni. |
XX | 1943 | 12 | 3 | strong rumble | huge ash-bearing cloud ashfall on the whole island | fires ignited by scoria scoria in the village scoria as large as a walnut on the whole island | - | Significant lava flows in SdF during the paroxysm lava flows in SdF continued for days after the paroxysm small lava flows not reaching the sea for many months after the paroxysm | [Cavallaro] Il 3 Dicembre 1943 alle ore 13,30, con un fragoroso boato ebbe nuovamente inizio una intensa attività esplosiva, accompagnata da abbondanti efflussi lavici, che dal cratere della Fossa fluirono lungo la Sciara del Fuoco. Durante la esplosione vennero notate nella zona craterica gigantesche nubi di cenere e scorie incandescenti, che si sollevavano a grandi altezze. Una grande quantità di tale materiale ricadde, con fragoroso scroscio, su tutta la superficie dell'isola, causando in qualche luogo degli incendi, senza comunque procurare vittime. La popolazione fu però ugualmente invasa dal panico e per la caduta delle scorie nell'abitato e perché temeva il ripetersi del famoso parossismo dell'11 settembre 1930. Gli efflussi lavici, concomitanti con l'esplosione, furono di larga portata e si susseguirono ininterrottamente per parecchi giorni. Questa attività effusiva, intervallata a periodi di attività normale, si mantenne fino all'autunno del 1944. Sulla SdF furono spesso notati dei rigagnoli di lava che tuttavia non riuscirono a raggiungere il mare. ... [Ponte] Il 3 dicembre 1943 alle ore 13 e 30 un fragorosissimo boato annunciò una violenta ripresa esplosiva con lancio di scorie roventi miste a cenere e a vapore acqueo che insieme formavano delle grandi masse vorticosamente sollevatesi sul cratere fino a grande altezza. Molti danni furono arrecati all'abitato ed alle coltivazioni e la popolazione ebbe grande panico. Frattanto abbondanti efflussi lavici raggiunsero il mare. Le scorie roventi, alcune della grossezza che superava la noce, caddero su tutta l'isola, e le persone poterono salvarsi riparandosi nelle case. L'attività effusiva fu concomitante con quella esplosiva ed entrambe non ebbero tregua. |
|
XX | 1944 | 1 | 25 | deafening rumble, heard in Sicily and Calabria | ash-bearing clouds pushed by the wind towards N-NW ashfall lasting for many days | scoria towards Pta dell'Uomo and Forgia Vecchia they ignite wide fires | - | - | [Cavallaro] Il 25 gennaio, a 9h 44m, l'assordante boato di una esplosione fu avvertito financo dalle costa siculo calabre. Il materiale proiettato in aria fu convogliato da un forte vento di N-NW verso le località Punta dell'Uomo e Forgia Vecchia, dove si svilupparono vasti incendi. L'esplosione fu seguita da emissione di cenere che durò per diversi giorni. [Ponte] Il 25 gennaio avvenne un formidabile boato avvertito anche dalla costa sicula. Fortunatamente l'esplosione non fece vittime, né arrecò danni, perché tutto l'enorme materiale proiettato fu spinto da un impetuoso vento di N-NW e cadde sulla località disabitata di Punta dell'Uomo e Forgia Vecchia ove tutti gli arbusti e le erbe furono distrutti e coperti. Dopo questa esplosione, che può dirsi una delle più terribili e prolungate del periodo storico, il vulcano non si acquietò: abbondanti folate di cenere si susseguirono frequentemente allarmando molto la popolazione. |
|
