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Attività preparatoria all’installazione di una rete sismica permanente sui vulcani Melbourne e Rittmann (Terra Vittoria-Antartide) durante la XXXII spedizione italiana

Larocca G., A. Cannata, P. Del Carlo, G. Giudice, G. Giuffrida, M. Liuzzo, A. Messina, S. Rapisarda (2017).
Rapporto tecnico INGV, n. 372.

Introduction

L’Antartide può essere considerato come un perfetto laboratorio naturale per lo studio di segnali sismici associati alle dinamiche criosfera-atmosfera-idrosfera. Infatti, la completa assenza di rumore antropico permette di registrare chiaramente segnali come il microseism e gli ice-quakes. Il primo, generato dalle interazioni tra le onde oceaniche, il fondo del mare e le coste [e.g. Hasselmann, 1963], presenta generalmente ampiezza maggiore durante gli inverni e minore durante le estati. Tuttavia, in Antartide, a causa della presenza del pack sulle coste durante l’inverno australe, tale pattern è invertito [Grob et al., 2011]. Gli ice-quakes sono invece eventi sismici causati da fenomeni di fratturazione del ghiaccio, e sono spesso associati a movimenti lenti dei ghiacciai [e.g. Podolskiy e Walter, 2016]. Sulla base di ciò, risulta chiaro come lo studio di microseism e ice-quakes può aiutare a monitorare e investigare le variazioni climatiche [e.g. Grob et al., 2011; Podolskiy e Walter, 2016]. Inoltre, grazie alla presenza di vulcani attivi, l’Antartide può anche essere considerato un ambiente ottimale per lo studio dei segnali sismo-vulcanici, cioè segnali sismici generati dalla dinamica dei fluidi (gas, magma, fluidi geotermali) all’interno dei vulcani.
[Continua]

http://www.ingv.it/editoria/rapporti/2017/rapporto372/