Focus
Trent’anni dopo la famosa eruzione del Mount St. Helens (Washington – US) abbiamo potuto simulare ed analizzare le caratteristiche del “blast” del 18 Maggio 1980, che devastò un’area di 600 km2 a Nord del vulcano e uccise cinquantasette persone. Il modello fisico-matematico utilizzato descrive l’esplosione della miscela eruttiva (formata da gas ad alta temperatura e pressione, ceneri, pomici e frammenti di roccia) e la propagazione della nube vulcanica lungo il pendio e attraverso la regione montuosa circostante. Le condizioni iniziali, che producono la violenta esplosione della miscela magmatica, sono state derivate dal vasto archivio geologico disponibile per questa eruzione, una delle più studiate e documentate al mondo. I risultati di questo studio riproducono in maniera soddisfacente alcune proprietà macroscopiche dell’evento, tra cui la velocità del fronte, la massima distanza raggiunta dai flussi e l’impatto ad essi associato, e dimostrano che, laddove sia possibile ricavare dei vincoli geologici accurati e grazie alla potenza dei moderni supercalcolatori, i modelli fisico-matematici sono in grado di riprodurre le caratteristiche principali di un blast vulcanico. Tale capacità renderà più efficace la mappatura della pericolosità vulcanica nelle regioni potenzialmente soggette a questo tipo di fenomeno eruttivo.
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