X? | 1944 | 2 | 24 | - | some ashfall and lapilli | during night | - | - | [Cavallaro] Dalle ore 2.30 in poi del 24 febbraio dello stesso anno si susseguirono lanci di lapilli e cenere, tanto che la popolazione poté notare sul far del giorno che l'isola era coperta da uno strato sottile di quei materiali. [Ponte] Nella notte dal 23 al 24 febbraio 1944 alle ore 2 e 30 fu udito dagli abitanti dell'isola un grande fragore simile a quello prodotto da una immane frana ed appena fece giorno tutto il vulcano apparve coperto di uno straterello di lapilli. Altre abbondanti precipitazioni di cenere, accompagnate da forti esplosioni si ebbero dal 3 all'8 aprile. |
|
X? | 1944 | 6 | 15 | rumble | dark and tall plume | - | - | - | [Cavallaro] Il 15 giugno alle ore 10, accompagnato da un cupo boato, si formò sulla vetta un pino oscuro, presto disperso da forte vento a grandi altezze. [Ponte] Alle ore 10 del 15 giugno apparve sul cratere del Torrione un enorme pino oscuro che, con vorticose volute, s'innalzò a smisurata altezza e poi si dileguò. Il fenomeno fu accompagnato da un prolungato boato. |
|
XX | 1944 | 8 | 20 | long rumble | large plume, two km high | yes, scoria | PDC in Forgia Vecchia forming 300m x 100m temporary delta tsunami with 200-300 m ingression at Pta Lena large waves in the sea offshore SdF dead fish floating near SdF after the paroxysm | Great lava flows in SdF after the paroxysm | [Cavallaro] ... Il 20 Agosto 1944, alle ore 7,30, avvenne quella che forse fu la più violenta delle esplosioni dell'anno. Dal cratere furono lanciate scorie incandescenti a considerevoli altezze, accompagnate da vivissimi bagliori. Si formò dopo un pino, alto almeno il doppio dell'isola, subito seguito dall'effusione di grande quantità di lava, traboccante dalla zona craterica verso la SdF. Una valanga di materiale igneo misto a blocchi di scorie e ceneri si incanalò lungo il declivio della Forgia Vecchia, spingendosi fino alla spiaggia, con un delta di circa trecento metri continuato per oltre 100 m nel mare. Fu questa, dopo la famosa dell'11 settembre 1930, la seconda valanga ardente, di portata minore, che si verificò allo Stromboli. Inoltre, al tempo stesso della esplosione, verso il NE dell'isola, in località Punta Lena, il mare invase la spiaggia con qualche avanzamento di trecento metri circa, investendo ogni ostacolo con violenza tale da riuscire ad abbattere anche una costruzione solida, con sopraelevazione, abitata fino a poco tempo prima. Dopo il maremoto si vide sulla spiaggia un gran numero di pesci morti, mentre altri galleggiavano ancora sul mare, specie nella zona della Sciara del Fuoco. Alla frazione Ginostra il maremoto si manifestò dieci minuti circa dopo l'esplosione, all'isola di Panarea dopo 25 minuti, a Lipari dopo un'ora e mezzo e sulla costa sicula dopo circa due ore. [Ponte] Più grandiosa e più terribile fu l'esplosione del 20 agosto dello stesso anno, avvenuta alle ore 7 e 30: furono lanciati dal cratere del Torrione abbondanti scorie roventi miste a cenere fino a grandi altezze fra vivissimi bagliori e prolungati boati. In breve tempo si sollevò un grandioso pino, mentre un gigantesco torrente di lava si riversò lungo la SdF fino al mare ove si alzarono enormi cavalloni che per poco non sommersero una barchetta nella quale si trovavano animosi studenti. Enorme materiale rovente, misto a blocchi abbastanza grossi e a cenere, cadde sulla parte alta del vulcano e sul declivio di Forgia Vecchia fino alla spiaggia protendendosi nel mare per circa 100 m ove fu presto demolito dalla furia delle onde. E' la seconda volta che allo Stromboli si ripete la valanga di cenere rovente dopo quella del 1930, che fu calamitosa per la morte di varie persone. La violenta esplosione produsse un forte spostamento d'aria che mise in grande agitazione il mare i cui flutti invasero la spiaggia penetrandovi fino a 200 m così da rovinare alcuni muri di cinta ed una casa nei pressi di Punta Lena. Cessato il maremoto rimasero sulla spiaggia dei pesci morti e molti ne furono visti galleggiare nel mare nei pressi della SdF. I flutti del mare raggiunsero la costa di Ginostra circa 10 min dopo l'esplosione. All'isola di Panaria i marosi giunsero dopo 25 minuti, a Lipari dopo poco più di un'ora e alla costa della Sicilia dopo due ore. |
