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Prelievi e indagini, così capiremo che cosa è accaduto

Il Tirreno – Piombino Elba

Gilberto Saccorotti, direttore dell’Istituto geofisico toscano «Non mi sbilancio, oggi preleveremo campioni di acqua»

Focus-Rassegna stampa

CAMPO NELL’ELBA – Prima hanno sorvolato il braccio di mare a nord dello Scoglio d’Affrica, quindi hanno raggiunto il luogo dell’ emissione a bordo di una motovedetta della Capitaneria di porto. Ma sarà oggi la giornata fondamentale nel corso della quale i tecnici dell’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) dovranno chiarire l’origine del fenomeno avvenuto giovedì, davanti agli occhi sbalorditi dei pescatori di Campo nell’Elba.
Una colonna d’acqua, gas, fango e detriti è emersa dalla superficie del mare a nord dell’Affrichella. Un getto potente e continuo, dovuto a un fenomeno naturale che dovrà essere chiarito nelle prossime ore.
«Abbiamo sorvolato la zona – spiega il direttore dell’Ingv toscano, Gilberto Saccorotti – quando siamo passati con l’elicottero non abbiamo ravvisato con la telecamere anomalie degne di nota, i tecnici hanno raggiunto il luogo anche via mare. Nell’area oggetto della segnalazione c’era un degassamento diffuso, ma il fenomeno era di fatto esaurito». Nella giornata di oggi le indagini subiranno un cambio di passo che si spera possa essere decisivo.
«Al momento non mi sbilancio sulle ipotesi, non avrebbe senso – spiega il direttore -. Nei prossimi sopralluoghi, saranno compiuti dei rilievi di tipo geochimico con dei prelievi d’acqua, necessari per capire che tipologia di gas sia emersa dalla superficie del mare. Quindi utilizzeremo dei robot sottomarini per ispezionare con telecamere e sensori il fondale: saranno prelevati dei campioni e acquisite delle immagini. Si capirà se l’evento abbia prodotto nel fondale una struttura con forma craterica».
Il direttore dell’Ingv non intende sbilanciarsi sulla possibilità di un collegamento tra il fenomeno di giovedì e la storia dei boati, avvertiti negli anni passati dai residenti dell’ Elba occidentale. «Non si può escludere un nesso, ma è presto per arrivare alle conclusioni. Faccio notare, comunque, che l’evento di giovedì non pare esser stato caratterizzato da un’esplosione vera e propria, quanto dall’emersione di gas a pressione. Era un getto potente, ma non una vera esplosione».
Tra le ipotesi in campo figurerebbe la possibile attività di un vulcano di fango sottomarino, mentre al momento non vi sono indizi di un’attività vulcanica standard. Un evento di questo tipo, sottolinea il direttore dell’Ingv, può essere pericoloso per la navigazione. «Dei rischi ci sono e sono legati all’emissione del gas, anche sotto questo aspetto saremo più precisi, una volta compiuti gli accertamenti».
Occorrerà attendere ancora alcune ore per avere un quadro più preciso di quanto accaduto nel braccio di mare tra l’arcipelago toscano e la Corsica.
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