|
X | 1944 | 9 | 12 | loud explosion | ashfall in SdF and in the sea | yes scoria mostly in SdF and in the sea | - | - | [Cavallaro] Il 12 settembre 1944 alle ore 14,15 si ebbe una deflagrazione al cratere del Torrione, seguita da imponente lancio di cenere e scorie che caddero, per la maggior parte, sulla SdF ed in mare a nord della stessa. L'attività intensa continuò per tutto il mese di ottobre, affievolendosi poi via via fino alla completa cessazione dei fenomeni esplosivi ed effusivi. Negli anni 1945-1948, a quanto mi risulta, l'attività esplosiva fu alquanto moderata; quella effusiva diede luogo a qualche modesta colata sulla Sciara in tempi che purtroppo non si è in grado di precisare per incertezze e disparità di datazione. Queste eruzioni furono comunque di brevissima durata e difficilmente distribuibili nel tempo, data la particolare conformazione della Sciara stessa. [Ponte] Le esplosioni con abbondanti getti di cenere e le colate laviche che raggiunsero il mare per la SdF continuarono fino all'autunno 1944: in seguito ebbero fine gli efflussi lavici e ritornò la solita moderata attività esplosiva. |
|
X | 1950 | 10 | 20 | loud explosion | ashfall lapilli in the higher part of the island | fires in Forgia Vecchia | - | Significant lava flows in SdF during the major explosion and continuing for three days afterwards | [Cavallaro] Dopo tale periodo di calma lo Stromboli, improvvisamente, rientrò in fase parossistica il 20 ottobre 1950 alle ore 11,10 con un fortissimo boato, che mise in apprensione gli abitanti. Una pioggia di lapilli e di cenere cadde incessantemente nella zona alta dell'isola, mentre nella Fossa craterica traboccava una impetuosa corrente lavica. La caduta di lapilli provocò in località Forgia Vecchia degli incendi, alimentati da vento di N-NW. L'attività effusiva continuò per l'intero giorno con abbondanti colate laviche; durante la notte si intravidero vivi bagliori in direzione della Sciara, dando la certezza della persistenza dell'eruzione. Ciò fu ulteriormente confermato da un sopralluogo effettuato in località Labronzo nel mattino successivo. Questa fase continuò fino al 23 ottobre con moderatezza, per cessare poi del tutto nei giorni seguenti. Nessun fenomeno avvenne dopo quest'ultima eruzione. Nei mesi di novembre e dicembre dello stesso anno, poi nell'anno seguente e nei primi cinque mesi del 1952 il vulcano si mantenne in attività moderata, interrotta solo di tanto in tanto da deboli esplosioni. | |
X? | 1952 | 6 | 7 | long rumble with short interruptions | high plumes with lapilli ashfall in Ginostra | - | - | Great lava flow in SdF during the major explosion and lasting for ten days with some interruptions | [Cavallaro] Il 7 giugno 1952, alle ore 5 una imponente colata lavica si incanalò veloce lungo il lato nord-est della Sciara; l'eruzione, accompagnata da forti boati a brevi intervalli, fu contemporanea all'innalzarsi di densi pini di ceneri e lapilli dall'ambito craterico. Nell'abitato di Ginostra cadde alquanta cenere senza tuttavia provocare danni. Alle 22 dello stesso giorno l'attività esplosiva diminuì di intensità, mentre la pioggia di cenere era completamente cessata. L'effusione lavica durò invece, con intermittenza, fino al 17 giugno. Nell'anno 1953 sembra non si siano verificate attività effusive o esplosive, tranne vivi bagliori che saltuariamente hanno illuminato il cratere. Tali notizie si lasciano accettare con molta riserva. Certamente nel 1953 furono avvertite quattro scosse sismiche così distribuite: 25 feb a 1h 5m; 18 apr a 7h 43m; 19 mar a 4h 20m; 25 nov a 14h 28m. | |
Source | Type | Year | Month | Day | Noise/earthquake | Ash plume | Large ejecta | PDC/tsunami | Lava flows | Original historical document |
Cucuzza Silvestri (1955) | X? | 1954 | 2 | 1 | four earthquakes in the year the major explosion an earthquake three weeks before the major explosion no earthquake during the major explosion | ash-bearing plume bent to the SW | - | - | lava flows in SdF after the major explosion and lasting for a few days | [Cucuzza Silvestri] Nel corrente anno 1954 si ebbe una lieve scossa sismica a 14h 50m del giorno 11-I. deboli bagliori furono notati nelle notti del 13, del 22, del 25, del 26, del 28, del 29 e del 31 dello stesso mese di gennaio. Un forte boato fu avvertito nella mattina del 30. A 12h 15m del 1° febbraio dagli abitanti dei villaggi di S. Vincenzo e S. Bartolomeo fu visto sollevarsi, dalla zona craterica, un pino di vapori carico di cenere scura che veniva piegato dal leggero vento di sud-ovest. Il fenomeno non fu preceduto né accompagnato da tremiti del suolo; esso durò complessivamente 15 minuti. Dopo circa un'ora e mezza, un'imponente colonna di vapori si sollevò dal mare nella zona della SdF. In seguito a questo nuovo fenomeno, che durò con la stessa intensità per oltre due ore, si ritenne che una colata di lava era sgorgata dal cratere dello Stromboli, fra le 12h 15m e le 13h, e si era riversata per il pendio della SdF, raggiungendo il mare. Infatti si era avuto uno sgorgo lavico nella estrema zona settentrionale della Sciara, con la formazione di una colata defluita da quota 700 circa fino al mare, della larghezza media di quasi 50m e della potenza di 4-6 m nella zona più ripida e di 8-10 ai piedi della scarpata della Sciara, dove prima di sprofondarsi in mare la lava aveva invaso una piccola spiaggia di sabbia nera. Intanto per tutto il giorno continuarono a svolgersi, dal cratere, abbondanti vapori che non apparvero mai anneriti per presenza di cenere, come lo erano stati soltanto all'inizio della manifestazione eruttiva, cioè dalle 12h 15m alle 12h 30m. All'imbrunire il cielo dell'isola cominciò ad illuminarsi di un intenso chiarore rossastro che durò tutta la notte, dovuto al riverbero del materiale incandescente che sgorgava ininterrottamente dal cratere, alimentando la colata lavica. Gli stessi fenomeni, sebbene di minore intensità, furono osservati nei giorni successivi: vapori abbondanti dalla zona craterica, modeste esalazioni dalla superficie della colata e bagliori rossastri durante la notte. |
Source | Type | Year | Month | Day | Noise/earthquake | Ash plume | Large ejecta | PDC/tsunami | Lava flows | Original historical document |
Cavallaro, (1962; 1967) | XX | 1959 | 5 | 19 | loud explosion shock wave damages some old houses | black eruptive column | large scoria and blocks at great height many spatter also at 480 masl scoria in SdF and to the East they ignite fires | - | - | [Cavallaro, 1967] L'esplosione del 19 maggio. - Alle ore 8 si avvertì una forte esplosione, che provocò in alcune zone degli abitati di San Vincenzo e di San Bartolo degli spostamenti d'aria. Le abitazioni più vecchie e cadenti ne risentirono gli effetti in maniera evidente. Una nera colonna di fumo fuoriuscì dal cratere, mentre scorie e massi incandescenti di notevoli dimensioni venivano proiettati a grande altezza. Questi materiali caddero in parte sul versante della Sciara del Fuoco e ad oriente dell'isola; abbattendosi sulla vegetazione provocarono anche focolai di incendio, che dopo due ore, circa, per la caduta del vento, si estinsero. La popolazione fu presa dal panico, soprattutto perché il vulcano da alcuni anni non dava luogo a parossismi del genere. L'attività esplosiva si accentuò nei giorni successivi e continuò a permanere tale nei rimanenti giorni del mese di giugno. Il 21 maggio, in seguito a un sopralluogo, si notò sulla cima del materiale coriaceo rigettato, di colore grigio-bruno, leggero, bolloso. Una bocca craterica del Gruppo del Filo dello Zolfo presentava una grande voragine e quattro conetti vi sorgevano in prossimità; il suo orlo era franoso e le pareti interne scendevano a picco; dai conetti esalavano fumi bianchi. La zona era ricoperta da abbondanti placche di magma. A quota 480 m. s.m., lungo il versante orientale, si osservarono delle zolle di scorie, le quali avevano provocato un incendio nelle adiacenze. |
XX | 1959 | 7 | 11 | very loud explosion | large black plume, 500 m high ashfall and lapilli seen from a ship and from Ginostra to the South 500 far in the sea | blocks tumbling on SdF spatter bombs cover the summit (Cresta) at 730 m scoria mantle the ground, 40-60cm thick in la Fossetta and reach 200 m above the craters (Vancori) Scoria in Arena Grande from 700 to 550. Large blocks in the craters (towards Torrione) | smoke climbing SdF, tumbling blocks. maybe small PDC | - | [Cavallaro, 1967] L'esplosione dell'11 luglio. - Nei giorni 8,9 e 10 luglio si accentuò l'attività esplosiva accompagnata da intensi fumi grigi o bruni. Alle ore 18.20, circa, del giorno 11, senza che si avvertissero segni premonitori, un gigantesco pino di fumo nero, accompagnato da un fortissimo boato, si alzò rapidamente dal cratere, superando i 500 m. Alcuni istanti dopo, ad occidente, si videro dei fumi che risalivano lungo il versante della SdF. Sulla Sciara caddero scorie roventi miste a massi coevi che ruzzolarono in mare con vertiginosa velocità. Il piroscafo "Lipari" che, diretto a Stromboli, si trovava nell'area di caduta del materiale riuscì tempestivamente a portarsi al largo. Dal piroscafo si poté notare una fitta ed intensa caduta di lapilli e cenere. Anche le notizie provenienti da Ginostra confermarono che una fitta pioggia di lapilli e cenere cadde nell'ambito di Punta Lazzaro, di Punta Lena e sul mare, fino a circa 500 m dalla linea di costa. Le guide di Stromboli, recatesi al cratere alcuni giorni dopo, segnalarono la presenza di notevole quantità di materiale eruttato, cosa che ci indusse a recarci il 25 agosto sul luogo. [...] La Cresta della Fossa e la Cresta dello Stromboli si presentavano ricoperte da grandi quantità di placche di magma, che aveva assunto aspetti e forme varie. Sparsi si potevano vedere bombe a focaccia e cercini. La Fossetta (730 m.s.m.) qua e là era ricoperta da una spessa coltre di lava a brandelli e filamentosa. ... [Cavallaro, 1962] ... In qualche zona in ripido pendio il magma aveva assunto l'aspetto di colate in miniatura. In alcuni punti (della Fossetta) la coltre scoriacea aveva 40-60 cm di potenza. I proietti raggiusero persino la Serra dei Vancori, che si trova circa 200 m al di sopra della fossa craterica. Anche il Passo delle Croci ed il ricovero (854 m) furono investiti dalle scorie. Sulla Arena grande si notarono scorie da quota 700 a 676; a quota 550 non se ne trovò più traccia. Nei pressi del cono del gruppo del Torrione si osservarono massi di notevoli dimensioni provenienti certamente dall'edificio craterico. Non è stato possibile raccogliere campioni a causa della intensa attività esplosiva laterale che rendeva difficile l'accesso. [...] Il materiale proiettato durante il parossismo dell'11 luglio consiste in: a) proietti scoriacei; b) scorie leggere e pesanti; c) lapilli; d) filamenti vetrosi; e) cristalli di augite. (a) prodotti scoriacei - Hanno in generale forma focaccia ma taluni hanno forma a "sigaro" e a "limone"; sono di dimensioni variabili raggiungendo finanche i 40 cm di lunghezza. In tutti il rivestimento esterno consta in prevalenza di scoria vetrosa e sottoposti a pressione danno la caratteristica sfaldatura a sfoglia la cui superficie di frattura ha lucentezza resinosa. [...] (b) Scorie leggere e pesanti - La maggior parte delle scorie leggere, deformate e stirate variamente, sono cadute tra la Fossetta ed il Torrione formando, in alcune zone, una coltre variabile da cm 40 a 60. Le scorie pesanti, più rare, si presentano come le precedenti, di color grigio-ferro e rivestite d'uno strato vetroso. (c) Lapilli - Di color grigio verdastro, per lo più arrotondati, costituiti esclusivamente da sostanza vetrosa ricca di bolle e filamenti, sono leggerissimi. (d) filamenti vetrosi - a forma di matassine o a fascette , sono stati riscontrati tra la cenere e nei materiali scoriacei si presentano come fili sottilissimi di lava vetrosa, color giallo miele, flessibili ed elastici. (e) Cristalli di augite - Cristalli ben isolati di augite di dimensioni variabili da 3 a 4 mm spesso geminati a croce d'aspetto prismatico e con forme si sono rinvenuti sulla superficie delle scorie e sulla cenere, specialmente sull'orlo del cratere del Torrione e nella Fossetta. |
|
X | 1959 | 9 | 6 | loud explosion | ashfall and fiery material towards East | hot blocks at 400 m elevation | - | small lava flows in SdF after the major explosion and lasting for five days | [Cavallaro] Il 6 settembre, dopo l'intensa attività esplosiva dei giorni precedenti , alle ore 23.30 fu udita una forte esplosione. Attraverso i fumi densi e la nebbia che avvolgevano il cratere e parte della sommità del monte venne osservata una pioggia abbondante di materiale igneo che si riversò parzialmente ad oriente dell'isola. Si intravidero cadere dei massi incandescenti a quota 400 circa. All'esplosione, dopo alcune ore seguì un'attività effusiva con trabocchi di magma lungo la SdF; questa eruzione fu piuttosto moderata, poiché la quantità di lava che fuoriusciva da una delle bocche della Fossa non alimentava continuamente la colata, per cui si formarono dei rivoli che, ad intermittenza, durarono fino al giorno 10. | |
X? | 1959 | 9 | 14 | explosion small earthquake two weeks after the major explosion | some sand falls in the village, S Bartolo and Ficogrande | - | - | - | [Cavallaro] Il giorno 14 alle ore 9.30, circa si verificò un'altra esplosione e dopo pochi minuti sugli abitanti delle frazioni San Bartolo e Ficogrande si riversò una certa quantità di sabbia. Macroscopicamente, questa si presenta in piccolissimi granuli costituiti da frammenti di augite e da schegge di vetro delle dimensioni di mm 1-0.5, circa, nel senso della massima estensione. In alcuni di essi si osservano segni di alterazione attribuibile probabilmente all'azione dei vapori. L'attività esplosiva continuò fino al 16 dello stesso mese, subì una stasi di alcuni giorni e riprese il 24. Il giorno 27 alle ore 7:30 fu avvertita una scossa sismica ondulatoria della durata di 5'', circa, riferibile al 3° grado della scala Mercalli. |